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LA CURIOSITÀ

E se la Coca-Cola cambiasse ricetta? Trump vuole lo zucchero di canna al posto del dolcificante

Il Presidente Usa dice di aver convinto la multinazionale: via lo sciroppo ricavato dal mais, “fa male”. Ma i produttori insorgono e crollano in Borsa
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L’annuncio del Presidente Donald Trump su Truth (credit: X/The White House)

E se la Coca-Cola cambiasse ricetta? Considerando che nel caso specifico si tratta di un documento segreto, dal 1919 custodito in un caveau, e che sarebbe conosciuto solo da alcuni dirigenti aziendali e pochi collaboratori fidati, potrebbe contemporaneamente essere sia un evento epocale che un qualcosa di cui non se ne accorgerebbe nessuno. Ma quando c’è Trump di mezzo la cassa di risonanza è globale. E poi, in realtà, non è che cambierebbe proprio tutta la ricetta, bensì solo la tipologia di zucchero utilizzato (anche perché gli ingredienti sono noti, come scritto in etichetta, ma non lo sono le dosi specifiche e soprattutto gli aromi utilizzati, riportati semplicemente come “aromi naturali”, ndr). Fatto sta che, come annunciato dal Presidente degli Stati Uniti stesso sul suo social Truth, il tycoon newyorkese sostiene di aver convinto la Coca-Cola a sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio con lo zucchero di canna: “sarà un’ottima mossa da parte loro. È semplicemente meglio”, ha scritto. Negli States per realizzare la famosa bibita, infatti, si usa un dolcificante ricavato dall’amido del mais, così come accade in Messico e Regno Unito, mentre gran parte d’Europa usa lo zucchero bianco: la scelta risale al 1980 per abbattere i crescenti costi dello zucchero e fino ad oggi non è cambiata.
Da Atlanta, in Georgia, sede della multinazionale, nel frattempo, non sono arrivate né conferme né smentite ufficiali: la Bbc, riporta le parole di un portavoce che dichiara di “apprezzare l’entusiasmo di Trump”, spiegando che “presto saranno condivisi maggiori dettagli sulle nuove offerte innovative della nostra gamma di prodotti”. Il cambio di ricetta sarebbe in linea con il “Make America Healthy Again” (tradotto: fai tornare sana l’America, variazione dello slogan “Make America Great Again”), un’iniziativa dell’amministrazione Trump che ha messo nel mirino la riduzione dell’impiego di ingredienti poco salutari consumati in Usa: il che, troverebbe conferma nelle dichiarazioni del Segretario alla Salute, Robert F. Kennedy Jr., che ha detto che lo sciroppo di mais potrebbe avere effetti negativi sulla salute.
Ma quella dei produttori di mais negli Stati Uniti è una lobby molto influente, in quanto il prodotto è particolarmente versatile e dalla sua lavorazione si ottengono molti cibi e bevande oltre alla Coca-Cola, dai cereali alle tortilla e persino il bourbon. Tanto che la Corn Refiners Association (l’Associazione statunitense delle aziende che lavorano il mais) ha già aspramente criticato la proposta, citando “migliaia di posti di lavoro a rischio”, calo dei redditi agricoli e aumento delle importazioni di zucchero dall’estero. Gli Stati Uniti, infatti, producono circa il 30% del proprio zucchero da canna (soprattutto in Florida e Louisiana), mentre il resto deriva da barbabietole o da importazioni, soggette a quote e dazi.
Anche l’impatto sui mercati è stato pesante, come riporta Il Sole 24 Ore: le azioni di Archer Daniels Midland e Ingredion, tra i principali produttori di sciroppo di mais, il 16 luglio, giorno del post social, hanno perso rispettivamente il 6,3% e l’8,9% nel trading after-hours, mentre i titoli Coca-Cola sono rimasti stabili, in attesa della pubblicazione, il 22 luglio, dei risultati trimestrali.
Trump che peraltro è un noto consumatore di Diet Coke, ha un pulsante per farsela portare nello Studio Ovale e secondo fonti di stampa beveva regolarmente 12 lattine al giorno nel suo primo mandato, oltre ad averci pasteggiato durante la cena di insediamento, preferendola a vini come lo spumante Sauvage della Gruet Winery, cantina del New Mexico, lo Chardonnay Reserve di Veritas Vineyards a Monticello (Virginia), il Cabernet Sauvignon di Mount Veeder Winery nella Napa Valley (California) e il Russian River Valley Natural firmato da Korbel a Sonoma County, cantina specializzata in Champagne della California.

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