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LE STIME

A Capodanno 2025 gli italiani scelgono tradizione e prodotti italiani, e il 51% festeggerà a casa

Negli oltre 70.000 ristoranti aperti (il 53% del totale, in calo sul 2023), anche le bollicine per brindare saranno made in Italy (78,6%)
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Capodanno 2025, la metà degli italiani brinderà a casa

Anche questo 2024 sta volgendo al termine ed è tempo di ritrovarsi per festeggiare insieme, nella notte di San Silvestro, l’arrivo del 2025. E se il 51% degli italiani cenerà e aspetterà la mezzanotte in casa propria, il 28% si recherà da parenti o amici, mentre il 19% sarà a cena fuori e il resto deciderà all’ultimo momento, secondo le stime Coldiretti. A guidare la classifica dei locali per presenze previste a Capodanno, sono quelli notturni e le discoteche, dove si stima un afflusso di 7 milioni di italiani (dalle previsioni Silb, Sindacato Italiano dei Locali da Ballo, e Fipe), contro i 4,3 milioni di clienti attesi nei ristoranti dello Stivale (stimati da Fipe-Confcommercio, con una leggera flessione del -7,6% sul 2023) ed i 400.000 che sceglieranno gli agriturismi convinti dalla buona tavola e dalle esperienze offerte dalla campagna italiana (con una crescita prevista vicina al 15% sul 2023, secondo Terranostra Campagna Amica). Tavola che, come tema ricorrente, si tingerà di prodotti tricolori e spesso a chilometro zero, secondo Coldiretti/Ixe’, all’insegna delle tradizioni locali. Ma se il prodotto principe di questo Capodanno saranno le immancabili lenticchie, chiamate a portar fortuna sull’83% delle tavole (condivise con un altro must: lo spumante), non mancheranno certo lo zampone (74%) e l’uva (52%), con la frutta locale (88%) che stravince la sfida con quella esotica (34%), senza dimenticarsi del pesce nazionale, che presenzierà anch’esso nei banchetti degli italiani: dalle alici alle vongole, fino a sogliole, triglie, anguilla, capitone e seppie. E, con una media di 7 commensali seduti ad ogni tavolo, in casa o fuori, nei ristoranti del Belpaese l’italianità la farà da padrona: per quanto riguarda le bollicine (con una stima di 1,2 milioni di tappi che salteranno per i brindisi), i ristoranti italiani offriranno esclusivamente quelle tricolori nel 78,6% dei casi, contro il 28,6% che servirà bollicine francesi e solo un 7,1% che proporrà esclusivamente Champagne.
Si stima che saranno oltre 70.000 i ristoranti aperti a Capodanno (il 53% del totale, in calo sul 56,7% del 2023), al contrario di discoteche e locali notturni, aperte nell’83,3% dei casi (contro il 75% dello scorso anno), e che, per il 60%, offriranno il pacchetto completo che include il cenone e il veglione (60%), ad un costo medio di 105 euro. Formule simili a quelle offerte dai ristoranti che prevedranno, per il 76,9%, solo il cenone (ad un prezzo medio di 93 euro), mentre il restante 23,1%, offrirà il pacchetto completo di cenone e veglione, con musica e spettacoli (ad un prezzo medio di 125 euro).
Prezzi che sono certamente un argomento importante, ma che segnano una certa eterogeneità a seconda dei singoli territori presi in esame. Volendo parlare in termini generali, secondo le stime di Coldiretti/Ixe’, la spesa media che gli italiani affronteranno per il cenone di San Silvestro è di 97 euro, con il 31% delle famiglie che riuscirà a contenere la spesa entro i 50 euro, il 27% che si manterrà tra i 50 ed i 100 euro, ed un 21% che spenderà fino a 150 euro. Ci sarà chi, invece, spenderà fino a 200 (9%) o 300 euro (5%), mentre solo il 2% supererà questa cifra (la restante percentuale ha preferito non rispondere). Nello specifico, Coldiretti rivela che il Sud guida la classifica dei più “prodighi” con una spesa media di 112 euro, seguiti da Centro (104 euro) e Isole (100 euro) fino agli 86 euro del Nord-Ovest e agli 84 del Nord-Est. Un gap che, però, divide gli italiani anche da un punto di vista generazionale, con la fascia dei giovani, tra i 18 ed i 34 anni, che è più propensa a spendere (con una media di 111 euro) contro i 70 euro di spesa media degli over 64.
Tirando le somme, i driver del turismo e della domanda di fine anno sembrano essere la buona tavola tradizionale e la cultura enogastronomica del Belpaese, ma, anche e soprattutto, l’aspetto dell’esperienzialità dell’offerta turistica: “le discoteche italiane sono pronte a offrire esperienze uniche che combinano intrattenimento, qualità e sicurezza con proposte diversificate, in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza”, spiega Maurizio Pasca, presidente Sindacato Italiano dei Locali da Ballo, sottolineando come questa capacità abbia permesso al settore di resistere in un momento molto complesso. Per Coldiretti, in merito agli agriturismi, “la cucina tradizionale, il buon cibo e le esperienze enogastronomiche sono tra i fattori che più frequentemente accompagnano la parola “agriturismo” nelle ricerche online che proprio quest’anno hanno visto un deciso aumento. Tra le attività più richieste, vi sono il pilates in vigna, l’equitazione, i corsi di cucina e i “cammini” - itinerari a cavallo, in bicicletta o a piedi per scoprire i “tesori” nascosti del territorio - mentre cresce anche l’interesse verso le esperienze nei luoghi di produzione: un turista su tre in Italia visita una cantina, uno su quattro un caseificio, un’azienda agricola, un birrificio, un frantoio o un salumificio”. E quanto al mondo della ristorazione, nonostante una congiuntura con segnali di rallentamento di economia e consumi, rimane moderatamente ottimista. Tra gli operatori della ristorazione che prevedono un ultimo dell’anno 2024 in miglioramento rispetto al 2023 e quelli che, al contrario, si aspettano un peggioramento, i primi restano la maggioranza, restituendo un saldo ancora in positivo.

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