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IL FENOMENO

L’agricoltura biologica in Italia supera i 2,5 milioni di ettari: stabili i vigneti (132.441 ettari)

“Rapporto Bio in Cifre” 2025 by Ismea: il 38,1% della Superficie agricola utilizzata si trova in Sicilia, Puglia e Toscana
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L’agricoltura biologica in Italia supera i 2,5 milioni di ettari: stabili i vigneti

Un’Italia sempre più a tinte “green” e dall’anima “bio”. Ismea ha pubblicato il “Rapporto Bio in Cifre” 2025, che fotografa l’evoluzione del settore biologico nel 2024, confermandone la centralità nell’agroalimentare italiano e il consolidamento della leadership a livello europeo. La superficie agricola biologica in Italia supera i 2,5 milioni di ettari (+2,4% sul 2023) rappresentando il 20,2% della Sau nazionale (Superficie agricola utilizzata, ndr), una quota che avvicina il traguardo del 25% fissato dalle strategie Ue Farm to Fork e Biodiversità per il 2030. L’Italia si conferma ai vertici europei per questo indicatore con valori decisamente superiori a quelli registrati nelle altre grandi economie agricole continentali (Spagna 12,3%, Germania 11,5%, Francia 9,9%).
La crescita delle superfici è trainata soprattutto da prati e pascoli (+8,2%), mentre risultano in lieve flessione i seminativi e le colture ortive. In aumento anche le colture permanenti. Nel comparto zootecnico, il numero di capi biologici mostra una dinamica complessivamente positiva, in controtendenza rispetto alla zootecnia convenzionale, con incidenze particolarmente rilevanti per caprini, ovini e bovini.
Rimane pressoché stabile la superficie vitata biologica a 132.441 ettari (-0,4%), di cui 104.767 è convertita. La vite da vino somma 128.929 ettari (102.134 ettari convertiti), il resto riguarda la vite per uva da tavola. Per quanto riguarda l’incidenza percentuale delle superfici biologiche sul totale, la vite arriva al 21%.
A livello territoriale, il Mezzogiorno concentra il 58% della Sau biologica nazionale, seguito dal Centro (23%) e dal Nord (19%), ma è il Settentrione a crescere a ritmo più elevato (+8,4% a fronte del +3,5% del Meridione). Il 38,1% della Sau biologica nazionale, spiega il report, è concentrata in tre regioni: Sicilia, Puglia e Toscana; le prime dieci regioni ne detengono l’83,4%.

Prosegue anche la crescita degli operatori biologici, che nel 2024 raggiungono quota 97.160 unità (+2,9% sul 2023, e quindi +2.719 unità sul 2023). Aumentano, principalmente, i produttori esclusivi (+2.675 unità, +3,8%) e, in modo minore, i produttori che effettuano anche attività di preparazione (+176 unità, +1,2%), mentre gli importatori rimangono sostanzialmente stabili. A calare, invece, sono i preparatori esclusivi, che perdono 133 unità. Nell’ultimo decennio il numero di operatori biologici in Italia è cresciuto complessivamente del 62%, dato che corrisponde a oltre 37.000 unità.
Per quanto riguarda i consumi, nel 2024 la spesa domestica per prodotti biologici raggiunge i 3,96 miliardi di euro, con un aumento del 2,9% sul 2023, mentre i volumi crescono del 4,3%, a conferma di una dinamica dei prezzi generalmente più contenuta rispetto ai prodotti convenzionali. L’incremento degli acquisti domestici di prodotti biologici risulta superiore a quello registrato dal totale agroalimentare (+0,9%), tanto che, dopo due anni di contrazione, l’incidenza del biologico sulla spesa agroalimentare complessiva torna a crescere, attestandosi al 3,6% (+0,1% sul 2023). Per effetto di queste dinamiche positive, l’incidenza del biologico sulla spesa agroalimentare complessiva torna a crescere, attestandosi al 3,6%
La spesa bio evidenzia un aumento in valore per la maggior parte dei comparti, con incrementi particolarmente significativi per oli e grassi vegetali (+31,8%), uova (+10,4%) e miele (+5%), ma anche bevande analcoliche (+3,8%). In controtendenza, invece, gli acquisti di salumi (-19,1%) e carni (-3,5%). Si registrano contrazioni più lievi per i consumi di vini e spumanti (-1,6%, rappresentano l’1,4% del carrello della spesa bio) e derivati dei cereali (-1,2%), un andamento che ricalca, seppur in misura meno marcata, quanto osservato nel complesso del paniere agroalimentare. I supermercati si confermano il principale canale di acquisto per i prodotti biologici, con un fatturato ormai prossimo a 1,5 miliardi di euro e un incremento di oltre 43 milioni di euro sul 2023 (+3,1%).
La Sau biologica nazionale, nel 2024, è composta da seminativi (40,3%) seguiti da prati e pascoli (31,4%), colture permanenti (22,7%) e ortaggi (2,3%). Come già nell’anno precedente, l’incremento più significativo ha interessato la categoria dei prati e pascoli che, sul 2023, crescono dell’8,2% corrispondente a circa 60.000 ettari in più, concentrati principalmente in Valle d’Aosta, Campania e nella Provincia Autonoma di Bolzano. In crescita anche le colture permanenti (+1,9%), mentre sono in calo le superfici biologiche destinate a seminativi (-2%) e ortive (-5,1%). Nonostante la flessione dell’ultimo anno, per queste ultime la Sau biologica è quasi raddoppiata (+93,5%) nell’ultimo decennio, un risultato che, in termini relativi, è migliore anche di quello registrato per le macrocategorie con maggiore estensione come i prati permanenti (+85,1%), i seminativi (+72%) e le colture permanenti (+56,7%). L’analisi di dettaglio delle categorie colturali mostra come, oltre ai prati pascoli, crescano le colture permanenti, trainate dalle superfici a olivo (+9.185 ettari, +3,3%) e frutta in guscio (+2.732 ettari, +4,3%), a fronte di riduzioni registrate da frutta (-3.220 ettari, -8,1%) e agrumi (-1.705 ettari, -5,2%).
Per quanto riguarda la dimensione aziendale, la superficie media delle aziende biologiche italiane è di circa 29 ettari nel 2024. Tale indicatore è pari a circa 44 ettari in Francia, in calo sull’anno precedente, e supera i 50 ettari in Germania e Spagna. È interessante osservare come in Francia e Germania, dove il settore agricolo è contraddistinto da una maggiore dimensione media aziendale, le aziende biologiche abbiano dimensioni medie inferiori rispetto al complesso delle aziende agricole. Viceversa, continua ancora il rapporto, in Italia e Spagna la dimensione media delle aziende biologiche è superiore a quella di tutte le aziende agricole: in Spagna è doppia, in Italia addirittura tripla. Francia (2,71 milioni di ettari) e Spagna (2,94 milioni di ettari) superano l’Italia come superfici bio, ma, a differenza del Belpaese, sono in calo sul 2023: -2% Francia, -1,6% Spagna.
E se, spiega la premessa del rapporto, “nel 2024 il settore biologico ha continuato a consolidarsi con dinamiche di crescita positive sia a livello strutturale che di mercato
, sostenute da una crescente domanda interna di prodotto biologico, dalla capacità degli operatori di raccogliere sfide strategiche legate alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica e da importanti evoluzioni normative oltre che dalla intensificazione della comunicazione sulla capacità dell’agricoltura biologica di contribuire al rafforzamento della bioeconomia circolare e delle filiere corte, anche attraverso la vendita diretta, favorendo una maggiore resilienza del sistema produttivo agricolo”, viene anche affermato che “in generale gli effetti dei bandi sulle superfici sotto impegno restano positivi”, ma, allo stesso tempo, “non si può ignorare come, in alcuni territori, si registri una fuoriuscita dal sistema biologico di alcune aziende che ritengono gli incentivi non sufficienti, anche a fronte dello stretto reticolato di impegni previsti per il biologico che si sommano alle condizionalità cogenti già previste dalla politica ambientale comunitaria. In questo scenario, per riaffermare l’identità del biologico e offrire nuovo impulso al settore, appare di fondamentale importanza l’attuazione della strategia di sviluppo prevista dal Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici (Pan 2024-26), e l’applicazione della legge n. 23 del 2022 in particolare relativamente all’adozione degli strumenti di branding in essa previsti come il marchio per le mense scolastiche biologiche e quello del “Biologico italiano”.

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