Uno dei temi più discussi e centrali del mondo del vino è quello della sostenibilità. Argomento che si lega al presente e, soprattutto, al futuro, e che riguarda vari aspetti della filiera, dal vigneto alla cantina, dalla bottiglia al packaging. Nel corso degli anni si stanno accumulando molti contributi, provenienti da diversi ambiti di studio, dal mondo della scienza a quello del marketing, utili per continuare a migliorare quel percorso che tante aziende hanno già intrapreso e rendere sempre più efficiente, in modo concreto, la sostenibilità nel settore vitivinicolo. Di strada ne è stata fatta, ma il cammino è ancora lungo. Tra le voci che hanno un certo peso c’è quella della Sustainable Wine Roundtable (Swr), una piattaforma globale indipendente (con sede a Londra) dedicata a promuovere la sostenibilità nel settore vitivinicolo attraverso la collaborazione. Argomenti che Swr, in particolare sull’importanza del peso della bottiglia contro l’impatto ambientale, ha portato sotto i riflettori al “Wine Paris” a Parigi, il primo grande appuntamento fieristico internazionale del 2025, con una tavola rotonda sulle soluzioni pratiche per la sostenibilità nel vino, presentando approfondimenti di esperti e casi di studio del mondo reale.
Chiarire gli standard di sostenibilità, abilitare una viticoltura sostenibile e garantire standard di lavoro equi sono tre pilastri della filosofia della Sustainable Wine Roundtable nella promozione delle proprie azioni attraverso il Global Reference Framework (Grf), salutato come “la prima dichiarazione globale di cosa significhi realmente sostenibilità nel settore del vino”, si legge in un articolo di Peter Stanbury, direttore della ricerca della Swr, pubblicato sulla rivista “Vinexposium” di febbraio. Riguardo proprio agli standard di sostenibilità, Stanbury ha messo in evidenza come “i consumatori si sono abituati all’idea di etichette e loghi per determinare se il prodotto che stanno acquistando “è sostenibile”. Ma nel settore vinicolo sono in vigore più di 40 standard di sostenibilità”. Un’abbondanza che può creare, per Stanbury, “incertezza tra rivenditori e consumatori e comporta un rischio significativo di greenwashing. Swr sta quindi valutando tutti gli standard di sostenibilità del vino per identificare quelli credibili e quelli che non lo sono”.
Tra i punti centrali di Swr c’è anche il tema delle bottiglie, considerato che, ha aggiunto il direttore dell’organizzazione, “la nostra ricerca indica che circa la metà dell’impatto ambientale è attribuibile alle bottiglie. Quelle leggere rappresentano una chiara opportunità per ridurre le emissioni in tutto il settore. Nel nostro Bottle Weight Accord, i partecipanti si impegnano a ridurre il peso medio delle loro bottiglie da 750 millilitri a meno di 420 grammi entro la fine del 2026. Con oltre 20 firmatari, che rappresentano circa 1,5 miliardi di bottiglie, l’accordo è diventato di fatto lo standard di settore per l’alleggerimento delle bottiglie”.
Per quanto riguarda la viticoltura, la Sustainable Wine Roundtable ha messo a punto il Protocollo per la viticoltura sostenibile, il Sustainable Viticulture Protocol (Svp), un insieme di principi per aiutare i coltivatori a dimostrare pratiche sostenibili, indipendentemente dal fatto che vengano utilizzati approcci biologici, biodinamici o convenzionali. Ma sostenibilità vuol dire anche “garantire standard di lavoro equi” tanto che, dice Stanbury, “il settore vinicolo deve confrontarsi con questioni più complesse in materia di diritti dei lavoratori, come la schiavitù moderna, il lavoro forzato e minorile e il reddito dignitoso”. Un tema quello delle condizioni di lavoro e dei diritti umani su cui si sono sviluppati una serie di workshop di Swr.
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