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A Vinitaly c’è un luogo cult, che 20 anni fa ha sdoganato il connubio tra vino e alta cucina, nel segno dell’assoluta raffinatezza italiana. Il Motorhome, o la “pausa pranzo d’autore”, nel ricordo di Marco Caprai a WineNews #Vinitaly50Story (the end)

Quando Marco Caprai ha in testa un’idea, nessuno lo ferma, perché che sarà una grande intuizione, lo si capisce subito. Anche questo vuol dire essere un leader. Trenta anni fa con l’azienda di famiglia ha salvato le antiche barbatelle di Sagrantino, ha fatto rinascere come “per miracolo” il vino da messa di San Francesco, raffigurato negli affreschi di Benozzo Gozzoli a Montefalco, e lo ha rilanciato alla ribalta internazionale insieme al suo territorio. Potrebbe bastare questo, ma per Caprai è stato solo l’inizio. La settimana scorsa, per restaurare quegli affreschi, ha lanciato un fundraising online di Sagrantino, che diventato virale e promosso a Vinitaly, è già praticamente sold out. È proprio a Vinitaly che, quando ha deciso di mostrare il suo modo di vedere l’incontro tra vino e alta cucina, sdoganandolo, ha inventato un progetto di assoluta eleganza italiana: il Motorhome. Correva l’anno 1998, ricorda Marco Caprai, alla guida della celebre cantina Arnaldo Caprai, a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, per #Vinitaly50Story, la cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore. Che sarebbe stato un successo, lo si leggeva subito in faccia ai primi a varcarne la soglia: la raffinatezza della mise en place firmata Caprai, il marchio di famiglia “re” del tessile, di piatti e calici, i tavoli rotondi, la cucina a vista, con Gianfranco Vissani, l’“oste”del Motorhome, il n. 1 degli chef Massimo Bottura, Mauro Uliassi con la sua creatività, il geniale Moreno Cedroni, il sopraffino Maurilio Garola, lo “chef di casa nostra” Luciano Zazzeri, il carismatico Andy Luotto e l’amico Salvatore Denaro, per citarne solo alcuni dei più grandi chef italiani che hanno voluto contribuire al successo di quell’idea. Ed ancora gli stellati Nadia Santini, Alfonso Iaccarino, i fratelli Cerea, Valeria Piccini, Gennarino Esposito... Una “pausa pranzo d’autore”, per quanti, produttori, imprenditori, politici, addetti ai lavori, vip, starlette, opinion leader, giornalisti che contano, sono passati da Vinitaly. Inutile citare i nomi, tutti vuol dire tutti, compresi noi di WineNews. Perché alla fine, chiunque tu sia o qualunque sia il ruolo che rivesti, il vino quello è: il compagno perfetto di un grande piatto, da condividere in compagnia.
“L’idea del Motorhome è nata in un’epoca in cui la gastronomia non aveva un ruolo da protagonista come oggi, e far incontrare l’alta cucina ed i grandi vini non era così facile - racconta Marco Caprai, che a Vinitaly, nei giorni scorsi, ha incontrato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e ospitato al Motorhome Charles, il responsabile vini del colosso Alibaba - abbiamo aperto la strada a tanti cuochi, mettendo insieme le diverse anime della nostra azienda di famiglia, e creando un “salotto”, in cui abbinare i nostri vini ai migliori interpreti della cucina italiana. In una location unica e particolare: un ristorante, tre stelle, viaggiante”.
Ma torniano alla storia del Sagrantino. Un vino dalla storia antichissima, creato nel Medioevo come vino da messa dai seguaci di San Francesco, le cui uve sono citate nella “Naturalis Historia” di Plinio Il Vecchio, raffigurato da Benozzo Gozzoli, tra i più importanti artisti del Rinascimento italiano, negli affreschi del Convento di San Francesco a Montefalco. È proprio da un convento, quello di Santa Chiara, che Caprai ne ha salvato le barbatelle con l’Università di Milano, e la creazione di “Cobra”, il vigneto che ne è la più ricca banca dati al mondo. Un progetto di e per il territorio, ambizioso e lungimirante - studiato dalla prestigiosa Fondazione Agnelli - che arriva fino a “Montefalco New Green Revolution”, il progetto con capofila Caprai e che coinvolge le cantine storiche del terroir, fondato su un modello italiano di sostenibilità in campo vitivinicolo, che è valso il titolo di “European Winery of the Year 2012” da Wine Enthusiast e il riconoscimento come “Modello della Sostenibilità” da Expo 2015. Una sostenibilità intesa come massima valorizzazione del territorio, per restituire un “dividendo sociale” alla comunità che dà il Sagrantino, da cui è nato anche #caprai4love, nuovo progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Montefalco, che si racconta dai risultati raggiunti: l’acquisto nel 2013, grazie anche alla vendita del braccialetto cult Montefalco nel Cuore di Cruciani (del Gruppo Caprai), della lettera autografa del Gozzoli del 1452 in cui comunica la rinuncia ad un importante incarico a Firenze perché impegnato negli affreschi di Montefalco, celebrato, nel 2014, con l’esposizione a Montefalco della missiva e della “Madonna col Bambino fra San Domenico e Santa Caterina d’Alessandria” del Beato Angelico, eccezionalmente in prestito dai Musei Vaticani; nel 2015 lo storico ritorno a Montefalco della “Madonna della Cintola” del Gozzoli, celebrato da una serie di eventi e conferenze con personaggi illustri come Antonio Paolucci, Philippe D’Averio e Vittorio Sgarbi; quest’anno, infine, la raccolta fondi online con una limited edition del cru Montefalco Sagrantino Docg Vigna del Lago 2012 (1.200 bottiglie, in tutto) per il restauro dell’affresco del Gozzoli “I Grandi Francescani” del 1452 nell’abside centrale della Chiesa di San Francesco, raffigurante Dante, Petrarca e Giotto. I nostri “sponsor storici”, come li definisce Daverio, per cui “il nostro compito è recuperarli, restituendo al dipinto il suo splendore originale”.
The end

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