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RICONOSCIMENTI

“Master Winemaker 100” 2025: ecco i migliori enologi italiani per “The Drinks Business”

Da Antonio Massucco (Banfi Piemonte) a Mirco Balliana (Andreola), da Gianfranco Gallo (Vie Di Romans) a David Landini (Villa Saletta)
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Antonio Massucco, Mirco Balliana, Gianfranco Gallo e David Landini

Antonio Massucco, direttore enologo di Banfi Piemonte, per il “Best Sparkling”, una tipologia in cui l’Italia è ben rappresentata nel mondo, ma nella quale una delle cantine leader del vino italiano fa emergere l’Alta Langa, il primo spumante Metodo Classico italiano, con etichette di eccellenza come la Cuvée Aurora Riserva 100 Mesi 2012; e, infatti, Mirco Balliana, enologo di Andreola, tra i nomi più noti del Cartizze, è l’artefice del “Best Prosecco”, il Dirupo Valdobbiadene Docg Brut 2023, tra le massime espressioni delle bollicine italiane più esportate al mondo; ma c’è un’altra tipologia, amatissima oltreconfine, e in cui il Belpaese domina il mercato, e il cui miglior winemaker è Gianfranco Gallo, enologo-manager dell’azienda di famiglia Vie Di Romans, tra le realtà di spicco del Friuli, che si aggiudica il riconoscimento per il “Best Pinot Grigio”, con il Friuli Isonzo Dessimis 2022; ma non poteva che essere italiano anche l’enologo “maestro” di un vitigno per eccellenza del Belpaese, David Landini, dg e ad Villa Saletta, storica Tenuta in Toscana, incoronato per il “Best Sangiovese”, ovvero il Chiave di Saletta. Ecco i migliori enologi italiani tra i “Master Winemaker 100” 2025 by “The Drinks Business”, i cui vini sono stati giudicati alla cieca da Master of Wine ed esperti, e sono risultati vincitori nei diversi concorsi enologici del magazine Uk. E tra i quali, il “Master Winemaker of the Year” 2025, massimo riconoscimento, è Rosemary Cakebread, proprietaria ed enologa di Gallica Wine, storica cantina della Napa Valley, grazie ai suoi Gallica Cabernet Franc 2019 e Gallica Cabernet Sauvignon 2021.
Ma, tra i migliori winemakers, ci sono anche il “Best New Entrant”, ovvero Ed Carr, enologo dell’azienda australiana House of Arras, che dimostra come anche la Tasmania può competere quando si parla di spumanti, a partire dai suoi rosè; Johan Jordaan, enologo di Spier Family Wine, in Sud Africa, premiato per il “Best Chenin Blanc” grazie ai suoi grandi Chenin Blanc; ed Emilio Sojo Nalda, direttore tecnico della spagnola Bodegas Riojanas e miglior winemaker nella categoria “Best Rioja”, artefice di alcuni dei migliori vini da invecchiamento della regione, come il Tempranillo.
A Bruce Jack, enologo e proprietario di Bruce Jack Wines, va l’“Autumn Tasting Award”, per essere un maestro del vitigno Pinotage in Sudafrica; il “Best Chardonnay” incorona Kym Schroeter, enologo senior di Penfolds, icona del vino australiano, grazie anche al celebre Bin; il “Best Bordeaux” va a Marielle Cazaux, enologa ed ad di Château La Conseillante a Pomerol, nel cuore dei vigneti bordolesi, mentre il “Best La Place Wine” va a Luc Morlet, enologo e co-fondatore di Morlet Family Vineyards, che produce il miglior vino su La Place de Bordeaux, il Morlet Coeur de Vallée.
A seguire, nella categoria “Best Malbec” il miglior winemaker è Ernesto Bajda, enologo di un’altra icona del vino mondiale, e del Malbec, come l’argentina Catena Zapata; a produrre il “Best Syrah” è, invece, Daniela Jansen, enologa delle cantine Saronsberg, ancora in Sud Africa, con il Saronsberg Full Circle; il “Best Riesling” è quello di Steve Baraglia, chief winemaker di Pikes Wines nella Claire Valley, in Australia.
Il “Best Grenache” lo produce Peter Fraser dalle vecchie vigne custodite da Yangarra Estate Vineyard in Australia, mentre a firmare il “Best Rosé” è François Matton, co-proprietario ed enologo del famosisissimo Château Minuty (con il Gruppo Lvmh), in Provenza; è Ralf Holdenried, l’enologo artefice del “Best Merlot”, direttore della Black Stallion Estate Winery in California; a Veronika Pichler, la winemaker dell’austriaca spusu, va, quindi, lo “Spring Tasting Award”, grazie al suo ottimo Gemischter Satz The First.
Il maestro dei “Best Pinot Noir” è Matías Ríos, direttore enologo di un’altra icona mondiale, come la cilena Cono Sur che firma l’Ocio; il “Best Sauvignon Blanc” è quello di Hannes Sabathi, proprietario e winemaker della cantina austriaca che porta il suo nome; il maestro delle bollicine francesi? Hugo Drappier, enologo della storica Maison di famiglie Drappier, che si aggiudica il titolo nel “Best Champagne”.
Ma ci sono anche, il miglior enologo grazie al suo “Best Carmenère”, Aurelio Montes Jr, capo enologo di Viña Montes, l’azienda di famiglia, icona del vino cileno con il Montes Wings Carmenère; il miglior winemaker per il suo “Best Cabernet Sauvignon”, Adam Eggins, capo enologo dell’australiana Wakefield Wines; l’enologo top grazie al suo “Best Cabernet Franc”, Alejandro Vigil, capo enologo della cilena El Enemigo; e, last but not least, il grande enologo Gérard Bertrand -già “Master Winemaker of the Year” 2023 - che si aggiudica il titolo per il “Best Orange Wine” per il Villa Soleilla che produce nel Sud della Francia.

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