In un mondo in cui la malnutrizione infantile è spesso associata alla fame e alla denutrizione, un nuovo allarme globale sta emergendo con forza: l’obesità. Non si tratta più soltanto di bambini che non mangiano abbastanza, ma anche di milioni di giovani che mangiano troppo, o peggio, male. Lo rivela il nuovo rapporto Unicef “Feeding Profit: How food environments are failing children” - “Nutrendo il profitto: come gli ambienti alimentari stanno danneggiando i bambini”, pubblicato, nei giorni scorsi, e che evidenzia come l’obesità abbia superato la denutrizione come forma più diffusa di malnutrizione tra bambini e adolescenti in quasi tutte le regioni del pianeta. Un cambiamento epocale che impone una riflessione urgente sulle abitudini alimentari, sull’influenza del marketing e sulle responsabilità dei governi nel garantire ambienti alimentari sani e accessibili.
In questo scenario globale in rapida trasformazione - evidenzia il nuovo rapporto Unicef - 1 bambino su 5 tra i 5 e i 19 anni è in sovrappeso e 1 su 10 ha obesità, pari rispettivamente a circa 391 e 188 milioni di giovani. Queste condizioni non solo compromettono la salute attuale dei bambini, ma li espongono a malattie potenzialmente letali in età adulta. Il sovrappeso si verifica quando il peso corporeo è significativamente superiore a quello considerato sano in base all’età, al sesso e all’altezza, mentre l’obesità rappresenta una forma più grave, associata a un rischio aumentato di sviluppare resistenza all’insulina, ipertensione, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore.
Sebbene la denutrizione resti una minaccia concreta in contesti di crisi e conflitti, il numero di bambini in sovrappeso è quadruplicato nei Paesi a basso reddito tra il 2000 e il 2022, segno di un cambiamento profondo negli ambienti alimentari. Secondo l’Unicef, questa tendenza è alimentata da un mercato dominato da cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri, grassi e additivi, resi accessibili e desiderabili da un marketing aggressivo, soprattutto digitale. Un sondaggio globale condotto su 64.000 giovani ha rivelato che il 75% ha visto pubblicità di snack e bevande zuccherate nell’ultima settimana, e il 60% ha dichiarato che queste pubblicità hanno aumentato il desiderio di consumarli. Anche in Paesi colpiti da conflitti, il 68% dei giovani ha riferito esposizione a tali annunci, dimostrando quanto pervasivo e influente sia il sistema alimentare attuale.
“Quando parliamo di malnutrizione, non ci riferiamo più soltanto ai bambini sottopeso - dichiara la direttrice esecutiva dell’Unicef, Catherine Russell - l’obesità è una preoccupazione crescente che può compromettere la salute e lo sviluppo dei bambini. I cibi ultra-processati stanno progressivamente sostituendo frutta, verdura e proteine, proprio in un momento in cui la nutrizione svolge un ruolo fondamentale nella crescita, nello sviluppo cognitivo e nella salute mentale dei più piccoli”.
I dati rivelano livelli preoccupanti di obesità infantile in diverse isole del Pacifico, dove la percentuale di ragazzi tra i 5 e i 19 anni affetti da obesità ha raggiunto il 38% a Niue, il 37% nelle Isole Cook e il 33% a Nauru, valori più che raddoppiati rispetto al 2000, principalmente a causa del passaggio da diete tradizionali a regimi alimentari economici basati su cibi importati ad alta densità calorica. Anche nei Paesi ad alto reddito si registrano tassi elevati: in Cile il 27% dei giovani è obeso, mentre negli Stati Uniti e negli Emirati Arabi Uniti la percentuale è del 21%.
Il rapporto lancia un appello ai governi per trasformare gli ambienti alimentari e assicurare accesso a cibo nutriente: servono politiche obbligatorie su etichettatura, marketing e tassazione, divieti di vendita di cibo spazzatura nelle scuole, protezione delle politiche pubbliche dall’influenza dell’industria alimentare e programmi di protezione sociale per garantire l’accesso a diete nutrienti. Senza interventi, l’impatto economico globale dell’obesità potrebbe superare i 4 trilioni di dollari l’anno entro il 2035. In Perù, i costi sanitari legati all’obesità superano già i 210 miliardi di dollari. In risposta, Paesi come il Messico hanno vietato la vendita di cibi ultra-processati nelle scuole, migliorando l’alimentazione di oltre 34 milioni di bambini.
“In molti Paesi stiamo assistendo al doppio fardello della malnutrizione: la coesistenza di ritardo nella crescita e obesità. Questo fenomeno richiede interventi mirati. Ogni bambino deve poter accedere a un’alimentazione nutriente e accessibile per sostenere la sua crescita e il suo sviluppo. Abbiamo urgente bisogno di politiche che aiutino genitori e tutori ad avere accesso a cibi sani e nutrienti per i propri figli”, conclude Russell.
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