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ACQUA PURA DI SORGENTE E UN MONTEPULCIANO D’ABRUZZO CHE SCOPRE LE SUE RADICI: L’ANTICO CONFLITTO ACQUA/VINO TROVA FINALMENTE PACE TRA LE MONTAGNE ABRUZZESI. VALLE REALE, UN’AZIENDA, UNA SORGENTE, UN’ACQUA, UN VINO

Uno tra i più profondi sacrilegi esistenti per un appassionato di vini è quello di accostare l’acqua al vino; da sempre considerati due elementi antitetici, è buona norma tenerli separati affinché ciascuno dia il meglio di sé mantenendo la sua purezza. Esiste un luogo però, nel cuore dell’Appennino abruzzese, dove il Parco Nazionale del Gran Sasso s’incontra con quello della Majella per intersecarsi con i Monti della Laga, in cui l’antico conflitto acqua/vino trova finalmente pace. A Popoli, infatti, sorgono l’una accanto all’altra dividendosi letteralmente il territorio, una delle maggiori e più affermate aziende vinicole della regione, la Valle Reale, di proprietà della famiglia Pizzolo, e lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua oligominerale “Primavera di Popoli” creato nel 1995 dalla San Benedetto. Vallereale, da cui l’azienda enologica prende nome, è la sorgente d’acqua cristallina che sgorga alle spalle di Popoli e nutre tutto il territorio circostante compresi i cinquantaquattro ettari vitati di proprietà dell’azienda (che ha una produzione media annua di 400.000 bottiglie, con un export del 50%).
La convivenza tra “acqua” e “vino”, quindi, al contrario di una lotta o di un danno si rivela un connubio prezioso e si trasforma in garanzia di qualità. La presenza dello stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua oligominerale “Primavera di Popoli” garantisce l’eccellenza qualitativa delle acque che irrorano, indirettamente, i vigneti dell’azienda. La legislazione vigente in materia di acque minerali è estremamente severa: per ottenere e mantenere la certificazione europea di “acqua minerale naturale” sono necessari una lunga serie di controlli di varia natura che interessano sia la sorgente sia l’impianto di imbottigliamento. Va da sé che l’acqua della sorgente Vallereale è continuamente monitorata con analisi di tipo chimico, fisico e microbiologico supportati da esami clinico farmacologici.
Gli esami non finiscono mai insomma, e questo vale anche per il vino. I Pizzolo guidati da Leonardo, che da alcuni anni dirige l’azienda, ormai consacrata come una delle migliori aziende d’Abruzzo e d’Italia (quest’anno, con il “San Calisto” 2004, ha avuto i massimi riconoscimenti da tutte le guide d’Italia: dal Gambero Rosso/Slow Food al Sommelier, da Maroni a Veronelli, a L’Espresso; info: www.vallereale.it), hanno raccolto la sfida lanciata dall’acqua e hanno improntato tutta la loro produzione sotto il profilo di un’agricoltura “pulita”, che rispetta l’ambiente e lo protegge. Tuttavia, chi si avventura in questo scorcio d’Abruzzo si rende conto che le sfide sono ben più numerose. Vero e proprio paradiso verde e selvaggio, patria e ultimo rifugio del Lupo marsicano, animale protetto a rischio d’estinzione, Valle Reale coltiva i propri i vigneti in una zona “difficile”, una zona dal profilo pedoclimatico alquanto diverso da quello tipico abruzzese e da quello che caratterizza la maggior parte delle zone vitivinicole dell’Italia centro meridionale.
Le gole di Popoli, infatti, segnano il passaggio dalla zona più calda dell’Abruzzo alla zona montana per eccellenza ed è qui che sono adagiati i vigneti di Valle Reale, i più alti della regione con i loro 350 metri sul livello del mare. L’incrocio tra l’altitudine data dalle montagne e la latitudine piuttosto bassa creano un clima unico, caratterizzato da una forte escursione termica tra il giorno e la notte che permette alle uve una maturazione particolarissima.
La vera e propria sfida raccolta dai Pizzolo, infatti, è stata coltivare il Montepulciano d’Abruzzo, in una zona dichiarata “difficile”, caratterizzata da inverni molto rigidi accompagnati da gelidi venti e frequenti nevicate e da estati calde e secche, zona che, per quanto impervia, risulta essere la patria di questo vitigno. Secondo un documento del XVIII secolo, scritto dallo storico Michele Troia, il Montepulciano d’Abruzzo è un vitigno autoctono della Valle Peligna.
In virtù delle caratteristiche climatiche la vendemmia a Valle Reale è una delle ultime; la raccolta non finisce mai prima della metà di novembre poiché la maturazione delle uve risente delle basse temperature notturne dalle quali è sensibilmente rallentata. Al contrario di quello che si potrebbe pensare questo ritardo permette una maturazione a 360 gradi: il sole e il caldo del giorno consentono la crescita dei gradi zuccherini alcolici, mentre il repentino abbassamento delle temperature durante la notte fa sì che né i profumi né l’acidità vengano bruciati dalla calura, come avviene di frequente alla basse latitudini, garantendo così un bouquet dall’inedita eleganza e dalla aromatica complessità.
Gioia Bazzotti

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