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MADE IN ITALY

Il Ministro Lollobrigida lancia l’allarme Italian Sounding nel market del Parlamento Europeo

Richieste verifiche per i prodotti che richiamano la cucina tricolore. Il fenomeno costa al nostro Paese 120 miliardi all’anno, secondo Coldiretti
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, ITALIAN SOUNDING, Parlamento Europeo, Non Solo Vino
I prodotti fotografati dal Ministro Lollobrigida nel market del Parlamento Europeo

“Sorvolando sulla pancetta nella Carbonara, tutti questi prodotti rappresentano il peggio dell’Italian Sounding. È inaccettabile vederli sugli scaffali del market del Parlamento Europeo. Ho chiesto di avviare subito le verifiche”: così il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, attraverso i propri canali social, ha denunciato la presenza di prodotti (salse e sughi che richiamano le più note specialità nazionali, dalla carbonara all’arrabbiata), proprio nel market del Parlamento Europeo, che possono confondere i consumatori e danneggiare l’immagine delle produzioni italiane. Il Ministro Lollobrigida ha chiesto verifiche immediate per scongiurare ogni forma di evocazione impropria dell’italianità che danneggi la reputazione del vero Made in Italy agroalimentare, un fenomeno che, in generale, secondo le stime di Coldiretti, costa al nostro Paese la somma di 120 miliardi di euro all’anno, con il paradosso che i maggiori falsificatori delle eccellenze tricolori sono i Paesi industrializzati.
A livello normativo, quando un prodotto venduto in un Paese europeo usa bandiera tricolore o richiami all’Italia pur non essendo italiano, può configurare una presentazione ingannevole ai sensi del Regolamento 1169/2011 articolo 7. In questi casi l’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) può intervenire tramite segnalazione alle autorità europee competenti. Secondo Coldiretti, proprio la carbonara, denunciata dal Ministro Lollobrigida, è una delle ricette più “taroccate” all’estero, dall’uso della panna in Belgio o del bacon al posto del guanciale nei Paesi anglosassoni, fino all’uso negli Stati Uniti del formaggio Romano al posto del pecorino. Ma desta curiosità anche la presenza sugli scaffali del market europeo del sugo alla bolognese, una specialità “acchiappa turisti” che, nel nostro Paese, non ha di fatto una tradizione. Per colpa del cosiddetto Italian Sounding nel mondo più 2 prodotti agroalimentari tricolori su 3 sono falsi, senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche la Mozzarella, il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i nostri salumi più prestigiosi, dal San Daniele alla Mortadella, ma anche gli extravergine di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli, come il pomodoro San Marzano. 
Se gli Stati Uniti sono i leader della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo. Una tendenza che è degenerata in alcuni Paesi, dove sono stati messi addirittura sul mercato “magic box” per la produzione casalinga dei formaggi, vini e salumi italiani.

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