02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
INNOVAZIONE

Oscar Green by Coldiretti: premiate buone idee e progetti dei giovani per il clima ed il lavoro

Dal concime alla lana alle “orecchiette chips”, dal pane di robiola ai cosmetici con kiwi e noccioli d’ulivo, l’agricoltura vola verso il futuro

Dal concime a base di lana alle orecchiette snack per aperitivi, dal pane di robiola ai cosmetici anti-aging al kiwi e ai noccioli d’ulivo, dal progetto per “disintossicare” dall’uso degli schermi, al ritorno della manna “biblica”: ecco alcune delle innovazioni all’Oscar Green Coldiretti, presentate da giovani agricoltori provenienti da ogni parte d’Italia, per mostrare le loro idee volte a salvaguardare il clima e creare opportunità di lavoro, sul palcoscenico del Villaggio Coldiretti (28-30 giugno), evento che porta in laguna il meglio dell’eccellenza made in Italy a tavola.

Solo sei di queste innovazioni, però, sono state elette come migliori nelle diverse categorie di premi del Concorso. Ad aggiudicarsi il premio “Campagna Amica” è stato Jacopo Trasolini, con il suo cosmetico antispreco e rigenerante al kiwi; vincitore di “Custodi d’Italia” è, invece, il siciliano Emiliano Appiano, uno dei venti produttori di manna al mondo. A vincere la sezione “Coltiviamo Solidarietà” è l’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni di Roma, che ha deciso di far partecipare tutti i suoi studenti. Per ciò che riguarda i premi “Energie per il Futuro e la Sostenibilità” e “Fare Filiera” sono stati incoronati rispettivamente Chiara Spigarelli, con un fertilizzante naturale di lana di pecora, ed il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (insieme alla Società Bs-Green, 15 allevamenti ovini del Consorzio per la tutela della Igp Agnello di Sardegna e la Ditta Daga Carni), con un progetto di ricerca che ha dimostrato un bilancio carbonico derivante dalla produzione della carne d’agnello pari a zero. Il Premio “Impresa Digitale”, infine, è andato a Renato Paolocci che, a Napoli, in Campania, ha ottimizzato la produzione di piante aromatiche e microgreen, con la tecnica dell’acquaponica. Nel Villaggio Coldiretti (28-30 giugno) si susseguiranno interventi di esponenti istituzionali e rappresentanti della società civile per discutere sui temi della crisi energetica, del cambiamento climatico, dell’alimentazione e dei rischi connessi all’affermarsi di modelli di consumo omologanti, a partire dall’attacco alla Dieta Mediterranea alla sopravvivenza stessa del made in Italy agroalimentare.

Tra i migliori progetti anche quello di Chiara Spigarelli, della provincia di Udine, sfrutta le proprietà della lana di pecora come base per la produzione di fertilizzanti sostenibili, valorizzando quello che oggi rappresenta uno scarto da smaltire in funzione ecologica. Un materiale ricco di nutrienti, soprattutto azoto (10%), e dalle eccellenti capacità di ritenzione idrica, mentre quello nato dalla sinergia tra il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, la Società Bs-Green e 15 allevamenti ovini del consorzio per la tutela della Igp Agnello di Sardegna e la Ditta Daga Carni, che propone una filiera certificata a emissioni zero: la prima carne ovina al mondo certificata “carbon neutral”. Tra i migliori non poteva certo mancare del wellness sostenibile, rappresentato dal primo anti-aging ricavato utilizzando kiwi troppo piccoli per essere immessi sul mercato: un’idea di Jacopo Trasolini, toscano di Arezzo , che ha creato un cosmetico antispreco rigenerante per le irritazioni, nutriente e ideale per chi ha la pelle sensibile. Tra i primi premi c’è addirittura un prodotto protagonista della tradizione biblica, la manna, che Emiliano Appiano, in Sicilia, estrae dalla corteccia del frassino. Un prodotto dalle straordinarie proprietà depurative che offre numerosi benefici per il corpo, utilizzata nella cosmesi, nella tradizione dolciaria e persino nei piatti dei ristoranti stellati. Primo premio anche per l’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni di Roma, che coinvolge tutti i suoi studenti (inclusi quelli con disabilità) in attività agricole, zootecniche, tecnologiche (agricoltura 4.0) e di sostenibilità ambientale, attraverso una filiera solidale aperta alla collaborazione con la Locanda del Pellegrino, oltre che come fattoria sociale, con lo scopo di unire tecnologia e natura per rigenerare la vita. Di Napoli Renato Paolocci, che ha portato la produzione di piante aromatiche e microgreen verso nuove vette grazie alla tecnica dell’acquaponica: un sistema che fornisce i nutrienti necessari alle piante attraverso gli scarti dell’allevamento di pesci, purificandone l’acqua e, al contempo, consentendo un risparmio idrico del 95%.

Ma sono stati moltissimi i progetti finalisti che erano stati proposti nell’Oscar Green tra cui, ad esempio, quello di Giuseppe Zafferoni, che, nella sua azienda agricola nel Pavese, ha reintrodotto, in chiave moderna, un’antica tecnica per il trapianto delle piantine di riso, che permette di abbattere fino al 60% dei consumi di acqua nelle risaie. Sostenibilità ambientale e rispetto del territorio sono principi di base per l’azienda agricola Monge: Giacomo Monge usa moderni sistemi come l’uso di atomizzatori a basso volume per risparmiare acqua, ridurre gli sprechi e diminuire drasticamente il tempo di lavorazione nei frutteti. Tra i finalisti c’è stato, poi, chi si è concentrato sull’innovazione di un prodotto, come chi ha creato il primo pane di robiola di capra, utilizzando il siero fermentato derivante dalla produzione del formaggio al posto dell’acqua. Ernesto Benfari ottiene così un pane soffice, digeribile e leggero. Altro caso è rappresentato da Nicola Dibenedetto, che, prendendo la più antica varietà di cime di rapa (le “miezz tiemp”) raccolte fresche all’inizio della primavera, ha rivisitato le tradizionali orecchiette pugliesi, rendendole chips croccanti, da mangiare come stuzzichino da aperitivo. Per gli sportivi più attenti alla sostenibilità ed alla sana alimentazione nasce, nelle Marche, la prima agri-barretta energetica biologica dalla mente di Luca Ciacci. Con valori nutrizionali studiati da un esperto nutrizionista del settore fitness, questa è un alimento proteico sano, privo di prodotti sintetici e farine di insetti, realizzato esclusivamente con ingredienti agricoli garantiti e certificati. Le uova più ricche di omega-3 al mondo arrivano dalla start-up “Mamma Cocca” di Alberto Boccato dal Veneto: questa innovativa azienda, in collaborazione con l’Università di Padova, ha brevettato una dieta speciale per le sue galline, composta da mais, orzo, frumento e semi oleosi. Il segreto risiede proprio nei semi oleosi, ricchi di omega-3, che si trasferiscono dalle galline alle uova, rendendole freschissime e a basso contenuto di colesterolo. Altra proposta legata al mondo del wellness solidale arriva dalla Calabria, con l’Azienda Olearia Geraci e Macrofarm (uno spin-off universitario), che propone una rivoluzione per il mondo del beauty con il primo scrub ai microgranuli naturali di noccioli d’oliva.

Tra i giovani che sono stati capaci di valorizzare al meglio le caratteristiche del proprio territorio e la tradizione contadina spicca l’esempio di Vincenzo Cioti che, in Abruzzo, utilizza le nevi del Gran Sasso come cantina per far invecchiare il suo vino. Bottiglie che, dopo il trasporto a spalla, trascorrono sette mesi sotto la neve. Qualcuno, poi, ha ritrovato il “cuore bianco” del Molise: il formaggio “Treccia di Santa Croce di Magliano”: Maria Antonietta Paladino ha riscoperto la lunga treccia di mozzarella che, per secoli, ha accompagnato la festa della Madonna dell’Incoronata, indossata dai pastori come simbolo di devozione, un patrimonio ora rivisitato in chiave moderna. Agricoltura nel suo senso più materiale, ma non solo, perché fra i molti partecipanti all’Oscar Green ci sono anche giovani agricoltori che “coltivano solidarietà”, spesso collaborando con le istituzioni: è il caso del laboratorio dedicato all’aiuto degli hikikomori (persone con disagi legati alla tecnologia) per il superamento del loro stato di isolamento attraverso l’agricoltura di precisione, che sta nascendo in Liguria. L’obiettivo è quello di creare una “comunità in campo”, dove i ragazzi utilizzeranno il loro know-how tecnologico, mentre l’azienda agricola offrirà formazione e supporto. Sulle colline di Faenza, in Emilia Romagna, Laura Lombardi e suo fratello Mauro hanno trasformato la loro azienda agricola in una fattoria didattica-pedagogica incentrata sugli asini, offrendo interventi di pet-therapy per scuole e turisti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli