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VINO NOBILE

L’americano Michael L. Cioffi è il nuovo proprietario di Valdipiatta, griffe di Montepulciano

Investimento da 1 milione di euro, che celebra l’amicizia tra l’avvocato statunitense e la famiglia Caporali, che resta alla guida della tenuta

È una storia di amicizia tra famiglie, di amore per un territorio e per il suo vino, quella che ha portato l’avvocato americano Michael L. Cioffi, già proprietario di Monteverdi Tuscany, raffinato albergo diffuso nel cuore della Val d’Orcia, nel comune di Sarteano, a diventare il nuovo proprietario della tenuta Valdipiatta, una delle griffe storiche del Vino Nobile di Montepulciano, dagli Anni Ottanta del Novecento della famiglia Caporali, acquistata da Giulio Caporali e condotta, fino ad oggi da Miriam Caporali, che resterà in azienda come direttrice generale, e che continuerà a gestire quotidianamente la cantina, come ha fatto suo padre prima di lei, con una visione sempre profondamente radicata nella tradizione e nell’autenticità del territorio. Per l’avvocato americano Cioffi e per Valdipiatta si tratta di “un investimento strategico da oltre 1 milione di euro e l’ampliamento dei vigneti per celebrare vent’anni di amicizia e passione per il territorio”, spiega una nota. Alla base di tutto, la lunga amicizia, nata grazie al vino, tra Cioffi e Giulio Caporali, ed un rapporto più che ventennale tra l’avvocato americano e l’azienda.
“Un rapporto consolidato - spiega, a WineNews, Miriam Caporali - tanto che Cioffi possiede a Monteverdi un’esclusiva verticale che conta più delle ultime 20 annate del nostro Vino Nobile di Montepulciano Vigna di Alfiero, di cui ha comprato, fino ad oggi, “en primeur”, una o due barrique ogni anno, e che poi viene etichettato con una dedica esclusiva a Monteverdi. E per lui, da anni, vinifichiamo le uve di una piccola vigna che ha, sempre a Monteverdi, e da cui nasce un vino che produce per diletto personale, e non è in commercio”.
L’intesa, di fatto già operativa, apprende WineNews, prevede l’acquisizione integrale delle quote della tenuta Valdipiatta da parte di Michael L. Cioffi (mentre non è inclusa nell’operazione la quota di minoranza di Miriam Caporali nella proprietà dello storico Caffè Poliziano di Montepulciano, ndr). “Questo accordo porterà nuove sostanziali risorse finanziarie, superiori ad 1 milione di euro, alla cantina per l’espansione del vigneto e l’investimento in nuove attrezzature all’avanguardia per la vinificazione. Miriam Caporali continuerà a ricoprire il ruolo di Chief Operating Officer della tenuta Valdipiatta, affiancata dal marito Giuliano, e continuerà a gestire quotidianamente la cantina, come ha fatto suo padre prima di lei, con una visione sempre profondamente radicata nella tradizione e nell’autenticità del territorio”, si legge in una nota.
Valdipiatta è stata fondata alla fine degli Anni Sessanta del Novecento dal padre di Miriam Caporali, Giulio Caporali. La tenuta, negli anni, è cresciuta dai 10 ettari iniziali agli attuali 30, di cui 20 piantati a vigneto, 2 a uliveto e il resto a bosco. L’accordo tra Miriam Caporali e Michael L. Cioffi, spiega ancora un comunicato ufficiale, celebra vent’anni di amicizia e collaborazione, “iniziata nel 2003 quando Cioffi visitò, per la prima volta, Valdipiatta, dopo aver letto un articolo sulla rivista Usa “Wine Spectator””.
“Giulio Caporali mi accolse con un sorriso e da quel momento nacque una splendida amicizia. Abbiamo trascorso innumerevoli ore parlando di storia, arte, filosofia e, naturalmente, di vino. Giulio Caporali era un uomo straordinario, un grande erudito e un eccellente vignaiolo”, ricorda Cioffi. “Gli esposi, in un italiano approssimativo, di aver letto del suo vino su “Wine Spectator” e del mio desiderio di acquistare alcune bottiglie della memorabile annata 1997. Finse di non comprendere, sebbene in seguito scoprii che era un autentico uomo del Rinascimento, ingegnere, storico, studioso di civiltà etrusca e scrittore, con un’eccellente padronanza dell’inglese. Dopo avermi pazientemente ascoltato arrancare con il mio imbarazzante italiano nel tentativo di illustrargli quanto sapessi dei suoi successi, mi rivolse un sorriso e disse: “Ti piacerebbe vedere la cantina?”. Nei due decenni successivi, abbiamo trascorso innumerevoli ore conversando di storia etrusca, arte, musica, filosofia, politica e, naturalmente, vino. Il suo passatempo prediletto era sottopormi a degustazioni alla cieca dei vini della sua collezione privata. Sono fiero di poter affermare che non deludevo spesso il mio amico con risposte sbagliate ... o forse lui mi concedeva più indulgenza di quanta ne meritassi. Giulio Caporali era un grande studioso, viticoltore e un essere umano straordinario. Nutro per lui un profondo affetto e mi manca ancora oggi”, conclude l’avvocato americano. Che, ora, dunque, è uno dei tanti imprenditori stranieri che si innamorano della Toscana del vino e dei suoi territori, e diventano produttori.

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