La Cina potrebbe diventare presto il cinquantesimo Stato membro dell’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, considerata, a ragione, l’Onu del vino, e guidata oggi da Luigi Moio, professore di Enologia al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e produttore con la cantina Quintodecimo. Pechino ha, infatti, incassato l’appoggio proprio della Francia, che ospita l’istituzione, di cui è un pilastro, sin dalla sua nascita, nel 1924. Un appoggio formalizzato al termine della visita del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron all’omologo cinese Xi Jinping, nel comunicato congiunto tra i due Paesi, che hanno annunciato “l’avvio di nuove prospettive per la cooperazione franco-cinese”.
Prospettive che riguardano anche il vino, a partire dalla registrazione delle indicazioni geografiche dei vini della Borgogna da parte cinese, e il sostegno francese - appunto - alla crescita internazionale del vino cinese. “La Francia - si legge nel comunicato - sosterrà la richiesta che la Cina presenterà di aderire quanto prima all’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), così come l’organizzazione da parte della Cina di una conferenza internazionale sull’industria del vino”.
La palla passa adesso all’Ambasciata Cinese a Parigi, e intanto, dal suo profilo Twitter, la stessa Oiv (qui) parla di “passo decisivo nella lunga marcia della Cina verso l’Oiv”, accompagnata dalla presenza di due Regioni del vino di Cina - Yantai e Ningxia Hui - nel ruolo di osservatori esterni, sulla falsa riga di quanto avvenuto un anno fa con gli Usa, accolti dall’Oiv, dopo aver aperto le porte al Texas.
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