Il 26 novembre sarà una data importante in Inghilterra perché è il giorno in cui il Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, Rachel Reeves, presenterà il bilancio fiscale. Un momento segnato “in agenda” anche dal mondo del vino e degli alcolici britannico, in generale, che, non a caso, nei giorni scorsi, ha pubblicato un comunicato congiunto, esortando Rachel Reeves “a non aumentare le accise” considerando il momento storico particolare. Un appello che include le voci del WineGb, l’ente che rappresenta il settore vinicolo britannico, insieme a British Beer & Pub Association, National Association of Cider Makers, Scotch Whisky Association, Society of Independent Brewers and Associates, Uk Spirits Alliance, Wine & Spirits Trade Association.
“Birrai, distillatori, viticoltori e produttori di sidro stanno tutti affrontando sfide significative: gli investimenti sono bloccati e ogni giorno si perdono nuovi posti di lavoro. Questo include il settore dell’ospitalità, in cui le nostre industrie svolgono un ruolo fondamentale. In tutti i pub, bar, ristoranti, i costi sono aumentati in un momento in cui le famiglie stanno risentendo della crisi. Con una sola voce vogliamo essere chiari: non è il momento di aumentare le accise”. Ed ancora, prosegue il comunicato, “facendo la scelta positiva e orientata alla crescita di non aumentare i dazi, il Cancelliere può dimostrare di comprendere le pressioni a cui sono sottoposte le nostre industrie. Inoltre, può dare al nostro settore la fiducia necessaria per investire, creare posti di lavoro e tornare a crescere”. In precedenza era arrivato anche l’allarme della Wine & Spirit Trade Association (Wsta), realtà che rappresenta oltre 300 aziende che producono, importano, esportano, trasportano e vendono vini e liquori nel Regno Unito. L’associazione, rivolgendosi a Reeves, aveva detto che se “proseguirà con l’intenzione di aumentare le accise in base all’Rpi (l’indice dei prezzi, ndr)” e “stimando un aumento del 4,5%, i consumatori si troveranno a dover pagare ulteriori aumenti delle accise, aggiungendo 14 pence su una bottiglia di Prosecco, 16 pence su una bottiglia di vino rosso e 47 pence su una bottiglia di gin”.
Non resta che attendere le decisioni che arriveranno dal bilancio fiscale, il clima è già teso: “le aziende produttrici di alcolici sono ancora sotto shock per gli aumenti delle tasse introdotti a febbraio, ma oltre a ciò è entrata in vigore una nuova e costosa tassa sul vetro, nota come Epr” ha detto la Wsta. Uno scenario a cui guarda con attenzione anche il vino italiano, che ha, in quello Uk, uno dei suoi mercati fondamentali, nonostante un lieve calo delle esportazioni -2,5% in valore nei primi 8 mesi del 2025 (sullo stesso periodo 2024), ad oltre 506 milioni di euro, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews.
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