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VINO & MERCATO

Il vino è la bevanda ideale per stare in buona compagnia, secondo gli italiani

“Milano Wine Week” 2023: i risultati della ricerca di Swg per Carrefour Italia, con Ferrari Trento e Zonin1821, come partner

Gli scaffali di vino della grande distribuzione sono sempre più ben forniti. Chi sceglie una bottiglia spesso si trova di fronte una vera e propria enoteca dove etichette ben note convivono con vini più di nicchia, denominazione tra le più blasonate fanno bella mostra ma non mancano prodotti low cost. Vini per ogni tasca e ogni occasione, ma spesso il gesto di mettere nel carrello la bottiglia non è immediato. E allora cosa spinge i consumatori a scegliere, tra un’ampia gamma, una bottiglia rispetto ad un’altra? La voglia di socialità e di stare in compagnia, davanti ad un calice di vino.
Una conferma del valore conviviale del nettare di Bacco, quello che arriva dalla ricerca che Carrefour ha commissionato a Swg, “Raccontare il vino, oltre l’etichetta”, illustrata alla “Milano Wine Week” 2023, per indagare i driver di scelta per l’acquisto del vino. Al fianco di Carrefour Italia, nella ricerca anche due partner d’eccezione quali Ferrari Trento, realtà di proprietà della famiglia Lunelli e vera istituzione nella produzione di bollicine made in Italy, e Gruppo Zonin1821, che, con i suoi oltre duecento anni di storia, è una delle più importanti aziende e delle più importanti famiglie del vino italiano.

L’indagine conferma che la maggioranza dei consumatori è mossa dallo stare in compagnia, giovani in primis. Il 44% della Gen Z dichiara di sentirsi festaiolo, e beve vino per stare con gli altri, vedendo quindi il prodotto come uno spunto per socializzare. Con l’alzarsi dell’età ci si sofferma maggiormente sulla qualità del prodotto, prendendosi il giusto tempo per degustarlo, nominata come occasione di consumo primaria dal 28% della Gen X. I Millennials, invece, sono un target senza troppe pretese sul vino, che ama circondarsi di momenti di scambio, davanti a un buon bicchiere, indipendentemente dalla conoscenza del prodotto: ben il 33% si definisce un consumatore di vino basico. Tra il campione analizzato solo il 4% si definirebbe un collezionista, il gruppo di chi lascia invecchiare i vini per conservarli per momenti futuri. In merito alle caratteristiche più ricercate, invece, sono i Boomers la categoria di risalto. In 5 categorie su 6, la classe Boomers è quella che maggiormente ha riferito essere sempre più attenta al territorio e alla produzione italiana.
Tra i canali di acquisto maggiormente consultati, il supermercato è quello preferito da oltre il 60% degli intervistati mentre davanti allo scaffale la zona di provenienza del vino è il secondo fattore maggiormente osservato nella scelta: un segnale del crescente interesse e attenzione verso il territorio di origine da parte del consumatore finale. Ancora una volta, il vino si dimostra molto più di una semplice bevanda, ma un prodotto culturale che permette di passare dell’ottimo tempo in compagnia, racchiudendo in sé territorio, tradizione e convivialità. Sono questi, infatti, tratti evocativi intangibili che più di altri ci attraggono verso un vino piuttosto che un altro rispettivamente per il 50%, 39% e 38% delle persone intervistate. Nello storytelling del vino il territorio è posto al centro per il 52%, mentre il “produttore” e la “marca” incidono ancora poco sui consumatori (23% e 15%). Interessante, tuttavia, la predilezione per narrazioni calde (37%) e coinvolgenti (35%), che raccontano cosa si cela dietro la produzione di un’eccellenza del territorio, oltre al prodotto.
Dalla ricerca emerge un ulteriore aspetto interessante, collegato all’importanza dell’estetica delle etichette dell’industria vinicola: un biglietto da visita double face per giovani e senior. I giovani risultano essere più attratti dagli elementi innovativi di design (24%), da dettagli come rifiniture, rilievi e materiali particolari (21%). I più adulti sono maggiormente attenti ai contenuti informativi (56%), come il territorio/regione di provenienza, il vitigno, le denominazioni d’origine e le gradazioni alcoliche. Il nome del produttore in etichetta occupa un ruolo di secondo rilievo (20%) e incide poco anche nei processi di scelta di fronte allo scaffale. Sempre in etichetta, quello che fa la differenza è l’area geografica (47%) e il tipo di vitigno (37%). Solo in ultima battuta (4%) viene preso in considerazione il tema premi e riconoscimenti. Tra gli altri aspetti attenzionati, la denominazione d’origine (35%) e la gradazione alcolica (33%).
I supermercati dimostrano di credere nel vino. Lo dimostra, ad esempio nel caso dell’importante player francese, la creazione di oltre 150 referenze esclusive Carrefour, di cui oltre 80 studiate a quattro mani con i produttori locali. E poi l’apertura nel maggio 2023, dello store Terre d’Italia in area De Angeli, un ulteriore tassello nella volontà di promuovere un consumo di vino consapevole, impegnato e sempre più rotondo.
“Continua il nostro percorso di democratizzazione nell’ambito del vino - ha annunciato Christophe Rabatel, ceo Carrefour Italia - un percorso che ha visto come uno dei suoi punti cardine l’apertura dello store Terre d’Italia, attraverso la promozione di un atteggiamento più consapevole tra i consumatori, volto a sottolineare le eccellenze del territorio italiano e avvicinare sempre di più i consumatori a una nuova visione del mondo dei vini. Come operatori della gdo abbiamo una grande responsabilità nel diffondere l’italianità”.
Camilla Lunelli, direttrice della comunicazione e delle relazioni esterne di Ferrari Trento è contenta “che la convivialità sia emersa dallo studio commissionato da Carrefour come uno dei driver fondamentali del consumo di vino. La convivialità, che culmina nel momento del brindisi, ha un valore sociale importante e, nella cultura italiana, porta il vino ad accompagnarsi al cibo, in un modello di consumo consapevole. Altro tema evidenziato come prioritario dall’indagine è il legame con il territorio, che, per noi, è rappresentato dalla viticoltura di montagna del Trentino, in un rapporto virtuoso con i luoghi e la comunità che da oltre 120 anni desideriamo promuovere e tutelare. La comunicazione deve poi avere una propria identità. Quella di Ferrari Trento è distintiva grazie alla contaminazione con altri mondi espressione del migliore made in Italy, come moda o design, e ne fa un ambasciatore ideale dell’arte di Vivere Italiana”. Francesco Zonin, vicepresidente del Gruppo Zonin1821 e volto della settima generazione della Famiglia Zonin, ha dichiarato come “in questo momento storico, il legame con le nuove generazioni è un tema particolarmente importante per l’industria del vino a livello globale. In primo luogo, con Millennials e Gen Z, il mondo del vino deve imparare a dialogare con temi complementari rispetto a quelli ai quali siamo abituati a pensare che però troppo spesso sono centrati sulle sole caratteristiche organolettiche del prodotto. Dobbiamo sempre di più invitare a riflettere sul consumo responsabile, comunicare le diverse culture vitivinicole che custodiamo, spiegare il rapporto tra vino e salute, argomentare in ambito di sostenibilità, esporci raccontando le attività di responsabilità sociale che implementiamo o i valori d’impresa che promuoviamo, ma anche presentare novità (tra le quali, ready to drink o prodotti analcolici) che si affiancano alle proposte tradizionali e possono essere oggetto della sperimentazione di consumo”.

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