L’Italia, si sa, è la regina dei vitigni autoctoni, un patrimonio ammirato in tutto il mondo di cui c’è da andare orgogliosi: numerosi, infatti, sono i vini ottenuti dal ricchissimo giacimento varietale del Belpaese, in grado di abbracciare almeno 600 vitigni in produzione. Ma l’Italia del vino non vive soltanto di autoctoni, perché da sempre anche le varietà internazionali trovano qui terreno fertile e sono in grado di distinguersi nel mondo, ai massimi livelli, grazie alle idee e al lavoro dei produttori. Un esempio è nei vini prodotti con il vitigno Merlot, originario della Gironda (Francia), ma diffuso su scala internazionale e in grado di trovare in diversi territori d’Italia alcune delle sue massime espressioni: a “certificarlo”, Wine-Searcher, che ha messo in fila le migliori etichette nel “The World’s Best Merlot of 2024” che raccoglie i punteggi di un’ampia platea di critici, tra cui gli influenti e prestigiosi Robert Parker e Jancis Robinson. Nella top ten ci sono ben sette vini italiani e di questi sei arrivano dalla Toscana, la patria del Sangiovese, ma in grado di esprimere qualità altissima anche con altre tipologie di vitigni, Merlot in primis.
E se al primo posto c’è l’icona francese Petrus (97 punti, 4.208 dollari), il “re” di Pomerol, tra i simboli di Bordeaux e tra le eccellenze della Francia enoica nel mondo, al secondo posto spicca Masseto (96 punti, 1.028 dollari), un Merlot in purezza e vino di culto assoluto che nasce nel terroir di Bolgheri, un gioiello enoico del Gruppo Frescobaldi; a completare il podio un’altra eccellenza made in France, Le Pin, “capolavoro” di Pomerol (96 punti, 3.717 dollari). L’Italia ritorna al quarto posto con Castello di Ama, importante griffe nel cuore del Chianti Classico guidata da Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, produttrice anche de L’Apparita Toscana Igt (95 punti, 222 dollari), la cui prima annata è del 1985, Merlot proveniente dal vigneto che dà il nome; al quinto posto si resta nel Chianti Classico con La Ricolma Merlot Toscana Igt di San Giusto a Rentennano (95 punti, 227 dollari), storica realtà di proprietà, dal 1914, della famiglia Martini di Cigala. Al sesto posto ci si sposta nella costa toscana con il Redigaffi di Tua Rita (95 punti, 236 dollari), Merlot in purezza affinato per diciotto o venti mesi in barrique, a seconda delle caratteristiche dell’annata, che deve il suo nome ad un piccolo torrente che scorre vicino alla proprietà, Un’etichetta che è un “cult wine” dell’azienda condotta da Simena Bisti con il marito Stefano Frascolla. Posizione n. 7 per Roberta’s Reserve di Kapcsandy Family Winery: siamo in Napa Valley, zona più prestigiosa per la produzione di vini negli States (96 punti, 425 dollari). Toscana protagonista anche alla posizione n. 8 grazie al Messorio (95 punti, 236 dollari), “cult wine” (prima annata, 1994) prodotto da Le Macchiole di Cinzia Merli, uno dei top player di Bolgheri e tra le cantine pioniere dell’areale. Il Friuli fa il suo ingresso alla posizione n. 9 con il Merlot Buri Colli Orientali di Miani (96 punti, 258 dollari), piccola azienda-gioiello fondata nel 1985 da Enzo Pontoni. A chiudere la top 10 (94 punti, 102 dollari) è il Galatrona (Doc Valdarno di Sopra), vino bandiera di Petrolo, cantina con sede a Bucine e guidata da Luca Sanjust, terza generazione della famiglia Bazzocchi-Sanjust: vino prodotto per la prima volta con l’annata 1994, un Merlot in purezza le cui uve provengono dal vigneto Galatrona-Feriale.
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