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L'Eco della Stampa

Ca’ del Bosco, l’arte dell’enologia … La casa vinicola e il connubio con la scultura un concorso celebrato anche alla Biennale… “Avevo un sogno. Fare del vino un’opera d’arte, un concentrato di cultura, di bontà, di eccellenza, in sintonia con la natura di una terra speciale come la Franciacorta”. È un imprenditore illuminato Maurizio Zanella, il presidente di Ca’ del Bosco, che parla della sua passione per il vino di altissimo livello che va di pari passo con l’arte, l’amore per il bello. Lui, che 16 anni, ha iniziato il suo percorso nel mondo del vino (“Quando era ancora considerato solo un prodotto industriale di massa”) ha di fatto contribuito a dare il via a una grande rivoluzione sul fronte dell’enologia italiana. Con lui Ca’ del Bosco, la casa vinicola nata negli anni Sessanta (di cui fa parte dal 1994 la famiglia Marzotto), ha acquisito una posizione di primo piano sul fronte dei vini eccellenti (52 milioni il fatturato), promuovendo in contemporanea la Franciacorta, terra straordinaria perla produzione di bollicine amate in tutto il mondo. Ma il merito di Maurizio Zanella va oltre la pura imprenditorialità. Vino e arte sono per lui due elementi inscindibili perché, come ricorda, “hanno in comune l’origine culturale dionisiaca della creatività”. Ed è per questo che la sua cantina, sulle colline di Erbusco, è una galleria a cielo aperto, con opere “non comprate dai mercanti d’arte, ma concepite e discusse direttamente con gli artisti”. Maurizio Zanella, da vero imprenditore-mecenate, l’anno scorso ha lanciato il primo concorso italiano per grandi sculture da esterni riservato ad artisti under 40. Un concorso biennale realizzato in collaborazione con Venetian Heritage, presieduto da Toto Bergamo Rossi, autorevole personaggio nel campo dell’arte. La premiazione del vincitore sarà celebrata durante la Biennale. Nel mondo dell’enologia Ca’ del Bosco, che prende il nome da una piccola casa di famiglia in cui è nata questa impresa, oggi circondata da 270 ettari di vigneti, si caratterizza per uno stile unico, “fatto di eleganza e semplicità - sottolinea Zanella - noi non amiamo parlare di marketing perché la produzione di vino è legata a quanto la terra e il Padreterno ti permettono di avere. Niente è prevedibile”. Maurizio Zanella ha avuto per vent’anni come maestro Luigi Veronelli (“Mi ha infuso la sua cultura per il vino”) e poi grazie al suo spirito ribelle (“Sono così sin da giovane”) ha rotto i vecchi schemi sulla produzione di massa del vino per puntare all’eccellenza, affinata anche con frequenti viaggi in Francia e in giro per il mondo. A tutto questo ha unito l’amore per l’arte dichiarata anche dal “Cancello Solare”, opera del 1985 di Arnaldo Pomodoro, da cui si accede alla sua moderna cantina, dove a partire dal 1968 sono stati piantati i primi vigneti. E dove immerse nella natura convivono opere d’arte site specific. Un esempio per tutti, “L’eroe di luce” di Igor Mitoraj, realizzata in marmo bianco.

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