Dal pollo di Isaac Newton, tra i più grandi scienziati di tutti i tempi, convinto di non averlo ancora mangiato per la distrazione propria dei filosofi, assorti nelle loro riflessioni, mentre invece affamato e impaziente nell’attenderlo lo aveva consumato il suo ospite, il pastore anglicano, William Stukeley, agli studi sulla conservazione dello “stesso” pollo che costarono la vita al filosofo Francesco Bacone, dalla scoperta della cioccolata al latte da parte del medico e naturalista Hans Sloane, alla ferma denuncia della pastasciutta da parte dei Futuristi, fino alla nascita della tanto dibattuta cucina molecolare, una raccolta di divertenti aneddoti svela l’origine dei piatti e delle bevande più conosciute nati dall’incontro tra scienza e cucina: “Scienza e cucina. Il pollo di Newton e altri incontri tra saperi e sapori”, volume firmato da Massimiano Bucchi, che racconta come la scienza ha influenzato la cucina nella storia.
“Scienza e cucina” è il titolo del nuovo libro di Massimiano Bucchi - professore di Scienza, Tecnologia e Società all’Università degli Studi di Trento, dove dirige il Master internazionale Scicomm, collaboratore del “Corriere della Sera” e di “Superquark” su Rai1, lo storico programma di Piero Angela, “pietra miliare” della tv italiana - dedicato alla cucina come scienza e alla scienza come cucina, da Socrate alla fusione fredda, attraverso le scoperte che avvengono talvolta anche quando lo scienziato è in vacanza o tra i fornelli (Interlinea Edizioni, 2023, pp. 240, prezzo di copertina 14 euro). Ma è anche un binomio che si è sviluppato nei secoli attraverso esperimenti e deduzioni di grandi uomini di scienza e non solo. Le discipline scientifiche non sono sempre state applicabili ad attività quotidiane, né accessibili a un vasto pubblico come avviene oggi: in un viaggio di saperi e sapori, l’autore racconta lo sviluppo della scienza in ambito culinario per riscoprire il suo ruolo nelle ricette e nelle preparazioni che oggi abitualmente consumiamo.
Tornando a Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 - Londra, 20 marzo 1726), ma restando “in cucina”, non si può non citare la leggenda che narra come il grande scienziato seduto sotto un albero in meditazione nella sua tenuta a Woolsthorpe, nella campagna inglese, colpito dalla caduta di una mela, ipotizzò l’esistenza di una “forza invisibile” che attraeva il frutto al centro della Terra: la chiamerà “gravità”, dal latino “gravitas”, letteralmente “pesantezza” o “peso”.
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