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COLLEZIONISMO

Nel 2024, giù le vendite all’asta di vini e alcolici di Sotheby’s: -30%, a 114 milioni di dollari

Si ridisegna la “geografia” mondiale del collezionismo, in crisi Bordeaux, Borgogna “regina”, cresce l’Italia. E gli Usa superano Hong Kong
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Nel 2024, giù le vendite all’asta di vini e alcolici di Sotheby’s

In un 2024 complesso per il vino, anche il mercato dei fine wines, che fino a qualche anno fa sembrava immune alle crisi, ha sofferto, e mentre per la maggioranza degli addetti ai lavori, la ripresa si farà attendere almeno fino al 2027 (con il Live-Ex, “termometro” del segmento che, analizzato da WineNews, resta negativo anche nel 2025, soprattutto per l’effetto dazi Usa), le conseguenze si fanno sentire anche nel mondo delle aste, il cui scenario sta cambiando, perché si torna a piuttosto a cercare l’affare, partendo da quotazioni più basse, per aggiudicarsi grandi bottiglie a prezzi interessanti per comprarle e stapparle, e meno per investire. La riprova, sembra arrivare anche dal “Wine & Spirits Market Report” 2024 di Sotheby’s, diffuso nei giorni scorsi, e che parla di un calo delle vendite all’incanto, nel complesso, di ben il 30%, a 114 milioni di dollari (dai 159 milioni di dollari del 2023), ma che portano comunque ad oltre 1,8 miliardi di dollari le vendite cumulative registrate nella categoria dal 1995 ad oggi, confermando la casa d’aste come leader indiscussa negli incanti per singolo proprietario e grazie alle collaborazione con le aziende più prestigiose e collezionisti sempre più esigenti e che stanno ridisegnare la “geografia” mondiale del mercato dei fine wines. Un crollo dovuto, in particolare, agli alcolici di fascia alta, mentre sono andate bene a valore le vendite di Scotch e Whisky giapponese (capaci di raggiungere aggiudicazioni anche di oltre 370.000 dollari, come per una botte di whisky Karuizawa del 1952 ad Hong Kong). Sessantuno le aste che, si sono svolte in 10 Paesi, tra i quali per la prima volta la Svizzera, con l’incanto battuto da Sotheby’s a Ginevra (e con la casa d’aste ha festeggiato 30 anni di attività a New York, e batte il martelletto nelle più antiche aste di vino al mondo, come quelle degli Hospices de Beaune, accanto alla Napa Valley Vintners e a La Cité du Vin di Bordeaux), per un totale di 21.398 lotti venduti, e che hanno visto gli Usa superare Hong Kong nelle vendite annuali di vino, grazie ai migliori offerenti, anche se l’Asia continua a mantenere la sua posizione di leadership nel commercio dei fine wines, con la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan, tra i 10 migliori mercati a livello globale.
Un 2024 che, secondo il rapporto, è stato un “anno cruciale”, nel quale, per la prima volta, le vendite totali di Bordeaux - con il “re indiscusso” delle aste passato da una quota del 62% nel 2014 ad appena il 15% nel 2024 - con Borgogna - che, al contrario consolida la sua posizione in termini di valore, nonostante un calo dei prezzi ma che restano, ovviamente, elevati e di fascino, rappresentando ancora il 34% delle vendite, dopo il picco del 46% raggiunto nel 2021 - e liquori scesa al di sotto del 70% del fatturato totale, a testimonianza di come collezionisti ed investitori stiano ampliando i propri interessi, guardando anche alle regioni emergenti del vino mondiale. Tanto che i vini della California e della Spagna hanno visto più che raddoppiare le vendite, così come continua la crescita per i vini dell’Italia e della Valle del Rodano.
Scorrendo le “Top 10” dei vini con le più alte quotazioni nelle aste e negli incanti charity, a dominare, come detto, è lla Borgogna, anche a livello di singolo produttore, con Domaine de la Romanée-Conti, che, con gli Hospices de Beaune, hanno rappresentato complessivamente il 36% delle vendite globali di vino, con quote di mercato rispettivamente del 19% e del 17%. A seguire, sono icone come Domaine Armand Rousseau (4%), Domaine Leroy + d’Auvenay (4%), Petrus (3%), Château Lafite Rothschild (2%) e Château Mouton Rothschild (2%) a dominare le vendite di vino, mantenendo la loro posizione di pilastri nella “top 10” dei produttori di Sotheby’s da anni. Continua a crescere la domanda della Maison Krug per il secondo anno consecutivo, mentre Domaine Georges Roumier rientra in classifica per la prima volta dalla pandemia, e La Mission Haut-Brion sale diventando il secondo Château di Bordeaux più venduto (tutti con percentuali del 2%).
Il top lot del 2024 è stata una cassa da 12 bottiglie di Vosne-Romanée Cros Parantoux del 1999 di Henri Jayer, venduta a Hong Kong per 152.596 dollari. A seguire sul podio, 6 magnum di Romanée Conti 1994 e da una matusalem di Romanée Conti 1983 di Domaine de la Romanée-Conti, entrambe aggiudicate ad Hong Kong rispettivamente a 143.907 dollari e 143.496 dollari. A seguire, grandi nomi come Domaine d’Auvenay, Domaine Georges Roumier e Domaine Armand Rousseau. Il top lot delle aste di beneficenza è stata, invece, la Pièce de Charité - Beaune Premier Cru Les Bressandes 2024 dell’Hospices de Beaune, che ha incassato 483.000 dollari, rendendolo il vino di beneficenza con il prezzo più alto dell’anno, con l’incanto battuto da oltre un secolo che piazza anche gli altri due lotti sul podio, con due Bâtard-Montrachet Grand Cru Cuvée Dames de Flandres 2024 aggiudicate a 403.969 dollari. A seguire, è stato l’incanto Collective Napa Valley a raggiungere le maggiori quotazioni grazie ai suoi prestigiosi lotti che completano la classifica.
Un 2024 in cui Sotheby’s ha fatto calare il martelletto anche in tanti prestigiosi eventi, in tutto il mondo, nelle quali le vendite di vino per regione vedono in testa Bordeaux (35%), seguita dalla Borgogna (26%) e dalla Champagne (12%), ma anche un’ottima posizione per l’Italia (8%), e il tutto grazie a vini-icona che vanno da Domaine Coche-Dury a Château Margaux, da Château Latour a Petrus, da Château Haut Brion a Domaine & Maison Leroy, da Maison Krug a Dom Pérignon, da Château Cheval Blanc a Château Mouton Rothschild, da Domaine de la Romanée-Conti a Château Lafite Rothschild, da Ornellaia & Masseto (Gruppo Frescobaldi) a E. Guigal.
Infine, tornando all’identikit dei collezionisti, secondo il rapporto di Sotheby’s, hanno sempre più un’impronta globale, partecipando da oltre 60 Paesi e rispecchiando, così, un interesse mondiale per il vino senza precedenti, con una distribuzione ad oggi divisa quasi equamente tra Asia, Americhe ed Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Questo storico cambiamento è in gran parte guidato dagli Stati Uniti, dove il numero di acquirenti è raddoppiato rispetto ad Hong Kong, riflettendo un aumento sostanziale sul 2023, quando la differenza tra i due erano solo del 18%, mentre la partecipazione in Asia rimane robusta, con cinque dei primi 10 Paesi (Hong Kong, Cina, Taiwan, Singapore e Malesia), che spendono di più situati nel continente. Ma il 2024 ha segnato anche la prima volta in cui l’Emea è emersa come mercato leader: gli investitori asiatici nel 2024 si sono aggiudicati il 32% delle vendite totali, mentre Europa, Medio Oriente e Africa insieme hanno rappresentato il 35%, trainate in gran parte dall’Europa, e le Americhe il 33%. Nel dettaglio, Hong Kong si conferma il cuore delle aste di vino di Sotheby in Asia: gli acquirenti della città hanno speso 14 milioni di dollari nel 2024, seguiti dalla Cina continentale e da Singapore con 4 milioni di dollari ciascuno; Taiwan ha contribuito con 3 milioni di dollari agli acquisti, mentre gli acquirenti malesi hanno contribuito con 1 milione di dollari. Da notare che, nonostante sia un mercato di consumo chiave, il Giappone non figura nella lista. Nelle Americhe, gli Stati Uniti mantengono il dominio, con 28 milioni di dollari, superando di gran lunga il resto del continente, che, nel complesso, vale 3 milioni di dollari. New York ha inoltre superato Hong Kong per la prima volta nelle vendite annuali delle aste di vino, diventando la sede di Sotheby’s con le migliori prestazioni e stabilendo il suo secondo record di vendite annuali più alto fino ad oggi. Ma, tuttavia, nonostante questa ascesa del mercato Usa, la leadership dell’Asia rimane solida, conclude il rapporto di Sotheby’s, rappresentando la metà dei 10 principali mercati della casa d’aste in tutto il mondo.

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