Dal Castello di Gabiano in Monferrato a Mamete Prevostini in Valtellina, da Marchesi Mazzei-Castello di Fonterutoli in Chianti Classico a Mastroberardino in Campania, e Roberto Ceraudo in Calabria, “new entry” che si aggiungono a Ferrari in Trentino, Bellavista e Ca’ del Bosco in Franciacorta, Ceretto e Fontanafredda nelle Langhe, Malvirà nel Roero, Badia a Coltibuono, San Felice e Castello Vicchiomaggio sempre in Chianti Classico, Capezzana a Carmignano, Lungarotti in Umbria, Masciarelli in Abruzzo, Feudi di San Gregorio in Campania, Planeta, Donnafugata e Florio in Sicilia. Ecco le 21 aziende italiane al vertice dell’accoglienza con le “Tre Impronte” per “Cantine d’Italia” 2024, la nuova edizione della guida di Go Wine, vera e propria “Bibbia” dell’enoturista, con 852 cantine selezionate in base all’esperienza diretta, che valgono il viaggio in tutte le Regioni italiane, e delle quali 262 ottengono l’“Impronta” d’eccellenza per l’enoturismo (per aver conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva in “Stelle” su sito, accoglienza e profilo produttivo), accanto alla segnalazione di 4.640 vini e 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire. Nella speciale classifica per Regioni, si conferma ai vertici la Toscana con 54 “Impronte”, seguita da Piemonte (49) e Veneto (34). Guida che, svelata oggi a Milano (e da dicembre in libreria), nella presentazione ha assegnato anche 9 “Premi Speciali” a cantine che hanno raggiunto particolari livelli di eccellenza in determinati ambiti, e visto un confronto tra Massimo Corrado, presidente Go Wine, e i giornalisti Richard Baudains, firma di “Decanter”, Alessandro Regoli, direttore WineNews, e Alessandra Dal Monte, giornalista del “Corriere della Sera - Cook”, moderati da Antonio Paolini, autori delle “Finestre sul vino”, gli interventi introduttivi della guida, accanto alle interviste a uomini e donne del vino (da Nicolas Bovard della Cave Mont Blanc a Enzo Boglietti, da Lucia Letrari di Letrari a Giovanna Madonia, da Victoria Matta del Castello Vicchiomaggio ad Antonio Di Carlo della Cantina Le Macchie, da Marina Cvetic di Masciarelli a Massimo Setaro di Casa Setaro, e Mauro Contini di Contini).
“L’obbiettivo di fondo che anima questa guida - ha detto Massimo Corrado, presidente Go Wine e direttore editoriale - è raccontare attraverso l’Italia del vino una bella idea d’Italia, uno dei volti più belli del nostro Paese. Vigneto e vino ci conducono in ogni Regione, in tantissimi siti ed angoli del Paese. La cantina è la meta, il luogo animato dove storie di vini e persone si intrecciano, dove il vino è la chiave per ascoltare il racconto di un luogo, di una terra, respirandone le atmosfere”.
La particolarità di “Cantine d’Italia” 2024 è quella di non essere una guida tradizionale ai vini, come recensione e punteggi di singole etichette, ma una guida alle cantine e di avere la cantina come riferimento. Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti eno-appassionati, e luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti. Una guida pensata per i turisti del vino e che invita a “camminare” nell’Italia del vino, restituendo la mappa di un Belpaese fatto di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno viaggiare in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove quelle bottiglie nascono.
La cantina, negli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi. E la novità più importante di questa edizione nel racconto della visita in cantina, che segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione, è il tema del prezzo come fattore da conoscere e comunque da monitorare. Raccontando la cantina, si raccontano le vicende che stanno attorno al vino e che aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà e ovviamente i vini che ciascuna azienda esprime, non rivolgendosi soltanto ai “super appassionati”, ma con la mission di generare cultura a favore del vino e dei suoi territori. Un invito a riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana, anche grazie all’accoglienza, sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.
Focus - “Cantine d’Italia” 2024 by Go Wine: i “Premi Speciali”
Premio “Alto Confort” per l’ospitalità aziendale dell’anno
Casina Ricchi, Ricchi Fratelli Stefanoni (Lago di Garda, Monzambano, Lombardia)
Il Premio valorizza visioni e investimenti nell’area mantovana che si affaccia verso il Lago di Garda. La Casina Ricchi è un Relais con 12 camere. Dotato di ristorante, centro benessere, Spa e piscina coperta, con i vigneti intorno.
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno
Ristorante Gennaro di Pace, Castello di Perno (Monforte d’Alba, Piemonte)
Nella Langa del Barolo, a Perno, località di Monforte. Il riconoscimento va all’opera di Gregorio Gitti che, con un’unica operazione, ha unito storia, con il recupero del Castello di Perno, vino con una nuova cantina e accoglienza con il talentuoso chef Gennaro Di Pace, origini calabresi, da alcuni anni a condurre il ristorante che porta il suo nome.
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno
Lunae Bosoni (Castelnuovo Magra, Liguria)
La nuova cantina della famiglia Bosoni è stata inaugurata a giugno 2023. Un progetto che comunica più messaggi: dal vigneto sperimentale all’ingresso, alla riproduzione dell’anfiteatro di Lunae, luogo per incontri all’aperto; agli eleganti ambienti interni della sala dei tronchi e della bottaia. Unendo bellezza e funzionalità. A pochi chilometri dal mare e con lo sguardo verso la natura dei Colli.
Premio “Enocultura”
Assuli (Mazara del Vallo, Sicilia)
In Sicilia, nella campagna tra Mazara del Vallo e Marsala, un riconoscimento per l’originale iniziativa di Assuli, per aver saputo associare alla produzione del vino un messaggio di cultura, caratterizzando etichette e nome dei vini con i paladini dell’Orlando Furioso. Nel contesto di un ambizioso progetto che valorizza il Perricone e altre varietà autoctone.
Premio “Autoctono si nasce”
Brut Riserva Metodo Classico, Garofoli (Castelfidardo, Marche)
Omaggio al Metodo Classico da varietà autoctona con una storia che compie 50 anni nel 2024. Nella visione della famiglia Garofoli, a Castelfidardo, di valorizzare il verdicchio nella tipologia spumante e così contribuendo a segnare una strada in Italia, nella produzione di questi vini al di fuori delle varietà tradizionalmente dedicate.
Premio “Buono … non lo conoscevo!”
Oseleta Igp Provincia di Verona, Zymè (San Pietro in Cariano, Veneto)
Il premio è dedicato a vini autoctoni con particolare attenzione a quelli rari o meno conosciuti dai consumatori. Va in Valpolicella e premia l’opera di Celestino Gaspari che festeggia proprio nel 2024 i 25 anni dell’esperienza di Zymè. Ove, a fianco di vini cult come l’Harlequin, o come i grandi Amarone, valorizza l’Oseleta in purezza, varietà a bacca rossa che compone il vigneto della Valpolicella e che trova in questa etichetta da anni una felice espressione.
Premio “Vini Storici d’Italia”
Chianti Rufina Riserva Villa Bossi, Marchesi Gondi-Tenuta Bossi (Pontassieve, Toscana)
Il riconoscimento va in Toscana nel Chianti Rufina ai Marchesi Gondi, con 500 anni di storia, tra Firenze e Pontassieve. Il Villa Bossi, legato al vigneto Poggio Diamante, ha una storia importante; l’anno di riferimento è il 1878 e ricorda Carlo Gondi che partecipò con questo vino all’Expo di Parigi.
Premio “Gioacchino La Franca”, riconoscimento della Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina dell’anno
Ceraudo Roberto (Marina di Strongoli, Calabria)
Un Premio speciale legato ad un socio speciale come Gioacchino La Franca, scomparso nel 2020, con un percorso di 15 anni in Go Wine, guidando i soci di Savona in mille itinerari nei territori del vino italiano. Un Premio che valorizza l’ospitalità come esperienza vissuta, associando valor umani e sociali.
Premio “La vigna da camminare”
La Sassella di Mamete Prevostini, Mamete Prevostini-Convento Di San Lorenzo (Sondrio, Lombardia)
Un nuovo “Premio Speciale” della guida che esalta il rapporto fra il viticoltore e la sua terra. Dove la vigna da camminare è il segno del lavoro e della fatica, ma è anche al contempo il luogo della bellezza, della emozione che il vigneto sa trasmettere osservando la natura.
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