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ACQUA MINERALE - BOOM CONSUMI, OLTRE 10 MILIARDI DI LITRI L'ANNO. MEZZO LITRO AL GIORNO PER OGNI ITALIANO

Italiani grandi bevitori di acqua minerale: gli acquisti riguardano il 97% delle famiglie vale a dire che nel Belpaese si consuma una bottiglia ogni due giorni a testa, mezzo litro pro-capite al giorno per un totale di consumi nel 2004 di 10,18 miliardi di litri, 178 litri pro capite in 12 mesi, il più altro d'Europa e nel mondo con un giro d'affari alla vendita di 3 miliardi di euro: sono i dati emersi dal Rapporto di Mineracqua, oggi a Roma.

L'industria delle acque minerali, secondo i dati resi noti da Mineracqua, non risente quindi della congiuntura economica: 150 aziende, 161 stabilimenti, 252 marchi 40.000 occupati, +5,6% di consumi complessivi sul 2002, anno di riferimento visto che il 2003 è stato condizionato dall'estate rovente.

Secondo un'indagine commissionata alla GfK da Mineracqua, inoltre, gli italiani per la scelta si affidano al gusto, all'odore (assenza di cloro) e alla trasparenza. Prediligono quindi l'area sensoriale (80,9-82,8 per cento) poi quella funzionale (salute, composizione, tipologia, 72,8-86,5 per cento) e quindi quella garantista (purezza, 73,2%). In ultimo il valore della marca (70%). Gli italiani continuano a preferire le acque lisce (60%).

Nelle gassate, crescono i consumi per le effervescenti naturali (18%) e per le leggermente frizzanti (12%). In lieve flessione le acque con tante bollicine. Nel 2004, infine, per la prima volta con il 51% il consumo il centro sud supera quello il Nord.


Botta e risposta: Censis e Mineracqua

Sistema troppo affollato. Occorre stile vita.

No mercato ha chance


"Gli italiani comprano una bottiglia d'acqua un giorno sì e un giorno no. C'é una penetrazione del 97%, quindi una grande affermazione e una grande presenza. Bisogna vedere cosa si fa dopo. Il rischio è quello di avere un sistema affollato e indifferenziato, dove vince la percezione sensoriale, che non è una garanzia per il futuro". Questa la riflessione sulle acque minerali del presidente del Censis, Giuseppe De Rita, che ha analizzato i dati presentati dalla Mineracqua, la Federazione italiana delle acque minerali.

"Le motivazioni maggiori che spingono gli italiani al consumo - ha rilevato De Rita - non sono quelle sulla sicurezza e sulla marca. La prima è quella sensoriale e poi funzionale. In un momento in cui si va verso la riduzione del primato della sfera dell'autonomia sensoriale, come nel caso del fumo, il futuro può portare problemi anche in un settore che ha raggiunto il massimo picco di benessere come quello delle acque minerali. Il tutto a favore dell'acqua di rubinetto".

E la scelta dell'acqua liscia in bottiglia "é un sintomo di questa riduzione della dimensione sensoriale". "Bisogna quindi - ha proseguito De Rita - non lasciare da solo il settore e puntare a identificarlo in uno stile di vita".

"Sono un fan di De Rita e le sue riflessioni - ha detto il presidente di Mineracqua, Fortuna - rappresentano per noi uno stimolo e un richiamo all'intelligenza imprenditoriale. De Rita ci ha messo in guardia contro il rischio banalizzazione di un mercato maturo, che ha già messo in essere una identificazione con uno stile di vita. Banalizzazione che potrebbe comportare il rischio di favorire l'acqua di rubinetto. Ma il mercato ha ancora tante chance e credo che se oggi ogni italiano beve mezzo litro al giorno ci sia spazio per un altro mezzo litro. Non ci contrapponiamo agli acquedotti e siamo orgogliosi che in Italia ci sia acqua di qualità ma noi ci occupiamo di un altro prodotto - ha proseguito Fortuna - che corrisponde esattamente alle esigenze degli italiani. Il consumatore italiano sa scegliere e vede realizzate in pieno le sue aspettative di benessere".

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