La rieducazione e il coinvolgimento dei detenuti in carcere attraverso laboratori rappresentano un’importante opportunità di riscatto e reinserimento sociale. Questi progetti mirano a fornire competenze pratiche e professionali ai detenuti, offrendo loro una possibilità concreta di reintegrarsi nella società una volta scontata la pena. Un esempio significativo è il progetto dei laboratori di pasta fresca nella Casa Circondariale di Bologna, organizzato dalla community delle Cesarine in collaborazione con l’Unione Donne in Italia (Udi), edizione n. 2.
Il progetto ha preso il via in questi giorni e proseguirà con quattro appuntamenti tra marzo e aprile. Durante questi incontri, le partecipanti hanno l’opportunità di cimentarsi insieme alle Cesarine Susanna, Paola e Alessandra nella preparazione di piatti tipici della tradizione bolognese ed emiliana tra cui strozzapreti, tagliatelle, tortelloni, balanzoni (nella variante rosa realizzata da Cesarine per Udi).
L’obiettivo non è solo quello di trasmettere un sapere gastronomico, ma anche di creare momenti di condivisione e inclusione. Per questo motivo, Udi e Cesarine stanno lavorando con l’amministrazione della struttura per proporre l’opportunità di un pasto condiviso e per permettere alle partecipanti di gustare insieme le preparazioni realizzate durante i laboratori.
Per l’edizione 2025, il progetto si arricchisce della partecipazione di una giornalista tedesca che ha collaborato alla stesura di un libro sulle ricette bolognesi ed emiliane e porterà il proprio contributo culturale, e di una chef che condividerà la sua esperienza maturata nei laboratori di cucina nel carcere di Marsiglia. Inoltre, si sta lavorando per creare sinergie con realtà del territorio che possano supportare le partecipanti nel proseguire il percorso avviato, favorendo la continuità attraverso strutture di accoglienza e opportunità lavorative nel settore della ristorazione.
“Questo progetto riflette l’impegno di Cesarine nel promuovere la tradizione gastronomica italiana come strumento di inclusione sociale, contribuendo alla formazione di nuove competenze e alla creazione di un futuro migliore per tutte le partecipanti”, conclude la community di cuoche e cuochi di casa di tutta Italia.
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