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LUTTO

Addio a Vittorio Vallarino Gancia, che ha scritto la storia del vino e delle bollicine italiane

Si è spento a 90 anni: ha guidato l’azienda di famiglia e portato lo spumante di Canelli nel mondo, puntando su Asti e Alta Langa

Si è spento a 90 anni Vittorio Vallarino Gancia, quarta generazione della famiglia che ha inventato lo spumante italiano, nella metà dell’Ottocento. Il “re dello spumante”, come è stato spesso raccontato, ha giocato un ruolo fondamentale nell’internazionalizzazione dell’azienda fondata a Canelli dal bisnonno Carlo Gancia, che produsse il primo spumante metodo classico, da uve di Moscato, nel 1850. Vittorio Vallarino Gancia entra in azienda nel 1957, giovanissimo, e gli uffici commerciali estero furono sin da subito il suo regno, e nel corso degli anni portò gli spumanti di Asti in ogni angolo del mondo, compresa la Cina, allora meta a dir poco esotica.

Per decenni, lo Spumante Gancia è stata la bollicina delle feste di fine anno, quella che accompagnava il panettone o il pandoro sulle tavole a Natale. Ma tra i meriti di Vittorio Vallarino Gancia c’è anche e soprattutto quello di aver puntato sullo spumante secco: nel 1980 arriva sul mercato il Pinot di Pinot, prodotto dai tre Pinot (bianco, nero e grigio) coltivati in azienda, e protagonista degli spot Tv fino agli anni Novanta. A quella piccola rivoluzione del gusto si deve, in un certo senso, la ricollocazione delle bollicine italiane, che molti anni dopo, dalle tavole delle feste, diventeranno protagoniste dell’aperitivo. All’epoca, Vittorio Vallarino Gancia era amministratore delegato dell’azienda, di cui, nel 1984, diventò presidente, ruolo che ha tenuto fino al 1996.

Risale agli Anni Novanta anche il suo impegno “politico”: ha guidato il Consorzio dell’Asti dal 1992 al 1994, e contemporaneamente è stato presidente di Federvini (1990-1993), e poi di Unione italiana vini - Uiv (1999-2001). Fu anche tra i promotori della denominazione Alta Langa e tra i fondatori del Consorzio Alta Langa, dimostrando di credere moltissimo nelle bollicine dell’alto Piemonte, tanto che per i 170 anni dell’azienda, nel 2020, decise di lanciare un’alta Langa invecchiato 170 mesi. Pur non più al timone dell’azienda, Vittorio Vallarino Gancia ne è stato un punto di riferimento fino alla fine, ed ha assistito, tra il 2011 ed il 2013, alla cessione dello storico brand Fratelli Gancia al gruppo russo Russian Standar, guidato da Rustam Tariko.

Alla storia, oltre che per il ruolo centrale che ha ricoperto nella crescita del vino italiano, Vittorio Vallarino Gancia era già passato tanti anni fa, nel 1975, quando fu protagonista, suo malgrado, del primo rapimento delle Brigate Rosse. Era il 5 giugno, ed un commando lo rapì a metà strada tra Canelli ed Acqui, a scopo di estorsione. Il riscatto fu fissato in un miliardo di lire, ma la detenzione durò poco più di 24 ore: il giorno successivo fu liberato da un blitz dei Carabinieri, ma nella sparatoria rimasero morti la brigatista Mara Cagol ed il carabinieri Giovanni D’Alfonso.

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