Un tempo - come si legge nel Disciplinare tecnico relativo alla registrazione dell’Indicazione geografica Ratafia Ciociara Ig pubblicato dall’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio (Arsial) - nelle case della Ciociaria, si brindava con un bicchierino di Ratafia per suggellare accordi, contratti o patti ufficiali, secondo l’antica locuzione latina “Pax rata fiat” corrispondente a “la pace è fatta”. Questo liquore, prodotto artigianalmente da oltre un secolo con visciole e vino locale, tramandato oralmente o annotato su quaderni di famiglia, è oggi protagonista di un nuovo brindisi: quello per il riconoscimento europeo. La Ratafia Ciociara Ig, neri giorni scorsi, è entrata, infatti, a far parte dell’elenco delle Ig europee, diventando - secondo i dati aggiornati dell’Osservatorio Qualivita - la n. 16 delle Ig italiane nel comparto delle bevande spiritose e la terza del Lazio, accanto a Grappa Ig e Brandy Italiano Ig. 7
Con la registrazione della nuova Ig, l’Italia raggiunge quota 36 Ig delle bevande spiritose: considerando le 857 denominazioni Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta), Stg (Specialità tradizionale garantita) - di cui 328 prodotti agroalimentari e 529 prodotti vitivinicoli - si raggiunge un totale di 893 Indicazioni Geografiche nel Paese, spiega Fondazione Qualivita, in merito all’Italia. Per quanto riguarda il Lazio, la regione conta 66 denominazioni Dop e Igp - di cui 30 nel comparto cibo e 36 nel comparto vino - a cui si aggiungono 4 Stg e 3 Ig delle bevande spiritose, per un totale di 73 Indicazioni geografiche.
In particolare, l’Indicazione geografica Ratafia Ciociara o Rattafia Ciociara Ig è esclusivamente riservata alla bevanda spiritosa ottenuta dall’infusione idroalcolica di visciole o amarene (Prunus Cerasus spp) e vino Cesanese del Piglio Docg o Atina Doc Cabernet. Il liquore si presenta con un colore rosso rubino, più o meno intenso, e un profumo caratteristico di visciole o amarene, frutti di bosco e/o mandorla. Il sapore è aromatico, gradevole e persistente, tipico del frutto utilizzato. Il titolo alcolometrico è compreso tra 17% e 35% vol. La zona di produzione è l’intero territorio della provincia di Frosinone, cuore della Ciociaria, dove questa tradizione liquida continua a vivere e a evolversi, ora anche sotto il sigillo dell’Unione Europea.
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