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LO STUDIO

Produrre vino, a Bordeaux, costa da 3,33 euro a 6,14 euro a bottiglia. I conti tra vigna e cantina

A dirlo, analizzando diversi parametri, il “Référentiel Économique du Vigneron bordelais”, elaborato dalla Camera dell’Agricoltura della Gironda

Tra le tante normative rimaste in sospeso in Francia, da tempo, e ancora di più dopo la recente crisi di Governo d’Oltralpe, c’è quella della legge Egalim, il cui intento, in sintesi, è fissare prezzi minimi dei prodotti agricoli, e anche del vino, sotto i quali non scendere in fase di contrattazione tra produttori e commercio, per garantire a tutti un giusto reddito. O almeno indicarli, visto che fissarli per legge ad oggi, a livello Ue, non è possibile. Evitando così le vendite sotto costo, che sono uno dei bersagli maggiori delle proteste che in questi mesi, più volte, si sono vissute, per esempio, in diversi territori del vino francese, alle prese con difficoltà economiche fortissime. Un prezzo difficile da calcolare, soprattutto in una filiera articolata come quella del vino, dove oltre alla produzione della materia prima, che è l’uva, si deve tenere conto anche della trasformazione e della distribuzione. Eppure è quanto ha provato a fare la Camera dell’Agricoltura della Gironda, ovvero la Regione di Bordeaux, uno dei territori più in difficoltà del vino francese, soprattutto guardando ai prodotti di prezzo più basso e agli entry level. Il metodo, piuttosto articolato, è stato quello di calcolare i costi di gestione della vigna e della vinificazione, prendendo in considerazione dimensioni aziendali, tipologia di conduzione del vigneto, resa per ettaro e così via.
E così, per esempio, per un’azienda di 40 ettari con 3.333 viti per ettaro, nel “bacino viticolo” del Bordeaux Superiore, con vigneti condotti in regime convenzionale, con una resa di 50 ettolitri ad ettaro, si arriva ad una media di 1.447 euro per tonneau, ovvero 3,33 euro a bottiglia. Che diventano 1.847 euro a tonneau e 3,66 euro a bottiglia per un’azienda delle stesse dimensioni che non usa erbicidi, con una resa di 40 ettolitri ad ettaro, e salgono a 2.189 euro a tonneau e 3,94 euro a bottiglia per chi parte da un regime di conduzione bio, con una resa per ettaro di 35 ettolitri. Costi che salgono nettamente per un’azienda più piccola, con 15 ettari di vigneto a 6.500 piante per ettaro nella zona dell’Haut Médoc o del Libournais. In regime convenzionale, e con una resa sempre di 50 ettolitri ad ettaro, la stima è di 2.480 euro a tonneau, e di 4,85 a bottiglia, che diventano 3.120 a tonneau e 5,38 a bottiglia per una vigna condotta senza l’uso di erbicidi, con una resa per ettaro di 40 ettolitri, e salgono a 4.029 euro a tonneau e 6,14 euro a bottiglia in regime bio, con una resa di 35 ettolitri per ettaro. Esempi di massima ovviamente, che tengono conto, però, di una dettagliata analisi di costi di gestione del vigneto (materiali, diritti di impianto, costi generali, affitti, mano d’opera), di vinificazione (infrastrutture, prodotti enologici, mano d’opera e spese generali), ma anche costi di imbottigliamento e di commercializzazione. “Dopo i documenti pubblicati dal 2002, ecco la nuova versione del “Référentiel Économique du Vigneron bordelais”, elaborato dalla Camera dell’Agricoltura della Gironda in collaborazione con Aoc Conseils (società di consulenza per le imprese vinicole francesi, ndr)”, spiega la Camera dell’Agricoltura girondina. I costi di produzione qui presentati sono indicatori che dovrebbero consentire a ciascun viticoltore di valutare il proprio sistema produttivo e di riflettere su come gestire la propria azienda e le transizioni agricole, per adattarsi ai vincoli ambientali e sociali in un contesto economico difficile. Basato sull’osservazione dei vigneti di Bordeaux, questo studio mostra la realtà dei costi di produzione nel vigneto, consentendo la remunerazione del lavoro, compreso quello familiare. Questi costi economici di produzione, calcolati secondo un approccio di viticoltura sostenibile, forniscono un valido punto di riferimento per aiutare i vari attori del settore nella ricerca del valore aggiunto di cui hanno bisogno nelle loro aziende”, si legge ancora nel documento.
Che, quanto meno, è un tentativo di fissare nero su bianco i costi di produzione di una bottiglia, pur in un settore fatto di mille variabili produttive, come quello del vino. E che mette in evidenza come cambino, anche di molto, le cose, tra grandi e piccoli produttori.

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