Il vino ha bisogno di parlare la lingua delle nuove generazioni. Si sente dire di continuo, e, oltreoceano, il Wine Institute, l’associazione no-profit con sede in California che rappresenta i produttori di vino dello Stato americano, risponde con Share Wine Co-Lab, una piattaforma online pensata per connettere il settore a consumatori tra i 25 e i 45 anni (Gen Z e Millennials). Dopo oltre un anno di ricerche, il progetto offre risorse pratiche e interattive per affrontare la sfida di rendere il vino rilevante in un contesto dominato dal digitale. Questa generazione condivide valori chiave del vino come autenticità, sostenibilità e curiosità, ma il vino è poco presente nei loro spazi online e offline, ed il contesto è reso ancora più complesso dal calo generale dei consumi.
La nuova piattaforma si articola in tre aree: “Explore”, con video e materiali per tradurre le ricerche sui consumatori in strategie di marketing concrete; “Test”, con esempi di campagne e attivazioni pilota basate sugli insight raccolti; e “Share”, uno spazio collaborativo per scambi di idee ed esperienze tra professionisti. Sono previsti webinar e eventi dal vivo su temi come storytelling digitale e influencer marketing. L’accesso è gratuito, ed il messaggio è chiaro: il futuro del vino passa dalla collaborazione e dall’innovazione condivisa per conquistare una generazione che cerca autenticità, sostenibilità e curiosità, ma che oggi incontra il vino troppo raramente.
“La comunità del vino è sempre stata basata sulla collaborazione. Quando ci troviamo di fronte a una sfida, lavoriamo insieme per risolverla. Share Wine Co-Lab incarna proprio questa filosofia. È uno spazio in cui produttori e altri professionisti del settore possono esplorare gli insight sui consumatori, scambiarsi idee e imparare dagli esperti e gli uni dagli altri - spiega Robert Koch, presidente e ceo di Wine Institute - il nostro settore è sempre stato più forte quando lavoriamo insieme. Con Share Wine Co-Lab possiamo far collaborare regioni, generazioni e prospettive per coinvolgere nuovi pubblici e garantire un futuro solido per il vino”.
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