02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
COMMERCIO INTERNAZIONALE

Trattato di libero scambio Ue-Mercosur, c’è l’accordo tecnico. Ma non piace all’agricoltura italiana

La contrarietà di Confagricoltura e Coldiretti. Che puntano il dito sulla mancanza della reciprocità delle regole con i Paesi del Sudamerica
ACCORDI COMMERCIALI, CEEV, Coldiretti, COMMERCIO, COMMISSIONE EUROPEA, Confagricoltura, FEDERVINI, FILIERA ITALIA, MERCOSUR, RECIPROCITÀ, REGOLE, SUDAMERICA, UE, UIV, URSULA VON DER LEYEN, Non Solo Vino
Confagricoltura e Coldiretti contro il trattato di libero scambio Ue-Mercosur

Non piace affatto alle organizzazioni di categoria dell’agricoltura italiana l’accordo tecnico sul trattato di libero scambio Ue-Mercosur, firmato in queste ore nel vertice di scena a Montevideo, in Uruguay, e che seguono le posizioni di contrarietà, soprattutto per la mancata reciprocità delle regole tra le due aree geografiche, il Sudamerica e l’Unione Europea, espresse nei giorni scorsi dai Governi di Paesi come Italia e Francia (prima della crisi di queste ore che ha investito Parigi, ndr). Mentre le imprese del vino rappresentate dal Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), di cui fanno parte Federvini ed Unione Italiana Vini - Uiv, lo ritengono “auspicabile e necessario”.
“Confagricoltura apprende con disappunto la notizia dell’accordo Ue-Mercosur al quale si è sempre opposta fermamente per i rischi che comporta per il settore primario. L’intesa non garantisce equità e reciprocità nei rapporti, né protezione per il nostro modello agricolo - dichiara Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura - comprendiamo la necessità di approfondire le relazioni commerciali internazionali, ma questo non deve avvenire a discapito degli agricoltori europei e delle nostre produzioni”.
Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Pur presentando potenziali vantaggi per alcuni settori, l’intesa è altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare. Confagricoltura, in linea con il Copa (l’associazione che riunisce le principali organizzazioni professionali agricole, rappresentando oltre 22 milioni di agricoltori europei, di cui lo stesso Giansanti è ai vertici), aspetta di valutare con attenzione i termini dell’accordo per capire se sarà stato inserito il tema della reciprocità che deve essere la base di un’intesa capace di garantire stessi standard di sicurezza alimentare, di tecniche di produzione, di regole del lavoro e di competitività”.
Anche Coldiretti e Filiera Italia si oppongono duramente all’accordo tecnico Ue-Mercosur firmato oggi a Montevideo nella sua forma attuale, considerandolo inaccettabile per il comparto agricolo europeo e italiano. “La von der Leyen - sottolineano Coldiretti e Filiera Italia - ha detto che nell’accordo ci sono adeguate tutele per la produzione agricola europea. Vedremo se sono state inserite nell’ultima versione del testo che sarà reso noto da metà della settimana prossima. Quelle già note al momento sono del tutto insufficienti. Non svenderemo mai il futuro degli agricoltori e la salute dei consumatori europei per un accordo che è lontanissimo dalle reali esigenze di tutela per il comparto agroalimentare. Non accetteremo forme di compensazione di chi vorrebbe usare fondi per “prepensionare” gli agricoltori europei che vogliono essere protagonisti del proprio futuro”. Le proposte di modifica che erano state avanzate da Coldiretti e Filiera Italia, spiegano le organizzazioni, andavano nella direzione di salvaguardare, dopo venti anni di negoziati, la competitività e la sostenibilità del nostro sistema agroalimentare. Si è scelto, invece, di penalizzare gravemente il settore agricolo con regole disomogenee e concorrenza sleale, alimentando una corsa al ribasso nei costi di produzione, con regole non reciproche che penalizzano le imprese agricole italiane ed europee. Il posizionamento dell’Italia, ora, diventerà determinante, una volta che l’accordo tecnico firmato oggi andrà in approvazione del Consiglio dei Ministri”. L’accordo, che Coldiretti e Filiera Italia definiscono “sbilanciato e pericoloso per l’agricoltura europea, prevede l’eliminazione dei dazi sul 91% delle esportazioni e sul 92% delle importazioni, ma le relazioni commerciali tra Ue e Mercosur risultano fortemente asimmetriche. Mentre l’export europeo si concentra sui beni industriali, i Paesi del Mercosur esportano principalmente materie prime agricole, spesso prodotte con standard di sicurezza alimentare e ambientale lontani dalle rigide normative europee”. Tra i pericoli c’è quello della sicurezza alimentare, spiegano Coldiretti e Filiera Italia, “visto che nei Paesi del Mercosur è consentito l’uso di pesticidi e fitosanitari vietati in Europa, con limiti massimi residui nei prodotti agricoli molto più alti rispetto a quelli consentiti dall’Ue. Alcuni antibiotici promotori della crescita, vietati in Europa, continuano ad essere usati negli allevamenti di suini e pollame in diversi Paesi del Mercosur. Inoltre, l’accordo incentiverebbe una maggiore deforestazione dell’Amazzonia, con un incremento delle importazioni di carne bovina che potrebbe comportare la distruzione di oltre 1 milione di ettari di foresta tropicale entro il 2030.A rischio c’è anche la gestione della tracciabilità del bestiame in Brasile che è ancora su base volontaria, mettendo in dubbio la trasparenza e la sicurezza della filiera e restano irrisolti gli ostacoli veterinari che impediscono l’export di prodotti italiani come i salumi verso i Paesi del Mercosur”. L’accordo, spiegano ancora Coldiretti e Filiera Italia, “prevede abbattimenti daziari e contingenti tariffari (Tra) che aggraverebbero la concorrenza sleale per i produttori europei come ad esempio: carni bovine con importazione di 99.000 tonnellate (55% fresche e 45% congelate) in 6 anni con un dazio del 7,5%, oltre alle 45.000 tonnellate già esenti da dazi attraverso l’Omc; pollame con importazione di 180.000 tonnellate a dazio zero, equamente suddivise tra carne con l’osso e disossata, in sei fasi annuali; riso con importazione di 60.000 tonnellate esenti da dazio, che si aggiungono alle attuali 80.000 tonnellate a dazio pieno; etanolo con importazione di 450.000 tonnellate di etanolo per usi chimici esenti da dazi e 200.000 tonnellate per usi generici con un dazio contingentale di 1/3 del dazio Npf, introdotte in sei fasi annuali. Per quanto riguarda le carni bovine - spiegano Coldiretti e Filiera Italia - ci sono persistenti lacune nei controlli del Brasile sull’uso di ormoni vietati in Ue. Pericoli anche per la colture seminative, con il 52% delle sostanze attive usate sul mais in Brasile e Argentina che sono vietate in Europa, come l’atrazina, vietata da oltre 15 anni. Rischi anche per le barbabietola da zucchero con circa 30 sostanze attive usate sulla canna da zucchero in Brasile che non sono più autorizzate in Europa”.
Eppure, secondo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “si tratta di un accordo vantaggioso per tutti, che apporterà vantaggi significativi ai consumatori e alle imprese, da entrambe le parti. Ci concentriamo sull’equità e sul vantaggio reciproco. Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dei nostri agricoltori e abbiamo agito di conseguenza. Questo accordo include solide garanzie per proteggere i mezzi di sussistenza. L’Ue-Mercosur è il più grande accordo mai raggiunto per quanto riguarda la protezione dei prodotti alimentari e delle bevande dell’Ue. Più di 350 prodotti dell’Ue sono ora protetti da un’Indicazione geografica. Inoltre, le nostre norme sanitarie e alimentari europee rimangono intoccabili. Gli esportatori del Mercosur dovranno rispettare rigorosamente tali norme per accedere al mercato dell’Ue. Questa è la realtà di un accordo che farà risparmiare alle imprese dell’Ue 4 miliardi di euro di dazi all’esportazione all’anno” (qui la scheda della Commissione sul comparto agroalimentare e sulla sicurezza alimentare).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli