L’Italia si riconferma la “regina” del bio europeo, con 84.000 aziende agricole attive sul territorio nazionale: più del doppio della Germania e un terzo in più della Francia. L’agricoltura bio nel Belpaese è arrivata a coprire 2,5 milioni di ettari (+4,5% nel 2023 sull’anno precedente), rappresentando un ettaro su cinque di Superficie Agricola Nazionale (per la precisione, il 19,8%), ormai vicinissima al target del 25% di Sau (Superficie Agricola Utilizzata) da raggiungere entro il 2030 fissato dalla strategia europea nella Strategia Farm to Fork. Ecco i dati che Coldiretti, nella Giornata Europea del Biologico, di scena oggi, 23 settembre, ha presentato a “Divinazione Expo24”, nel G7 Agricoltura, tra Siracusa ed Ortigia. Per ConfagriBio (Confagricoltura), però, è necessario avviare una serie di iniziative a sostegno del biologico e per la sua tutela e valorizzazione, a livello nazionale e internazionale, vigilando, come afferma anche Coldiretti, allo stesso tempo sulla concorrenza commerciale di altri Paesi che non hanno gli stessi standard qualitativi. “L’agricoltura biologica ha bisogno di fare un salto di qualità attraverso politiche che indirizzino l’agricoltura biologica verso un modello produttivo più professionale e organizzato. Occorre puntare su una maggiore aggregazione, con filiere capaci di ridistribuire il valore aggiunto lungo la filiera in maniera più equa a vantaggio sia degli agricoltori, ma anche dei consumatori finali. Occorre anche maggiore ricerca e innovazione e dare anche maggiore sostegno alla domanda di prodotti bio, soprattutto nel mercato interno, incentivando progetti promozionali capaci di comunicare tutti gli “aspetti qualitativi” del biologico al consumatore ordinario, non solo ai “bio lovers puri”, ha aggiunto Francesco Torriani, presidente del settore biologico delle cooperative Fedagripesca.
“In un momento storico complesso legato anche ai mutamenti climatici, occorre dare fiducia ai produttori che si impegnano quotidianamente nel settore del biologico e, aggiunge ConfagriBio, bisogna “fare sistema” tra tutti gli operatori, le istituzioni e gli organismi di controllo, anche perché l’Italia è tra i Paesi più virtuosi per sicurezza e qualità, vanta standard di produzione elevati e pratiche agricole all’avanguardia. Tra gli obiettivi anche quello di divulgare le novità tecnologiche e scientifiche che possono essere adottate per mitigare gli effetti negativi del clima e di stabilire partnership con distributori e rivenditori in altri paesi per facilitare l’accesso ai mercati esteri”. A questo si aggiunge, come riporta Coldiretti, la minaccia ai record del bio italiano data dall’aumento delle importazioni di prodotti biologici dall’estero (cresciute del 40% nel 2023, in controtendenza rispetto al dato dell’Unione Europea).
Questi prodotti non assicurano la stessa qualità e sicurezza di quelli nazionali ma finiscono spesso per essere venduti come tricolori grazie alla mancanza di un’etichettatura d’origine riconoscibile. Quest’ultimo aspetto, che ha certamente avuto un impatto sul settore del bio italiano (che ha ormai toccato i 3,8 miliardi di euro nella Gdo) ha visto l’arrivo di cereali in quantità massicce, magari usati per pasta, pane ed altri prodotti con il logo del biologico, ma anche l’arrivo di ortaggi bio ed olio d’oliva ha segnato aumenti da record. Per questo motivo, Coldiretti ha deciso di elaborare un decalogo di consigli per scegliere la qualità e difendersi dalle frodi, a difesa dei consumi degli italiani: il consiglio primo di Coldiretti è quello di verificare sempre la presenza del logo europeo del biologico (la foglia bianca in campo verde) nell’etichetta del prodotto bio, come le indicazioni obbligatorie per il prodotto venduto sfuso e la certificazione del venditore, assieme all’origine “Italia” che, nella confezione, deve essere sempre presente sotto il logo. Per assicurarsi che il prodotto bio sia al 100% Made in Italy meglio acquistare direttamente dalle aziende agricole biologiche nei punti vendita o nei mercati contadini come quelli di Campagna Amica.
Ma, allo stesso modo è buona pratica preferire prodotti biologici locali, coltivati vicini al luogo di consumo, magari freschi di stagione. Per contribuire alla biodiversità scegliere specialità bio che recuperano varietà tradizionali e razze di animali autoctone che hanno subito trasformazioni minime evitando il bio ultraprocessato e, guardando alla confezione, preferire packaging essenziali ed ecosostenibili. A tavola è importante adottare una dieta differenziata a base di tutti i prodotti biologici della Dieta Mediterranea. Ma Coldiretti Bio sostiene anche la necessità di affermare in Europa al più presto il principio di reciprocità sulle importazioni, ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino nel nostro Paese cibi coltivati secondo regole non consentite nella Unione Europea. Fermare la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo e valorizzare il vero prodotto tricolore sono le condizioni fondamentali per costruire filiere biologiche dal campo alla tavola. Un’aspettativa che viene condivisa anche da ConfagriBio, secondo la quale “è necessario avviare una serie di iniziative a sostegno del biologico e per la sua tutela e valorizzazione, a livello nazionale e internazionale, vigilando allo stesso tempo sulla concorrenza commerciale di altri Paesi che non hanno gli stessi standard qualitativi”.
Nonostante i rischi che il forte sistema del bio italiano si trova ad affrontare, però, sono tanti i casi di eccellenza del bio italiano. Come quello della Cooperativa Agricola Girolomoni, eletta dalla Commissione Europea a “migliore Pmi nella trasformazione di alimenti biologici”: “siamo orgogliosi del fatto che ancora una volta sia una eccellenza italiana a distinguersi in un contesto europeo attraverso la virtuosità dei suoi metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e del territorio, costituendo un modello che funge da stimolo per centinaia di altre imprese che operano nel settore biologico”, ha commentato il Sottosegretario all'Agricoltura, Luigi D’Eramo, ricordando come questo prestigioso titolo, tra i premi europei per la produzione biologica (Ue Organic Awards) istituiti nel 2021, celebra la Giornata Europea dell’Agricoltura, con l’obiettivo di valorizzare gli attori più innovativi del settore e che abbiano sviluppato un progetto di eccellenza, innovativo e sostenibile, fungendo da esempio e stimolo per altri e creando un reale valore aggiunto per la produzione e il consumo dei prodotti biologici.
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