Tra bellezza, storia, genetica e complessità dei vini che producono, il valore delle vecchie vigne è inestimabile. E se recentemente l’Oiv-Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino ne ha stabilito la definizione ufficiale, secondo la quale una vite è vecchia quando ha un’età di “almeno 35 anni o superiore”, oggi i cosiddetti “patriarchi della vite” sono protagonisti di un importante rilancio, da parte delle cantine che ne sono le “custodi” in Italia e nel mondo - come WineNews ha raccontato in un video, raccogliendo le voci dei membri della “The Old Vines Conference”, movimento mondiale per valorizzare e salvaguardare i vitigni storici e diffonderne cultura e valori, che riunisce aziende di tutto il mondo (con tante italiane, da Marchesi Antinori a Castello di Albola-Zonin1821, dalla Tenuta San Leonardo a Tenuta Sette Ponti, da Feudi di San Gregorio ad Alta Mora-Cusumano, da G. D. Vajra a Zýmē, da Gini alle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, per citarne solo alcune) - perché rappresentano un patrimonio unico da conservare e da studiare per la loro resilienza, guardando al futuro, tra cambiamento climatico, viticoltura sostenibile e vini che siano sempre di più la massima espressione del loro territorio.
L’ultima iniziativa per preservare gli antichi vitigni arriva dal Cile dove una campagna di crowdfunding punta a raccogliere 350.000 sterline per salvare un clone pre-fillossera di Cabernet Sauvignon di 140 anni di età nella Valle del Laja, nella regione del Bío Bío, e garantire un futuro al vitigno-icona del Paese sudamericano e di regioni come la Valle del Maipo, la più famosa e prestigiosa, in tutto il mondo. Un progetto lanciato dall’ingegnere agrario Max Morales, con alle spalle l’esperienza dell’iniziativa Chile Vitivinícola 2.0 sulla resilienza climatica e sul rilancio dei vitigni storici, e dalla wine writer Francesca Bridgewater Fcim, per creare un Centro per conservare e diffondere il materiale genetico dei vitigni storici, sostenuto dal biologo svizzero, specialista della vite, José Vouillamoz (coautore di “Wine Grapes. A complete guide to 1.368 vine varieties, including their origins and flavours”, l’“enciclopedia del vino” scritta con Jancis Robinson e Julia Harding). In particolare, l’obbiettivo del Centro sarà quello di sviluppare un “clone cileno” di Cabernet Sauvignon, in grado di resistere agli effetti del cambiamento climatico ed ai parassiti. Ma i promotori, spiega il magazine “The Drinks Business”, rilanciando la campagna come fa anche WineNews, sono già al lavoro per salvare altri vitigni storici del Cile, tra cui Malbec, Cabernet Franc e País.
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