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SOLIDARIETÀ A “VINITALY”

Il vino come ambasciatore di pace: la rinascita dell’Ucraina passa anche dall’enoturismo

Le Città del Vino per il rilancio dei territori in guerra, e dai Colli Euganei l’invio di barbatelle di vitigni storici ad un produttore ucraino
CITTÀ DEL VINO, CONSORZIO VINI DEI COLLI EUGANEI, ENOTURISMO, GUERRA UCRAINA, UCRAINA, Italia
I vigneti di Villa Tinta Winery, in Ucraina, ad Odessa

Dal vino, attraverso l’enoturismo, può partire un progetto solidale di ricostruzione dei territori martoriati dal conflitto in Ucraina: un’idea lanciata da Città del Vino, a cui è stato dedicato un focus oggi a “Vinitaly”, per il rilancio del Paese duramente colpito dai bombardamenti nella guerra con la Russia. Rigenerare le aree rurali ucraine legate alle produzioni vitivinicole grazie al trasferimento delle esperienze sviluppate in Italia sul fronte del turismo solidale, attraverso la rinascita dei percorsi enoturistici organizzati e la loro valorizzazione in chiave turistica, è l’appello lanciato da Olena Motuzenko, presidente della Rete nazionale enogastronomica turistica delle Strade del Vino e Gusto dell’Ucraina, e visiting professor Università Iuav-Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Sono sette le Strade del Vino nate in Ucraina nel 2018, che hanno dimostrato da subito di essere funzionali e strategiche per la valorizzazione di luoghi, paesaggi e prodotti, tanto da essere state presentate come prodotto turistico alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano, prima della pandemia. L’idea si ispira a quanto fatto dall’Iuav di Venezia che ha elaborato una strategia di recupero di territori martoriati dalla guerra: il Cluster Cultland promuove lo sviluppo di network per realizzare azioni solidali concrete verso la produzione vitivinicola e il turismo enogastronomico ucraino.
“Si tratta di dare una risposta immediata, forte e concreta, ai tanti territori rurali compromessi dagli eventi bellici sulla scorta della solidarietà verso questo Paese e sulla base delle esperienze e professionalità sviluppate in questo settore” sottolinea il presidente di Città del Vino, Angelo Radica. “Un progetto che concretamente è in grado di sostenere i piccoli produttori ucraini martoriati dal conflitto - evidenzia la professoressa Motuzenko - partendo dalla cultura, dal paesaggio e dalla produzione vitivinicola: importante per molte aree rurali è di essere pronte per ripartire dal punto di vista sociale ed economico. Pensate che le bottiglie che erano custodite nelle cantine dei produttori nel Sud del Pese sono state consegnate all’esercito per diventare molotov, fin dall’inizio del conflitto. Una situazione davvero difficile, ma occorre iniziare subito un’azione di sostegno, senza aspettare la fine della guerra”.
Sui Colli Euganei il Consorzio di Tutela Colli Euganei, guidato da Marco Calaon, in sinergia con il Gruppo di Ricerca Ampelografica Sostenibile per la Preservazione della biodiversità viticola, sta portando avanti un progetto di recupero e valorizzazione di vitigni antichi ed autoctoni: in questo caso Dorona, Turchetta, Corbina e Pattaresca, quattro antiche varietà di uve dei Colli Euganei. Quattro barbatelle di questi vitigni storici che sono state simbolicamente affidate ad un anziano viticoltore ucraino, Anatoli Bolzovsky, costretto a lasciare i suoi vigneti vicino a Kherson, e attualmente ospitato a Teolo.
Complessivamente gli ettari vitati in Ucraina erano 41.300 prima della guerra, per una produzione totale di 1,33 milioni di ettolitri. Non molti ma significativi, sottolinea Città del Vino, nella regione della Trascarpazia che confina con la Slovacchia e soprattutto nelle regioni del sud vicino ad Odessa, e la zona a sud del fiume Dnieper, vicino a Kherson dove il conflitto ha impattato in maniera fortissima, e proprio in questi areali erano particolarmente concentrate le Strade del Vino. Sono oltre 180 i vitigni coltivati in Ucraina: tra gli autoctoni il Telti Kuruk e Odessa Chornyi, ma anche vitigni internazionali, fra cui georgiani e moldavi si adattano bene alla viticoltura ucraina.
La prima proposta potrebbe essere, alla luce della firma dell’accordo di gemellaggio tra Venezia ed Odessa, “di allargare questa visione a tutta l’area regionale - spiega Giovanni Verzini, consigliere nazionale di Città del Vino - coinvolgendo territori, Strade ed istituzioni, attivando confronti concreti tra produttori in chiave enogastronomica e turistica, creando legami, sinergie e progetti di solidarietà, cosa fatta in passato anche per altre realtà come le Cinque Terre, a seguito delle devastazioni causate dei violenti nubifragi; in quel caso si sono messe in moto una serie di azioni virtuose a livello internazionale per il recupero delle aree terrazzate e dei muretti a secco”. Le Città del Vino propongono il coinvolgimento diretto dei comuni legati alle Strade del Vino ucraine alla rete europea delle Città del Vino Recevin, che ha come prima mission l’incremento dell’enoturismo, anche con il supporto di Arev, l’Assemblea delle Regioni Viticole Europee, da sempre impegnata nel rafforzamento delle relazioni con gli altri organismi internazionali del vino che operano a livello comunitario.

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