”Se sei in un luogo straordinariamente bello come la Toscana progettare una cantina vuol dire fare un passo indietro: l’architetto deve avere un atteggiamento di grandissima umiltà e capire che deve lavorare per contemplare ciò che c’è attorno. Noi in Toscana, e in particolare a Montalcino, non dobbiamo attirare, ma lanciare gli sguardi verso il paesaggio”: l’architetto Marco Casamonti dello Studio Casamonti & Partners, che firma il progetto della nuova cantina di Poggio Antico, nel territorio del Brunello (dopo aver disegnato quella pluripremiata di “Antinori nel Chianti Classico”, che, nel 2022, è stata insignita del titolo di “cantina più bella del mondo” dal Concorso World’s Best Vineyards), si racconta a WineNews. “L’architetto deve valorizzare il contesto in cui opera, e qualche volta, se il contesto è di straordinaria bellezza, più sta in punta di piedi e meglio è - continua Casamonti - fare una cantina d’autore in realtà significa fare progetti semplici: da noi il paesaggio è già fortemente complesso e ricco di biodiversità, tra cipressi, ulivi, lecci e vigneti, quindi non si può sfidare la complessità. Si deve fare un passo indietro e lavorare invece con il massimo rigore, lasciando alla natura questa esplosione straordinaria di colori e di visioni con cui non si può competere”.
Marco Casamonti, professore ordinario alla Facoltà di Architettura di Genova e professionista di fama mondiale, ha firmato numerosi progetti anche all’estero, in particolare in Asia, come la cantina Shangri-La a Penglai, in Cina, e la vietnamita Ba Na Hills. “Ci sono sono contesti - afferma - in cui l’architetto può fare una “prova muscolare” e questa è benedetta, perché magari sei un contesto degradato (e non è naturalmente il caso di Montalcino), ma ci sono contesti di straordinaria bellezza in cui le “prove muscolari” sono dannose e vanno assolutamente evitate, quindi se c’è una filosofia che noi cerchiamo di esportare nel mondo è che bisogna valorizzare il contesto, e di fronte ad un contesto di particolare bellezza avere la capacità di ridurre le propria capacità di visione, perché la visione esiste già ed è quella del paesaggio”.
“Le cantine d’autore saranno sempre più diffuse - continua Casamonti - perché è un settore ad alto valore aggiunto, e perché oggi il wine lover vuole andare a vedere dove si produce e come si produce il vino, che si deve far conoscere e deve attirare le persone. Quando le persone conoscono il luogo in cui il vino viene prodotto, allora lo amano e lo apprezzano, perché il vino è legato al suo terroir: quindi non si vende semplicemente un succo d’uva, sarebbe banale, ma un contesto, un territorio, un sapere, una professionalità e una capacità di composizione. Il vino appartiene proprio alle arti della composizione.
La cantina di Poggio Antico sarà, seguendo il concept caro all’architetto, “un progetto di contemplazione del paesaggio, caratterizzato da una grandissima semplicità: una grande terrazza con un pergolato d’uva per guardare il Monte Amiata, nient’altro che un podio da cui contemplare un territorio meraviglioso. Poi tutto avverrà sotto terra, in profondità, dove si va a prendere il fresco, dove matura il vino e dove si lavora. I 17 gradi che occorrono per far affinare il vino nella barricaia sono dati naturalmente e gratuitamente dalla terra: bisogna andare a prendere l’energia la dove ci viene offerta da madre natura” afferma Casamonti. Il progetto, presentato oggi a Firenze nella sede della Regione Toscana, alla presenza del Presidente Eugenio Giani (che ha ben raccolto l’auspicio dell’architetto Marco Casamonti della posa della prima pietra nel febbraio 2025, ndr) rientra nel programma di investimenti fortemente voluto dall’imprenditore belga Marcel Van Poecke, che, con la sua compagnia Atlas Invest, ha acquisito Poggio Antico nel 2017. La posa della prima pietra è prevista tra 11-15 mesi.
Nella visione di Casamonti, la cantina di Poggio Antico “sarà una specie di “stilobate” (il piano su cui poggia il colonnato nel tempio greco, ndr), senza il tempio, perché il tempio è il paesaggio. É uno “stilobate” che permette alle persone di andare a guardare in direzione di Monte Amiata e vedere il paesaggio della Toscana attraverso le vigne, quindi la vera caratteristica è che è una cantina che permette di vedere, più che un luogo che viene guardato e osservato”. La cantina si inserisce in un luogo già antropizzato “e questo - spiega Casamonti - va nella direzione dello strumento urbanistico che il Comune di Montalcino sta approvando, cioè l’idea che si deve sviluppare il territorio, però non nelle aree vergini o in mezzo alle vigne, ma là dove si è già costruito, dove il territorio è già antropizzato. Se si fa questa operazione evidentemente si preserva il paesaggio naturale, quindi bisogna fare in modo che l’attività dell’uomo sia concentrata in punti specifici e non diffusa”.
“Volevamo creare qualcosa che non impattasse sul territorio, senza andare ad occupare ulteriori aree con costruzioni, se non quelle già edificate - spiega a WineNews Pier Giuseppe D’Alessandro, dg Poggio Antico - la nuova cantina (che vede anche la collaborazione nel progetto, come coordinamento e project management generale, della Wino di Firenze, uno degli studi di ingegneria più prestigiosi e specifici nella costruzione di cantine in Italia e non solo, ndr) sarà un ambiente unico per Montalcino, ma la cui unicità è data dalla posizione stessa dell’azienda. Una terrazza con vista dal Monte Amiata al Mar Tirreno, che sarà aperta alla comunità locale, di cui facciamo parte da sempre. L’incontro con l’architetto Casamonti è stato da subito un connubio felice perché, interpretando le nostre esigenze, ha dato vita a un progetto semplice e lineare, ma allo stesso tempo unico, meraviglioso e attento all’ambiente. L’idea di costruire una nuova cantina nasce da due esigenze. La prima, più “tecnica”, è legata al nuovo approccio che stiamo adottando nella gestione del nostro lavoro, che richiede volumi di vinificazione più piccoli per poter identificare ogni singola unità di suolo dell’azienda con un suo vino. La seconda esigenza è quella di rendere più razionali i passaggi che dall’uva ci portano alla bottiglia adottando un sistema di gravità totale nel processo produttivo”.
Già numerosi gli investimenti realizzati dall’azienda, che si trova in un’importante fase di cambiamento, interpretato anche dalla release, in primavera, della nuova etichetta “Vigna I Poggi” 2019, primo single vineyard. Poggio Antico sorge sul più alto rilievo vitato dell’intera denominazione, a sud del borgo di Montalcino. Ad un’altitudine media di 500 metri vengono coltivati 37 ettari di vigneti. I suoli hanno una natura antica e composita: rocce calcaree e galestro che spingono il Sangiovese a dare il massimo, traducendosi in vini complessi ed eleganti.
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