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Il gin avanza nelle preferenze delle bevande nell’on premise: ma può crescere ancora molto

Scelto nel fuori casa dal 16% degli italiani, è dietro soltanto ad aperitivi e amari. E, secondo l’analisi di Cga by Niq, ha ulteriori potenzialità
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Il gin

Lo vediamo farsi sempre spazio nelle vetrine dei bar, grazie ad una scelta di prodotti sempre più ricca, tra industriali e artigianali, tanto che sono nati locali dove è proprio lui il protagonista assoluto. Bevanda da mixare, ma anche da degustare in purezza, come dicono gli intenditori, il gin sta riscuotendo un successo significativo e trasversale, forte anche di un utilizzo che non è più legato, soltanto, alla fascia oraria notturna. Base fondamentale di cocktail universali, dal gin tonic al gin lemon, ma presente anche nel Negroni tanto per citare un evergreen italiano, il gin fa della versatilità uno dei suoi punti di forza, ma non chiamatelo “comprimario”. E questo perché il gin ha un potenziale che potrebbe portarlo a primeggiare nel mercato del fuori casa italiano come sostiene la nuova ricerca di Cga by Niq (NielsenIQ), società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise, che sottolinea le significative possibilità di crescita della bevanda se combinate all’azione strategica di produttori e fornitori nei confronti dei consumatori, dei canali e delle occasioni di consumo.
Ad oggi il gin & tonic occupa una delle posizioni più alte nella classifica dei cocktail preferiti dagli italiani, trovandosi al quarto posto dopo Aperol Spritz, Mojito e Campari Spritz. Per guadagnare posizioni, una soluzione citata nello studio riguarda l’innovazione del servizio che rappresenta il primo passo verso un’opportunità di crescita, sempre più concreta, per valorizzare la bevanda e garantirne una maggiore attrattiva da parte degli italiani. Tra queste, in primis, la realizzazione di cocktail che si allineino alla cultura italiana della ristorazione e dell’aperitivo ponendo le bevande a base di gin, ad esempio il gin tonic, come alternative interessanti all’Aperol o al Campari Spritz. Inoltre, secondo lo studio di Cga by Niq, il 25% dei consumatori di gin considera decisive le raccomandazioni dei baristi nel momento della scelta e quindi i barman esercitano una certa influenza sui tipi di drink ordinati, soprattutto nei locali in cui il gin non è tradizionalmente una delle scelte principali. Attualmente il gin è scelto nel fuori casa da una percentuale di italiani di poco inferiore rispetto alla media globale - si tratta di un 16% a fronte del 19% - e occupa una posizione più alta in classifica rispetto ad altri alcolici come il rum (14%) e il whisky (12%), mentre segue, in termini di gradimento, aperitivi (42%) e amari (34%).
Tra i fattori che ne influenzano l’ordinazione spicca la reputazione del brand, ritenuta fondamentale per il 49% dei consumatori, seguita poi dalla qualità complessiva del servizio, che si attesta a un 34%. In base alle tipologie di gin, invece, rimane salda la posizione nel mercato dei brand britannici, mentre un 52% degli italiani consuma gin aromatizzati dai gusti più diversi, il 28% dei consumatori opta per il limone, il 23% per il lime, il 20% per l’arancia e il 17% per il pompelmo.
Questa bevanda, dapprima ordinata principalmente nei locali notturni, viene ora riscoperta anche in altre occasioni di consumo, anche più rilassate come per i pasti nei ristoranti e per gli aperitivi, occasioni in cui il gin viene accompagnato dal cibo. Infatti, il 33% degli italiani che consuma gin fuori casa afferma che lo ordina mentre trascorre momenti tranquilli e il 30% per il piacere dell’esperienza; il 29% per il suo sapore e solo il 19% nelle occasioni di socializzazione. Ciò spiega perché il 78% degli italiani ordina il gin nelle pizzerie e il 73% nei ristoranti, sebbene restino percentuali minori di consumatori che lo consumano nei bar notturni (47%) almeno una volta al trimestre e nelle discoteche (22%). Ma che confermano come il trend legato alla fruizione stia cambiando mostrando un potenziale su cui lavorare per lo sviluppo ulteriore del gin a livello di consumi.

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