In un momento storico in cui è sensibilmente aumentata tra i consumatori l’attenzione per l’ambiente, con la richiesta di prodotti e codici di condotta sempre più sostenibili, cresce, purtroppo, anche la tentazione di cedere al greenwashing, utilizzando impropriamente parole e concetti per inseguire un trend. Ma la sostenibilità è reale solo se misurabile: ecco perché, nel mondo del vino, si rileva tra i produttori più seri la tendenza a diventare Società Benefit, una forma giuridica innovativa in cui il concetto di sostenibilità entra nello statuto, e, allo scopo di lucro, si aggiungono obiettivi mirati al benessere della comunità e dell’ambiente. Ultime, in ordine di tempo, Ricci Curbastro, prima Società Benefit in Franciacorta, e la trevigiana Cecchetto, ma sono già molte le cantine italiane che hanno deciso di credere e di investire nel territorio e nelle tematiche sociali. Una tendenza di cui avevamo già parlato, e che coinvolge ormai aziende del vino di tutte le regioni: da Avignonesi, firma del Vino Nobile di Montepulciano, alla cantina Perlage Winery, della famiglia Nardi, a Farra di Soligo, in terra di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, alla griffe irpina Feudi di San Gregorio; dalla Cantina Pizzolato, realtà veneta leader nel segmento del biologico, alla Cantina Cielo e Terra, che nasce in Veneto dall’unione della famiglia Cielo e dei viticoltori delle Cantine dei Colli Berici; da Tasca d’Almerita, storica realtà vitivinicola siciliana, a Podere La Pace, boutique winery sulla costa toscana.
Con l’espressione Società Benefit si definiscono quelle realtà che nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, collettività, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse. Questa forma giuridica è stata istituita dalla Legge di Stabilità del 2016 e costituisce un modello economico nuovo.
Ricci Curbastro, tra le cantine più note della Franciacorta, è diventata Società Benefit nella primavera 2023, integrando nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. È la prima in Franciacorta a percorrere questa strada: “siamo orgogliosi di avere intrapreso la strada della sostenibilità in tempi non sospetti, e il fatto che quella che presentiamo oggi sia l’edizione n. 6 del Bilancio annuale di Sostenibilità ne è la prova - afferma Riccardo Ricci Curbastro, titolare dell’azienda - un bilancio che dimostra come la sostenibilità abbia un senso solo se è misurabile; se i dati vengono raccolti e confrontati negli anni; se vengono date risposte concrete ai diversi aspetti del miglioramento delle nostre attività coniugato con una riduzione del nostro impatto sulla terra; se numeri e dati sono attestati da un ente terzo attraverso uno schema di certificazione come quello di Equalitas. E non casualmente, quindi, il nostro certificato di sostenibilità chiude il bilancio”. La cantina dal 2017 è tra le prime nove aziende in Italia, e prima in Lombardia, certificata come “Azienda Sostenibile” secondo lo standard Equalitas per il suo impegno sotto il profilo ambientale, economico e sociale.
“La crescita del 2022 ha significato anche la possibilità di investire ulteriormente in favore della sostenibilità - aggiunge Filippo Ricci Curbastro - oltre a portare avanti le scelte degli anni scorsi, che hanno previsto la riduzione del peso delle bottiglie e l’utilizzo di tappi “zero emissioni”, abbiamo infatti acquistato un nuovo sistema di sanificazione di botti e barrique al fine di ottimizzare la gestione dell’acqua per il lavaggio e la sanificazione. Nel corso dell’anno, inoltre, è emersa la possibilità di procedere all’utilizzo di nuove capsule prodotte al 100% da Pet, riciclabile con i materiali plastici, in alternativa alle tradizionali capsule termoretraibili in Pvc da smaltire nell’indifferenziato. Il processo di adozione di questa soluzione è in fase di avanzamento ed è contestuale all’esaurimento delle scorte esistenti. Per i “capsuloni” dei Franciacorta, dove ad oggi non esiste ancora una soluzione completamente riciclabile, si è optato per l’utilizzo di un modello prodotto con oltre il 40% di plastiche riciclate”. Nel 2023 l’azienda ha previsto un investimento di oltre 42.000 euro per potenziare ulteriormente l’impianto fotovoltaico già presente, con accumulo per 30,3 KwH, che porterà la capacità produttiva aziendale oltre i 100 KwH e renderà possibile scaldare e raffreddare uffici e punto vendita senza utilizzo di energia esterna (gas o corrente elettrica). Altro importante impegno economico sarà riservato al processo di digitalizzazione e catalogazione di archivio e biblioteca del Museo del Vino, che troveranno espressione in un sito dedicato per approfondire argomenti e documenti anche a fine di studio: un vero e proprio “centro studi e ricerche” in Franciacorta.
Stesso percorso per l’azienda Cecchetto, tra le griffe leader del Raboso del Piave, che ha adottato adottando la forma giuridica di Società Benefit e inserito questo impegno all’interno del proprio atto costitutivo: un modello di business vitivinicolo responsabile, attento alle persone e all’ambiente: “ho sempre creduto - spiega il titolare Giorgio Cecchetto - che condividere concretamente il modo di fare impresa potesse essere motivo di crescita personale e allo stesso tempo avere un impatto positivo sui collaboratori e sulle comunità locali in cui operiamo. Da imprenditori dobbiamo saper restituire al nostro territorio e non limitarci solo a prendere”. Per Cecchetto diventare Società Benefit rappresenta un ulteriore passo verso il consolidamento di un importante percorso di sostenibilità intrapreso nel 2017. La tutela del territorio, in cui oggi l’azienda produce i propri vini, in particolare le sue note interpretazioni di Raboso del Piave, avviene attraverso l’impiego di buone pratiche sia in vigneto che in cantina, ma soprattutto mediante il dialogo con le comunità locali per fare impresa in maniera condivisa e inclusiva. Da questa visione nel 2022 è nato il primo Bilancio di Sostenibilità dell’azienda, premiato dal quotidiano “Corriere della Sera” come il migliore nella categoria piccole e medie imprese italiane.
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