Delusione per la mancata esenzione di vino e alcolici, preoccupazioni per il futuro e la necessità ribadita di dover tornare al tavolo delle trattative con gli Stati Uniti. Oltrepassando le Alpi, il sentiment sui dazi al 15% sui prodotti europei non è diverso da quello italiano, e anche i francesi esprimono tutti i loro timori sulle tariffe imposte dal Presidente americano Donald Trump. A parlarne per prima, contestando direttamente anche l’operato dell’Unione Europea, è stata il Ministro dell’Agricoltura transalpino, Annie Genevard, che ha affidato i suoi pensieri ai social: “deploro l’esito dei negoziati tra Ue e Usa”, ha scritto su X, esprimendo “rammarico per la mancanza di un’esenzione per vini e alcolici, nonostante la Francia e altri Paesi avessero sottolineato l’importanza prioritaria di questi prodotti”, e parlando di “accordo sbilanciato che mina gli interessi agricoli francesi ed europei: impone dazi del 15% sui prodotti europei esportati negli Stati Uniti, garantendo al contempo un maggiore accesso ai prodotti americani sul mercato europeo. Ciò è fonte di grave preoccupazione per i nostri settori emblematici”.
Una disamina concordata anche dalla Fevs, la Federazione degli esportatori francesi di vini e alcolici (e ripresa dal magazine specializzato Vitisphere) per cui la decisione “provoca un’immensa delusione da parte di tutti gli attori del settore vinicolo e degli alcolici”. Il presidente Gabriel Picard ha rincarato la dose, affermando che l’applicazione dei dazi condurrà “gli esportatori francesi ed europei verso un periodo estremamente difficile”, sottolineando come queste difficoltà saranno altrettanto significative anche “per i nostri partner americani, importatori, distributori e retailer, che si sono fortemente mobilitati oltreoceano contro questa decisione” (come avevamo raccontato qui, ndr).
Il parere è unanime anche sulla necessità di trovare dei correttivi alla attuale situazione, in primis la necessità di tornare rapidamente al tavolo delle trattative, affinché vini e liquori possano entrare a far parte della lista dei prodotti “zero for zero”, cioè esenti dai dazi. “Esorto i negoziatori europei a farne una priorità nei loro prossimi colloqui con le autorità americane”, invoca il Ministro dell’Agricoltura, Genevard, mentre la Fevs auspica che “la conclusione sfavorevole di questo processo imponga di riflettere ora sulle azioni da intraprendere a breve e medio termine”, con il presidente della Federazione Picard che invita la Commissione Europea e la Francia a pianificare un “sostegno essenziale al settore per consentire sia ai viticoltori che alle aziende, in particolare agli esportatori, di far fronte a questa situazione”. Che è la speranza anche di Genevard, che ha affermato di aspettarsi “misure europee forti a sostegno dei produttori penalizzati da questo risultato inaccettabile”.
Intanto, l’Arev - Assemblea delle Regioni Vinicole Europee - contesta sia le modalità di comunicazione che i differenti pesi delle schieramenti in gioco: “il mantenimento di dazi doganali punitivi è ben lontano dallo spirito di un accordo presentato, invece, come reciproco, equo ed equilibrato”, sottolinea, rimarcando anche come, “ancora una volta”, l’agricoltura sia stata trattata “come una ruota di scorta e una merce di scambio”, differentemente da altri settori come l’industria automobilistica, “i cui interessi sembrano essere stati, invece, la principale preoccupazione dei negoziatori dell’Ue”. Un’opinione condivisa dal Copa-Cogeca: “in termini pratici, all’agricoltura europea viene chiesto di accettare condizioni commerciali più deboli, mentre gli Stati Uniti raccolgono nuovi vantaggi. Questa non è reciprocità, ma un errore strategico che danneggia gli agricoltori, le cooperative agroalimentari e le economie rurali all’interno della stessa Ue. Serve condurre e pubblicare urgentemente uno studio d’impatto di questo accordo sul settore, inclusa un’analisi dettagliata degli effetti di sostituzione”.Infine, il Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), guidato da Marzia Varvaglione, pur condividendo la sua “profonda delusione” per l’esclusione di vini e liquori dai dazi e ricordando l’importanza economica del settore europeo negli Usa, con esportazioni per un valore di oltre 4,88 miliardi di euro nel 2024, si è detto “fiducioso che i nostri prodotti saranno tra quelli che beneficeranno di un regime speciale in cui saranno applicati solo i diritti concessi alle nazioni più favorite”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025