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ATTUALITÀ

Decreto flussi 2026-2028, con l’ok del Consiglio dei Ministri quasi 500.000 ingressi in Italia

267.000 unità nei settori agricolo e turistico. La soddisfazione di Coldiretti e Confagricoltura che chiedono, però, il superamento del click day
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Lavoratori stranieri (ph: Tim Mossholder su Unsplash)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, ieri, in esame preliminare, il decreto relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che programma per il triennio di riferimento gli ingressi regolari in Italia dei lavoratori non comunitari. Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati, numero che sale a 497.550 nell’arco del triennio 2026-2028 con questa ripartizione: lavoro subordinato non stagionale e autonomo per 230.550 unità, mentre per il lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico 267.000 unità.
Si tratta, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, “di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori”. Per quanto riguarda le quote, queste “sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi” e “resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del click day”.
Per il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, l’approvazione del decreto flussi “garantisce presenza di immigrati regolari e garanzia alle imprese di poter impiegare forza lavoro regolare. Ci siamo impegnati per contrastare l’immigrazione irregolare e per garantire la possibilità a chi rispetta le regole di contribuire alla crescita economica dell’Italia così come dare la possibilità a chi arriva di avere un’opportunità di integrazione e formazione. Con i flussi triennali, inoltre, si pone fine al caos preesistente durato troppi anni. Abbiamo lavorato con la collega Calderone, il Ministro Piantedosi e il vice Premier Tajani e, ancora una volta, nel rispetto delle leggi, puntiamo a garantire le nostre imprese e un modello civile di immigrazione. È una risposta chiara e pragmatica a chi per decenni non è stato in grado di fare lo stesso e tenta ancora oggi di ostacolare in ogni modo un modello che garantisca l’immigrazione regolare e finisce, quindi, per agevolare un modello utile solo alla criminalità che produceva danni alla nostra società e agli stessi immigrati irregolari. Abbiamo permesso a lavoratori stranieri di venire in Italia più di ogni passato governo ed è stato possibile proprio perché più di ogni altro governo abbiamo fermato immigrati irregolari”.
Soddisfazione per il nuovo decreto flussi è stata espressa anche dalle associazioni di categoria. Per Coldiretti “rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi e, con essa, la produzione alimentare nel Paese”. Un provvedimento “che porta a 47.000 la quota complessiva di stagionali agricoli gestita dalle associazioni agricole, con l’obiettivo di semplificare le procedure di assunzione, facendo incontrare realmente domanda ed offerta. Uno dei problemi principali del meccanismo del decreto, più volte denunciato da Coldiretti, era legato al fatto che i lavoratori ricevevano spesso il nulla osta quando le attività di raccolta erano terminate. In tale ottica è fondamentale lavorare a una velocizzazione dei processi all’estero, attraverso il diretto coinvolgimento dei consolati”. La gestione delle associazioni agricole, continua Coldiretti, “consente anche di togliere spazio ai fenomeni criminali a partire da quello del caporalato transnazionale, rilevato nell’ultimo “Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia”, elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio Agromafie. Si tratta di vere e proprie organizzazioni malavitose attive tra Italia e Paesi extra-europei, che agiscono come agenzie informali di intermediazione illecita della manodopera agricola”. Per Romano Magrini, responsabile lavoro Coldiretti, si tratta di “un cambio di passo importante da parte del Governo al quale deve ora seguire il definitivo superamento del click day permettendo alle imprese di presentare le richieste durante tutto l’anno, con il supporto delle associazioni agricole e in base alle reali esigenze stagionali. Ci sono, peraltro, le premesse per poter portare le quote nei prossimi tre anni anche a 50.000 - 60.000 lavoratori”. Coldiretti evidenza come sono circa un milione i lavoratori impiegati nelle 185.000 aziende agricole che assumono manodopera, per un totale di oltre 120 milioni di giornate lavorative l’anno. Oltre un terzo della forza lavoro nei campi proviene da Paesi esteri, con lavoratori rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi tra i più numerosi.
Anche Confagricoltura “accoglie positivamente la proposta del Governo di programmazione triennale, che va incontro alle esigenze delle aziende agricole. Una richiesta che Palazzo della Valle ha avanzato da tempo per una pianificazione seria e affidabile degli ingressi necessari, in tempi certi, e con un iter procedurale più snello”. Riguardo al numero delle quote stagionali, “la cifra di cui si parla (88.000 per il 2026) è in linea con quanto richiesto, sebbene leggermente inferiore al fabbisogno per l’agricoltura (circa 100.000 addetti)”. Inoltre, sottolinea Confagricoltura, “permangono ancora le difficoltà relative all’iter burocratico correlato al click day. Ad oggi, ad esempio, pochi lavoratori sono entrati in Italia dopo il click day di febbraio, e le operazioni di raccolta in campagna sono già avviate da mesi. La situazione preoccupa le nostre imprese, che hanno presentato le istanze per i lavoratori extracomunitari nel novembre dello scorso anno e che confidavano di avere la manodopera in tempo per i raccolti. Confagricoltura auspica, pertanto, che si vada nella direzione di una generale semplificazione, superando il meccanismo del click day, a favore di una procedura di prenotazione aperta tutto l’anno, con indicazione del periodo di interesse della tipologia contrattuale offerta. Un canale per l’acquisizione automatica delle domande caricate dalle organizzazioni di categoria all’interno delle quote previste”. Infine l’associazione auspica “l’accelerazione delle pratiche di conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro subordinato, in modo da stabilizzare i rapporti di lavoro effettivamente instaurati con gli addetti stagionali”.

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