02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)
MADE IN ITALY

Un’eccellenza da salvare: serve un aumento del 25% degli ulivi piantati, per Coldiretti e Unaprol

Tra cambiamento climatico, Xylella, import fuori controllo e offerte al ribasso soffre l’olio extravergine di oliva: tra i simboli del made in Italy
CAMBIAMENTO CLIMATICO, Coldiretti, DAVID GRANIERI, IMPORT, OLIO, OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA, PIANO OLIVICOLO 2025, PRATICHE SLEALI, ULIVETO ITALIA, UNAPROL, XYLELLA, Non Solo Vino
L’olio Evo italiano soffre. Per salvarlo, Coldiretti e Unaprol offrono la loro visione

Per salvare l’autosufficienza produttiva dell’Italia e garantire olio extravergine d’oliva buono e sostenibile sugli scaffali è importante l’obiettivo di aumentare del 25% le piante di ulivo entro i prossimi 7 o 10 anni, accelerando sul fronte della tracciabilità a livello europeo, della lotta alla Xylella e alle pratiche sleali e della garanzia di risorse idriche. E’ la posizione Coldiretti e Unaprol, emersa al tavolo sul piano olivicolo, convocato al Ministrero dell’Agricoltura. “A minacciare il futuro dell’uliveto Italia sono oggi diversi fattori tra cui il più evidente è l’effetto dei cambiamenti climatici, unito al problema della concorrenza sleale, ma a pesare sono anche l’eccessiva frammentazione aziendale e volatilità dei prezzi - ha sottolineato David Granieri, vicepresidente Coldiretti e presidente Unaprol - siamo, dunque, pronti a dare il nostro contributo alla definizione di un Piano Olivicolo 2025 ambizioso, concreto e inclusivo, capace di affrontare le emergenze del presente e costruire la sostenibilità del futuro attraverso interventi strutturali, coraggiosi e integrati, che rimettano al centro la produzione nazionale, la qualità certificata, e il valore delle filiere organizzate”.
Il primo problema da risolvere è legato al fatto che, come sottolineato anche in apertura, l’Italia non è più autosufficiente nella produzione di olio, falcidiata negli ultimi anni dagli effetti dei cambiamenti climatici, mentre le giacenze si sono ridotte del 35% rispetto alla media quinquennale. Ed è per questo motivo che Coldiretti e Unaprol sostengono l’obiettivo di aumentare i “raccolti” del 25% nell’arco dei prossimi 7 o 10 anni, attraverso il recupero degli oliveti abbandonati, l’espianto ed il reimpianto con varietà italiane adatte alla meccanizzazione, con impianti intensivi e superintensivi in aree idonee e misure dedicate al ringiovanimento degli oliveti tradizionali ed eroici. In tale ottica sarebbe importante recuperare l’esperienza del decreto ministeriale del 2021 con uno stanziamento di 40 milioni di euro destinati alla ristrutturazione degli uliveti. Per Coldiretti ed Unaprol, oltre a incentivi per le produzioni certificate e una generale sburocratizzazione a tutti i livelli, per tutelare la produzione nazionale serve però fermare le importazioni selvagge di olio extra Ue e le frodi spesso ad esse legate attraverso l’introduzione del Registro Telematico Unico Europeo per la tracciabilità, sul modello Sian, ma anche l’introduzione del principio di reciprocità delle regole. Occorre garantire che dietro il prodotto importato, a partire da quello tunisino, ci sia il rispetto delle stesse regole che valgono per le aziende italiane, dall’utilizzo delle sostanze fitosanitarie fino alla tutela dei diritti dei lavoratori, con una rete agricola realmente di qualità. Un tema, quello della concorrenza sleale, che va affrontato anche a livello interno, fermando quelle pratiche sleali che vedono extravergine nazionale usato come prodotto “civetta”, con offerte al ribasso che destabilizzano il mercato e svalutano il valore di un prodotto simbolo del made in Italy a danno della dignità del lavoro agricolo e della fiducia dei consumatori. Un riconoscimento va, invece, a quella parte della Gdo che continua a valorizzare l’olio 100% italiano come un alimento di qualità.
Dinanzi ai danni causati dal clima, che lo scorso anno hanno ridotto del 26% la produzione, serve poi investire su innovazione e ricerca: dalle nuove varietà autoctone e resistenti alle soluzioni di agricoltura, fino all’ammodernamento delle macchine e dei frantoi. La garanzia della disponibilità idrica, vitale per le imprese, passa, però, dalla realizzazione di un grande piano di invasi con sistema di pompaggio, come proposto da Coldiretti insieme ad Anbi. Sul problema Xylella, invece, anche alla luce dei nuovi allarmi scattati nella zona di Bisceglie, per Coldiretti ed Unaprol serve un cambio di passo con una regia unica e con la sburocratizzazione degli interventi, con l’accelerazione della spesa dei fondi disponibili e con nuovi investimenti nella ricerca di varietà resistenti e nel miglioramento genetico.
Importante anche un piano di comunicazione per evidenziare i benefici dell’olio extravergine d’oliva, cardine della Dieta Mediterranea, anche rispetto a modelli di consumo sbagliati che mettono in pericolo la salute delle giovani generazioni, a partire dal cibo ultra-formulato. Un impegno che in questi anni ha visto Coldiretti e Unaprol in prima fila anche con le iniziative della Fondazione Evooschool. Un ulteriore tema è quello di abbassare il limite attuale degli steroli totali negli oli, fissato a 1000 milligrammi per chilo: non rispecchia più la realtà produttiva, penalizzando cultivar italiane d’eccellenza come la Coratina, influenzate dai cambiamenti climatici. In caso contrario il rischio è l’esclusione di oli di alta qualità dal mercato: “all’interno del Piano restano fondamentali - concludono da Coldiretti ed Unaprol - anche i temi del rafforzamento dell’aggregazione e dell’accesso al credito e della formazione, con ulteriori opportunità occupazionali ed economiche che potrebbero arrivare dalla crescita della produzione di olive da mensa”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli