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VINITALY 2019

A Vinitaly produttori, istituzioni e politica a confronto per progettare il futuro del vino

Da Salvini a Centinaio, da Gaja a Cotarella, da Mantovani a Zaia, dal Presidente del Senato Casellati a Ferro (Ice), messaggi e progetti per il domani

Il futuro del vino italiano passa dalla valorizzazione dei piccoli artigiani che fanno eccellenza ed innovazione, ma anche dalla tenuta sui prezzi dei vini, partendo da quelli base, anime di un settore bello e complesso, intorno al quale ruotano anche cultura e turismo, da valorizzare facendo promozione nel mondo attraverso strumenti efficaci, a partire dalle fiere, ma anche, tema sempre attuale, riducendo il carico burocratico, che mette in crisi soprattutto per le piccole imprese, che rappresentano la maggioranza del settore. Sintesi estreme dei messaggi lanciati, in apertura di Vinitaly 2019, da imprenditori ed istituzioni d’Italia e d’Europa, riunito in quello che “è e resta il palcoscenico più grande ed importane del vino italiano”, e che è “il” brand della promozione del vino italiano nel mondo. Un Vinitaly che “non si tira indietro se si parla di possibili alleanze internazionali con altri player internazionali, in futuro, dopo aver sviluppato tutte le nostre potenzialità, dal digitale alle piattaforme che stiamo creando in Cina ed in USa”, ha detto il dg di VeronaFiere Giovanni Mantovani, rispondendo alla provocazione di Angelo Gaja, tra i produttori italiani più ascoltati, che ha auspicato una sinergia tra “Vinitaly e Vinexpo per gli eventi all’estero, soprattutto in Asia, perchè altrimenti ce ne sono troppi, per i produttori del Belpaese. Che sono 27.000, di cui 20.000 piccoli artigiani, che vanno tutelati e supportati, perchè sono quelli capaci di pensare diverso, e di aprire mercati nuovi, che poi vengono sviluppati dai grandi. Ma si deve tagliare la burocrazia, altrimenti non ce la fanno”. Tema caro anche alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha ricordato la presidente Matilde Poggi. Ma c’è un altro tema fondamentale, per la tenuta del settore, ha ricordato il presidente degli enologi mondiali, Riccardo Cotarella, incalzato dal giornalista e produttore Bruno Vespa, “ovvero la tenuta dei prezzi, anche dei vini sfusi, perchè se in Francia ed in Spagna si registrano degli aumenti, in Italia, dopo una vendemmia 2017 scarsa e una 2018 abbondante, sono crollati del 70%. E non va bene, in un settore come quello del vino, dove invito gli operatori ad essere corretti, perché si deve garantire valore ai viticoltori, che altrimenti sono costretti ad abbandonare i territori, e soprattutto quelli di collina, dove si fa la viticoltura migliore”. Per fare questo, dicono tutti, è fondamentale valorizzare il mercato italiano, che è quello più importanti, ma investire anche sull’estero, dove passa la crescita.
E per questo “dobbiamo unire le energie positive che si cono nel settore, per raccontare l’Italia del vino ai buyer del mondo, come abbiamo fatto in sinergia con l’Enit”, ha ricordato il presidente dell’Ice Carlo Maria Ferro. Anche per valorizzare quel vino che è “una risorsa preziosa per il nostro Paese, e i produttori e tutti coloro che partecipano alla filiera sono gli artefici quotidiani del futuro delle nostre terre”, ha detto il Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati”.
Messaggi che arrivano dal quel Veneto “che è prima Regione del vino italiano per produzione ed export, e che punta forte sul riconoscimento Unesco per i territori del Prosecco Docg e della Valpolicella”, ha sottolineato il Presidente del Veneto Luca Zaia (dopo aver inaugurato lo stand della Regione con il lancio delle 40.000 bottiglie di spumante dedicate alla ripartenza dopo la tempesta “Vaia”, che verranno vendute dall’Associazione Nazionale Alpini, con il ricavato interamente devoluto al fondo della Regione, ndr), cedendo il podio al Ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio.
“Il mio grazie - ha detto il titolare di Agricoltura e Turismo - va a tutti gli operatori. Unire sotto un Ministero agricoltura e turismo per molti era una follia, per me un sogno realizzato. Il mondo del vino raduna tutte le dimensioni, perchè l’uva è agricoltura, il vino è enogastronomia, la vite elemento fondamentale del paesaggio della nostra “bella Italia”, tutti elementi che affascinano il turismo mondiale. Qui si viene da secoli a vedere il museo a cielo aperto che è l’Italia, ma anche per qualità dell’ospitalità, per il cibo e per il vino. Ma dobbiamo aiutare il settore. Sul fronte della promozione stiamo lavorando, su quello della burocrazia dobbiamo intervenire”. E a portare la vicinanza del Governo al settore è stato anche il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “il vino in italia è tradizione, storia, cultura ed economia. Fatta da tanti piccoli e medi imprenditori, e sono quelli che noi vogliamo ascoltare per primi, perchè sono quelli che prima di altri hanno bisogno di risposte. L’Italia è bella tutta, anche quella del vino, del Barolo e del Brunello, del Chianti e dell’Aglianico”, ha detto Salvini. Che dal palco di Vinitaly ha annunciato anche il via libera ai lavori della “Brescia-Verona-Padova, mentre vogliamo mettere il primo mattone sulla strada dell’autonomia entro questa primavera, e la riduzione fiscale che dovrà essere inserita del Def”. Annunci non strettamente legati al mondo del vino, ma che dicono, una volta di più, che Vinitaly è un grande palcoscenico per la produzione di tanti territorio del Belpaese ma anche per la politica del Belpaese.

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