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MADE IN ITALY

L’export agroalimentare italiano supera per la prima volta 70 miliardi di euro a maggio 2025

Italia del Gusto su dati Istat: il doppio di 10 anni fa. L’Italia guida il mondo con pasta, vino e formaggi e la bilancia agroalimentare è positiva
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L’export agroalimentare italiano supera per la prima volta 70 miliardi di euro

Per la prima volta, l’export dell’agroalimentare italiano ha superato i 70 miliardi di euro a maggio 2025, attestandosi per la precisione a 70,7 miliardi di euro, quasi il doppio sui 37 miliardi di euro di 10 anni fa, nel 2015, nonché segno tangibile della forza del made in Italy nel mondo. A dirlo è Italia del Gusto, il primo consorzio privato di imprese attive nel comparto alimentare e vinicolo italiano, secondo le elaborazioni della Fondazione Edison su dati Istat: nei primi 5 mesi 2025, infatti, le esportazioni complessive sono cresciute del +5,6% sullo stesso periodo 2024. In particolare, l’agricoltura ha fatto segnare un progresso del +9,4% (4,4 miliardi di euro), mentre l’industria alimentare ha visto un aumento del +5% (25,7 miliardi di euro).
Guardando ai mercati la Germania ha registrato un +12,6%, la Spagna un +16,6%, e la Polonia un +17,1%, mentre fuori dall’Europa sono positivi i numeri negli Stati Uniti (+6,9%, seppur i primi 5 mesi 2025 dell’export agroalimentare italiano siano stati influenzati da una sorta di “corsa alle scorte” oltreoceano per anticipare i dazi di Trump, ndr), e Turchia (+11,3%).
Numeri che però, in ogni caso, segnano un cambio strutturale di grande rilievo: Italia del Gusto ricorda che nel 2014 la bilancia agroalimentare italiana registrava un deficit di 7,6 miliardi di euro, mentre oggi il saldo è positivo per oltre 1 miliardo di euro, fotografia di un settore che ha, comunque, conquistato primati mondiali. L’Italia è, infatti, il primo esportatore globale di pasta (4,7 miliardi di dollari), derivati del pomodoro (3,2 miliardi di dollari), prosciutti (1,3 miliardi di dollari), Vermouth (291 milioni di dollari), aceti (394 milioni di dollari) e mele (1,1 miliardi di dollari), mentre è al secondo posto nel mondo per quanto riguarda l’export di formaggi (con 5,8 miliardi di dollari, avendo superato Francia e Paesi Bassi ed essendo, ormai, vicinissima alla Germania, prima a 6,7 miliardi di dollari), e del vino dove, con 8,8 miliardi di dollari, il Belpaese si colloca subito dopo la Francia (12,7 miliardi di dollari). Anche nel caffè torrefatto il nostro Paese è da medaglia d’argento con 2,2 miliardi di dollari, dietro, stavolta, alla Svizzera, che, però, non produce caffè, ma lo commercia.
“Superare la soglia dei 70 miliardi di euro significa dare la misura di quanto il made in Italy alimentare sia ormai una potenza globale - sottolinea Giacomo Ponti, presidente Italia del Gusto - non parliamo solo di numeri, ma della capacità di un intero Paese di trasformare tradizione e qualità in un motore di sviluppo internazionale. Se abbiamo raggiunto questo traguardo, è perché le nostre imprese hanno saputo unire passione, competenze e visione, dimostrando che l’Italia può guidare le sfide del futuro con fiducia”. L’agroalimentare italiano rappresenta, infatti, oggi la principale industria manifatturiera non automobilistica del Paese, con 1,4 milioni di occupati, un valore della produzione di 257 miliardi di euro e oltre 80 miliardi di euro di valore aggiunto. È, inoltre, un patrimonio che unisce grandi gruppi e migliaia di piccole e medie imprese, in un tessuto produttivo che tiene insieme tradizione e innovazione, identità locali e vocazione internazionale.
“La qualità, mondialmente riconosciuta, dei nostri prodotti, unita alla competenza nello sviluppo e nell’internazionalizzazione personalizzata, nonché alla presenza di basi produttive all’estero, si arricchisce oggi di nuove e rivoluzionarie competenze nella comunicazione - evidenzia Luigi Consiglio, Ceo Eccellenze d’Impresa - questo insieme di fattori permette al settore alimentare di affrontare l’evoluzione dei dazi con maggiore serenità”.

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