No alla Politica Agricola Comunitaria (Pac) dentro al Fondo Unico di cui si parla in Europa, aspettando la reale proposta di bilancio post 2027 dall’Ue: dopo le proteste delle rappresentanze agricole di categoria espresse dal Copa-Cogeca, ora a dirlo ufficialmente sono diversi Paesi membri, tra cui l’Italia. “La nota congiunta di Italia e Grecia, con il sostegno di Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Francia, Irlanda, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria per una Pac forte e adeguata ad affrontare le sfide future è un segnale importante di condivisione che mette in evidenza le nostre ferme posizioni sull’agricoltura europea e la necessità di riservare al settore un bilancio coerente e dedicato”, commenta il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, riguardo al documento prodotto in occasione della discussione odierna al Consiglio Ue Agricoltura e Pesca, a Bruxelles, con l’Italia rappresentata dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Nel documento, spiega una nota di Confagricoltura, i Paesi condividono le forti preoccupazioni sull’ipotesi di istituire un fondo unico e un Piano nazionale che sostituirebbero l’attuale approccio basato su fondi e programmi separati per agricoltura e pesca. “Il Commissario Hansen parla di evoluzione della Pac - aggiunge Giansanti - ma con il fondo unico ci troveremmo di fronte a una rivoluzione. Questo indebolirebbe l’efficacia e la coerenza delle politiche e farebbe perdere la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze del settore e dei cittadini”.
Nella nota viene infatti sottolineato come la Pac, con la sua struttura a due pilastri, svolga un ruolo indispensabile nel garantire alla popolazione europea alimenti di alta qualità, sicuri e a prezzi accessibili e nel preservare la base produttiva naturale.
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