Il marchio del biologico italiano aiuterà finalmente il consumatore a fare scelte consapevoli e a valorizzare il lavoro della filiera agricola made in Italy, rispetto a un trend che ha visto le importazioni di prodotto dall’estero in costante aumento, con un +7,1% nel 2024 sull’anno precedente. Ad affermarlo è Coldiretti Bio, nella presentazione, al Ministero dell’agricoltura e della Sovranità Alimentare, del logo che contraddistinguerà le produzioni 100% tricolori, organizzata nella Giornata Europea del Biologico che si celebra oggi, 23 settembre.
Una novità - richiesta e sostenuta da Coldiretti - che rappresenta un importante momento di passaggio per il comparto in termini di comunicazione e quindi di presenza sul mercato, restituendo piena centralità all’agricoltore e al suo ruolo di innovatore, sia nelle tecniche produttive che nelle dinamiche commerciali di una filiera che ha raggiunto numeri da record con 97.000 operatori totali e un campo italiano su cinque coltivato con il metodo biologico. Una centralità la cui importanza è testimoniata dai risultati ottenuti dalla vendita diretta dei prodotti bio nei mercati contadini Campagna Amica che si stanno gradatamente affermando come un nuovo canale di vendita, per un valore della spesa che ha raggiunto i 150 milioni di euro all’anno, secondo un’indagine di Ismea e Coldiretti Bio, e considerevoli margini di crescita. Il biologico è oggi presente in un farmers market su due, con quasi un terzo degli acquisti rappresentato da frutta e verdura, che guidano la top five delle specialità più gettonate, davanti a pasta fresca e uova, formaggi, olio e miele. Tra chi frequenta i farmers market, l’acquisto diretto dal produttore è diventato addirittura il principale canale di approvvigionamento dei prodotti bio, davanti a supermercati e negozi specializzati.
Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, nel 2024 il settore continua il suo andamento positivo, sia in termini di superfici coltivate, che di numero di operatori attivi e consumi interni, rafforzando la leadership internazionale del nostro Paese. Sette regioni (Toscana, Calabria, Sicilia, Marche, Basilicata, Valle d’Aosta e Campania) più la Provincia autonoma di Bolzano hanno già superato l’obiettivo europeo del 25% di incidenza della Superficie agricola utilizzata bio fissato entro il 2030, mentre Lazio e Puglia, rispettivamente con il 23,4% e il 24,5%, sono molto vicine al traguardo. In Italia nel 2024 la Sau bio ha una incidenza complessiva del 20,2% (+0,4% sul 2023), mentre gli ettari coltivati a biologico sono in totale 2.514.596 (+2,4% rispetto all’anno precedente e +68% nel decennio). Aumenta anche il numero degli operatori biologici che sono complessivamente 97.170 (+2,9% sul 2023 e + 62% nell’ultimo decennio). Di questi, più dell’89% (87.042) sono aziende agricole (+3,4% sul 2023). Per quanto riguarda la domanda di prodotti bio, nel 2024 si è attestato a 3,96 miliardi di euro il valore degli acquisti domestici nel canale della Gdo con un ulteriore rafforzamento della dinamica positiva nel primo semestre 2025 (+10,6% sul 2024), che segna una crescita più marcata rispetto al settore agroalimentare (+5%). “L’Italia si conferma leader in Europa per numero di aziende biologiche e si colloca al terzo posto per estensione delle superfici coltivate, dopo Spagna e Francia. Un dato che valorizza il lavoro fatto dal Governo che ha sostenuto in questi anni con forza le imprese con fondi e progetti dedicati - ha sottolineato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida - il marchio biologico italiano sarà un segno distintivo di qualità e sicurezza, a tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e delle persone che sceglieranno di acquistare quel prodotto. La sfida dei prossimi anni sarà quella di garantire il giusto reddito agli agricoltori, contrastare la concorrenza sleale dei paesi terzi, rendere i prodotti bio più accessibili a tutti e aumentare il consumo interno”.
“I numeri in continua crescita del biologico italiano contribuiscono a rendere il modello agricolo del nostro Paese tra i più sostenibili al mondo - sottolinea il presidente Coldiretti Ettore Prandini - ed in un momento di grande difficoltà per le aziende agricole del nostro paese, impegnate quotidianamente in sfide sempre più complesse, il biologico gioca un ruolo da protagonista nella transizione ecologica dei nostri territori, per la crescita sostenibile del Paese. Siamo convinti che il nuovo marchio del biologico italiano, che abbiamo richiesto con forza ed atteso da anni, potrà rappresentare un elemento innovativo di rilancio del settore, per coniugare gli elementi di sostenibilità con quelli dell’origine agricola territoriale del prodotto, rispondendo quindi alle esigenze dei consumatori italiani ed esteri”.
“E’ importante sostenere gli agricoltori che oggi, di fronte alle emergenze climatiche sempre più gravi e alle difficili condizioni dei mercati di riferimento, fanno la scelta del biologico, affrontando la strada dell’agroecologia come risposta a queste sfide complesse - rileva la presidente Coldiretti Bio, Maria Letizia Gardoni - siamo impegnati per costruire solide filiere del biologico italiano in grado di valorizzare la produzione agricola del nostro Paese, sia nei mercati internazionali che in tutte le forme di filiere corte. Il marchio del biologico italiano sarà una opportunità importante che viene offerta ai nostri agricoltori che ci auguriamo accompagni un percorso di semplificazione delle norme, rendendo il sistema ancora più garantito, anche di fronte ad un costante aumento di importazioni di prodotto biologico da Paesi terzi”.
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