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Il Sole 24 Ore

Vinitaly in missione negli Usa per arginare l’effetto dazi sulle vendite … L’obiettivo è coinvolgere gli importatori americani a condividere i nuovi costi...Non è stato facile dover prendere atto che i dazi di Trump hanno già lasciato il segno: le vendite di vino italiano negli Usa a luglio scorso sono calate del 26%. Ma il mondo del vino made in Italy — cantine (255 aziende per 2mila etichette), consorzi (Prosecco Doc e Prosecco Docg di Conegliano Valdobbiadene, Asti Docg, della Valpolicella, del Brunello di Montalcino, Custoza, Chiaretto e Bardolino, Lugana e Garda), enti ed istituzioni (le Regioni Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Sardegna, Umbria e Veneto) oltre a Ice Agenzia e al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - non ha alcuna voglia di fasciarsi la testa e passa al contrattacco. E lo fa con Vinitaly Usa (dal 5 al 6 ottobre a Chicago), spin off negli Stati Uniti della manifestazione veronese che è giunta alla seconda edizione nell’Illinois anche se è dai primi anni 2000 che Veron fiere organizza appuntamenti dedicati al vino italiano negli Stati Uniti. Quindi grazie al volano di Vinitaly-Veronafiere il sistema del vino italiano fa squadra e fa rotta sugli Stati Uniti per combattere l’offensiva dei dazi con la promozione e il racconto della qualità agroalimentare made in Italy. Ma non solo. L’obiettivo del “gioco di squadra” italiano sul vino negli Usa è soprattutto uno: coinvolgere gli importatori americani a condividere i costi dei dazi di Trump. Su questo fronte i produttori italiani la propria parte l’hanno già fatta. Sempre a luglio il prezzo medio dei vini italiani venduti negli Usa ha lasciato sul terreno il 20,5% del valore. Le cantine, quindi, stanno rinunciando a una fetta della propria marginalità pur di conservare le quote di mercato Oltreoceano. Ma su questo fronte sarà ora importante anche coinvolgere anche gli importatori Usa. Sono ben 15oo gli operatori e buyer americani del vino attesi a Chicago compresi top buyer quali Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes — wine imports, Winebow fine wines — spirits e Eagle Eye Wines. Tra gli appuntamenti di Vinitaly Usa sono già calendarizzati panel tra produttori e importatori dedicati al tema dazi, alle possibili contromisure e alle forme di condivisione in grado di mitigare l’effetto dei dazi. D’altro canto, il vino è un asset economico importante su entrambe le sponde dell’Atlantico. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, se è vero che le imprese italiane registrano un fatturato annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari dalle vendite oltreoceano, per i partner commerciali Usa il giro d’affari sale a più di 10 miliardi di dollari. Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly ogni dollaro speso in vino italiano ed europeo genera 4,5 dollari di valore per l’economia statunitense, un moltiplicatore importante quindi anche per l’economia e gli operatori Usa e un volume di affari che potrebbe essere penalizzato dalle tariffe varate dallo stesso presidente Usa. Sul fronte della ristorazione, la sola industria di ristoranti italiani negli Usa vale, secondo IBISWorld, 95 miliardi di dollari l’anno e conta oltre 62mila imprese. E i vini italiani vantano una consolidata presenza nelle carte dei vini dei principali ristoranti Usa. Ad esempio, il Prosecco, è presente nel 41% dei menu americani, ma anche i rossi toscani sono molto richiesti. Nel 2024 le importazioni di vino italiano dagli Stati Uniti hanno sfiorato quota 2,3 miliardi di dollari con vendite per oltre 470 milioni di bottiglie. “Il vino italiano non è solo un simbolo di eccellenza enogastronomica, ma anche un pilastro economico nei rapporti tra Italia e Stati Uniti — ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo —. E forti di questa consapevolezza abbiamo deciso di puntare su una piattaforma come Vinitaly.USA, pensata per mettere al centro business, dia logo e confronto per proteggere e rilanciare questo patrimonio in un contesto di mercato e commerciale difficile”. “Vinitaly Chicago è una gran de occasione di incontro tra gli operatori delle due sponde dell’Atlantico — ha commentato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - Bisogna avere la freddezza di aspettare e guardare le conseguenze di questa politica commerciale, i fattori in campo sono diversi: ad esempio i vini statunitensi costano mediamente di più di quelli italiani, oppure quelli dei competitor internazionali, come i sudafricani, saranno colpiti da dazi doppi. Sono comunque certo che i vini italiani continueranno a essere scelti dagli statunitensi. Noi siamo ovviamente al fianco dei produttori e a Chicago lavoreremo perché i dazi vengano assorbiti anche dalla parte americana”.

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