“Fare vino è una cosa seria, vuol dire far uscire l’anima, come nel rock. Io faccio vino perché sono nata in Toscana, e ho vissuto da ragazza nella sua bellissima campagna, dove erano i contadini a produrlo. È da loro che ho imparato a farlo, poi ho continuato a “respirarlo” e, quindi, a berlo e più lo bevevo e più scrivevo le canzoni, quindi ho continuato a berlo (scherza, ndr). Ed oggi lo produco con lo stesso impegno con cui faccio musica”. Parola di Gianna Nannini, icona del rock e tra le cantanti italiane più amate di sempre, al “Merano WineFestival” 2024. Dove la rockstar, tra una tappa e l’altra del tour, da tutto esaurito, “Sei nell’Anima. European Leg”, è voluta essere presente di persona, per ricevere il primo “The WineHunter Stars” come miglior “Wine Producer”, voluto da “The WineHunter” Helmuth Köcher, e, soprattutto, per raccontare con parole sue che cosa vuol dire essere anche una vignaiola alla Certosa di Belriguardo, la sua tenuta nella amata terra di Siena, in Toscana, dove nasce la sua ultima “Meravigliosa creatura”: il rosso La Rossa, “un vino dell’anima e che arriva all’anima - ha detto, a WineNews, parlando di vino e buona cucina, con la sua compagnia d’eccezione a tavola, insieme all’imprenditore Oscar Farinetti (premiato, come miglior “Communicator”) - perché questo vino non è rock, ma da meditazione”.
Un Supertuscan che Gianna Nannini produce, da qualche tempo, e che è dedicato ad una delle donne speciali della sua vita, legata ai ricordi della sua infanzia: una contadina dai capelli rossi che lavorava alla Certosa, e che aveva una nipote con la quale da bambina correva insieme giocando nei campi, dove la nonna, “un personaggio quasi magico”, conduceva pecore e maiali. Ed alla quale ha dedicato anche una canzone, “La lupa e le stelle”: “nel racconto che mi ha fatto è come entrare dentro un affresco di pittura senese - sottolinea il direttore WineNews, Alessandro Regoli - con una contadina e un pagliaio accanto al vigneto da cui nasce questo vino, e che ricorda la campagna dell’“Allegoria ed effetti del buono e del cattivo Governo” del grande pittore Ambrogio Lorenzetti, in Palazzo Pubblico a Siena, ma in chiave “pop””.
È così che Gianna Nannini, grandissima artista con una testa aperta al mondo, mantiene salde le sue radici, con la sua tenuta della Certosa di Belriguardo, 70 ettari (di cui 8 a vigneto), nelle colline di Monteriggioni, a Siena, “una terra a cui il vino appartiene da settecento anni”, ha ricordato, a due passi dalla Città del Palio, dove è nata nella Contrada dell’Oca, e dove, la rockstar-vignaiola più mitica di sempre, produce le sue etichette - come Baccano, “sì, quello è un vino rock” ci tiene a precisare - e lo fa “appassionatamente”, grazie anche ad amici-consulenti come il grande enologo Renzo Cotarella (ad Marchesi Antinori, ndr), e la famiglia Farinetti (Oscar e Andrea), che, con la 101 Vini, distribuisce e racconta le 3.000 bottiglie de “La Rossa”, un Merlot con aggiunta di Cabernet Sauvignon (ma dall’anima toscana quasi fosse come un grandissimo Sangiovese, ndr), che nasce proprio da un unico vigneto, “con la curiosità di una bambina/Quando il fumo del fuoco saliva/Oltre i mucchi di paglia e l’estate”.
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