In un mondo che corre sempre più veloce, concedersi una pausa non è più soltanto un gesto di sollievo, ma un bisogno umano fondamentale, un diritto che merita riconoscimento e spazio nella quotidianità. Fermarsi, anche solo per pochi minuti, significa ristabilire un equilibrio tra produttività e benessere, tra dovere e cura di sé. È in questo contesto che si inserisce la storia di una barretta nata quasi per caso nel 1935 a York, nel Regno Unito, da un’idea di un lavoratore in cerca di uno snack semplice per spezzare la giornata. Il nome stesso, KitKat, ispirato a un circolo culturale londinese, riflette l’intento originario di creare un momento di pausa accessibile e quotidiano. Secondo Efa News – European Food Agency, testata giornalistica indipendente dedicata all’informazione nel settore agroalimentare in Italia e in Europa, a 90 anni dalla sua creazione il prodotto è presente in oltre 85 Paesi, con più di 5 miliardi di pezzi vendute ogni anno e un valore stimato di 8 miliardi di euro. La sua evoluzione ha seguito da vicino i cambiamenti sociali e culturali, trasformandosi da semplice barretta di cioccolato a icona di un gesto quotidiano che invita a rallentare. Il celebre motto “Have a break, have a KitKat”, coniato nel 1957 dal pubblicitario inglese Donald Gilles – afferma Nestlé Italia, divisione nazionale del più grande gruppo alimentare al mondo, che possiede e gestisce il marchio – ha saputo sintetizzare in modo diretto e universale il valore della pausa, trasformandola da interruzione funzionale a momento di consapevolezza. Nel corso dei decenni - afferma Efa News - il prodotto ha assunto forme e gusti sempre nuovi, adattandosi alle preferenze locali e alle tendenze globali, fino a includere varianti come matcha, sakè, wasabi, gelati, cereali, bevande e creme spalmabili. La capacità di reinventarsi ha permesso di intercettare nuovi momenti di consumo e di espandersi in formati sempre più condivisibili, come le tavolette, oggi tra le più popolari in Europa, continua European Food Agency.
Le collaborazioni strategiche hanno giocato un ruolo chiave nel rafforzare la sua presenza culturale: tra queste, le partnership con Spotify e Netflix in India, pensate per intercettare il pubblico digitale; con League of Legends nel mondo degli eSport, per promuovere pause consapevoli anche tra gli appassionati di gaming; con Formula 1, per amplificare la visibilità globale; con Nescafé, per creare esperienze multisensoriali; e con Grisbì, per esplorare nuove sinergie nel mondo del dolce. Le campagne di comunicazione mirate e le collaborazioni con eventi internazionali hanno reso il marchio parte integrante di esperienze culturali e digitali. Il messaggio che ha accompagnato la sua crescita, incentrato sull’importanza di prendersi una pausa, ha assunto nel tempo un significato più profondo, diventando un invito a rallentare in una società sempre più frenetica.
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