Continuano a non perdere di interesse le aste dei vini da collezione che, di fronte ad un mercato del vino che paga qualche difficoltà, mantengono alta la passione per le grandi bottiglie che resta una costante tra i collezionisti che, anzi, ora più che mai, possono cogliere occasioni interessanti per impreziosire le proprie cantine. Come racconta l’asta “The Wine & Spirits Vintage Auction” di Wannenes, con i suoi 585 lotti, gli immancabili “top” della Borgogna, ma anche gioielli provenienti da importanti collezioni private, tra cui la storica cantina di Giorgio Manenti, battuti nei giorni scorsi a Milano. E che, con una percentuale di venduto del 70% e un totale che sfiora i 350.000 euro (100% del valore di stima minima del catalogo), chiude positivamente il semestre per il Dipartimento Vini della maison.
Borgogna, Rodano e i grandi Merlot sono stati i protagonisti assoluti con la Francia a primeggiare, ma con l’Italia a dire, come sempre, la sua, grazie, questa volta, alla Toscana. “A dominare la scena è stata la Borgogna, che ha registrato le aggiudicazioni più significative dell’asta”, ha spiegato Flaviano Gelardini, a capo del dipartimento insieme a Luca Giordana, e tra cui spiccano una magnum di Vosne-Romanée 1er Cru Cros Parantoux di Henri Jayer del 1996, aggiudicata a 21.250 euro (con un incremento sulla base d’asta del 100%), una bottiglia di Montrachet del 1999 di Domaine Leflaive, che ha raggiunto 10.000 euro, ed una selezione di tre bottiglie di La Tâche 1992 di Domaine de la Romanée-Conti, battute a 5.626 euro. Buone aggiudicazioni anche per i vini del Rodano: due rare bottiglie di Ermitage Rouge Cuvée Cathelin Jean-Louis Chave del 2000 e del 2003, sono state battute rispettivamente a 4.000 e 4.750 euro, ed una rarissima bottiglia di Hermitage Blanc La Chapelle Paul Jaboulet Ainé del 1953 è stata aggiudicata a 1.375 euro (con un incremento da base d’asta del 69%). Passando ai Bordeaux vengono segnalati alcuni lotti di Grand Cru di Pauillac e sei bottiglie di Château Lafite Rothschild del 2010, passate di mano per 3.750 euro, una bottiglia di Château Latour del 1918, venduta a 2.000 euro (con un incremento dalla base d’asta dell’88%) e una bottiglia da 5 litri di Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande del 1982 aggiudicata a 3.500 euro. Guanti bianchi per la verticale di Pomerol Petrus che copre le annate dal 1973 al 1997, dove spiccano le aggiudicazioni delle annate 1989 e 1990 per 3.000 euro. Meritano una menzione anche i Margaux di Château Margaux, in particolare una bottiglia del 1953, battuta a 1.125 euro, e una verticale con una bottiglia del 1990 e una del 1991, vendute a 1.187 euro. Di Château Palmer una bottiglia del 1955 è stata aggiudicata a 750 euro (con un incremento record sulla base d’asta del 750%).
Bene anche l’Italia dove, ha sottolineato ancora Gelardini, “a calamitare l’interesse dei collezionisti nella seconda sessione dell’asta sono stati i lotti di Masseto, gioiello della famiglia Frescobaldi, che sono andati tutti venduti”. E quindi “con una verticale dal 1987 al 2015 comprensiva di grandi formati come un doppio magnum del 1999 passata di mano per 3.000 euro e tre bottiglie del 2015 in cassa originale aggiudicate a 2.500 euro (con un incremento sulla base d’asta del 122%)”. Ma non mancano le ottime performance anche per le altre etichette Super Tuscan: tra i lotti di Sassicaia della Tenuta San Guido ci sono sei bottiglie del 1994 battute a 1.125 euro, e due verticali, una con bottiglie dal 2010 al 2015 e una con bottiglie dal 2016 al 2021, passate entrambe di mano per 1.375 euro.
Tra gli altri lotti provenienti dalla Toscana spicca una selezione di Brunello di Montalcino, tra cui una bottiglia di Riserva Biondi-Santi 1964, cantina-culla della denominazione, aggiudicata a 687,5 euro, tre lotti da tre bottiglie ciascuno di Brunello di Montalcino Intistieti di Soldera del 1991, aggiudicati rispettivamente per 1.250, 1.187 e 1.062 euro. Della stessa cantina anche due lotti di Brunello di Montalcino Case Basse del 1987, battuti a 1.500 e 1.792 euro, una bottiglia di Riserva del 1998 e una di Riserva 1999, entrambe vendute a 1.187,50 euro. “Purtroppo continua il trend negativo di alcune etichette più iconiche di Barolo e Barbaresco - conclude Flaviano Gelardini - che pagano ancora l’eccessivo innalzamento dei prezzi negli ultimi anni, prezzi che i collezionisti non sono più disposti a pagare”.
Ha chiuso la vendita una selezione di distillati: fra i top lot una rara bottiglia di 30 Years Old Sherry Cask (etichetta blu) di Macallan, battuta a 3.000 euro, e una Macallan-Glenlivet 35 Years Old prodotta nel 1938, e venduta a 2.750 euro.
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