
Il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie: se ne è andato stanotte, a 98 anni, Arnaldo Pomodoro, il più grande scultore italiano. Il Maestro, la cui fama è nota a livello internazionale - le sue opere sono esposte nei principali musei e città, da Roma a New York, da Los Angeles a Tel Aviv - ha sempre coltivato un profondo sodalizio con il mondo del vino, firmando opere uniche per le grandi griffe del made in Italy: dal “Carapace” della famiglia Lunelli, in Umbria (la prima cantina-scultura del pianeta), al “Cancello solare”, monumentale scultura esposta, insieme ad altre di artisti prestigiosi, nella cantina-museo di Ca’ del Bosco, passando per il “Centenarium”, scultura a spirale posizionata all’ingresso delle Cantine Ferrari, a Trento, nata per che celebrare il centenario della griffe, per la quale ha realizzato nel 1992 anche un iconico “Disco”.
Ha appena compiuto 20 anni il Carapace, la prima cantina-scultura al mondo, progettata per le Tenute Lunelli nel cuore dell’Umbria. Il progetto prende vita nei primi Anni Duemila, quando la famiglia Lunelli si innamora del Sagrantino e del suo territorio, e acquisisce alcuni storici vigneti a Montefalco e Bevagna. Era il 2001, e già due anni dopo, nel 2003, viene prodotta la prima annata di Montefalco Sagrantino. La famiglia Lunelli decide allora di affidare la realizzazione della cantina ad Arnaldo Pomodoro, a cui era legata da un’amicizia di vecchia data e da precedenti collaborazioni. Quando il Maestro visita la tenuta, concepisce subito l’idea dell’opera, capace di integrarsi con la natura e celebrare l’arcaicità dei luoghi. “Ho pensato al Carapace come a un elemento che potesse emergere dalla terra, come una grande cupola che richiama la forza e la potenza della natura. Un luogo dove il vino nasce dentro la scultura”, aveva affermato Pomodoro. Il Carapace viene inaugurato nel 2012: la sua forma richiama appunto il carapace di una tartaruga, animale simbolo di longevità, elemento che accomuna l’opera al Montefalco Sagrantino, vino identitario del territorio, noto per la sua straordinaria capacità di invecchiamento. Appena inaugurato, il Carapace riceve il Premio Unesco “La Fabbrica nel Paesaggio” e partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione “Le architetture del Made in Italy”. Da allora, è diventato una meta imprescindibile per gli amanti dell’arte e del vino. Fra i più recenti riconoscimenti internazionali, l’inserimento tra le 50 migliori cantine al mondo dai World’s Best Vineyards 2024, con il prestigioso titolo di “Highest New Entry”, al venticinquesimo posto.
Ma il legame tra la famiglia Lunelli e Arnaldo Pomodoro risale al 1984, quando Gino Lunelli incontra per la prima volta il Maestro. Da quel momento nasce un sodalizio culturale e umano che porterà alla creazione di opere significative, come la scultura “Centenarium”, realizzata nel 2002 da Arnaldo Pomodoro per celebrare i primi 100 anni di storia di Ferrari (fondata nel 1992), che accoglie i visitatori all’ingresso delle Cantine Ferrari, a Trento. Il “Centenarium Ferrari”, che rappresenta le bollicine che salgono verso il cielo, è una scultura in bronzo di circa sei metri di altezza, che può essere ammirata anche da chi percorre l’Autostrada del Brennero
Sempre per la famiglia Lunelli, a cui era legato da una profonda amicizia, Arnaldo Pomodoro aveva realizzato nel 1992 un multiplo, “Disco”, in bronzo dorato, per festeggiare i 90 anni dello spumante Ferrari. Un rapporto che continua ancora oggi, che si sviluppa in un più ampio impegno verso la cultura e la responsabilità sociale d’impresa, grazie al sostegno di Tenute Lunelli alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, di cui Matteo Lunelli è membro del Consiglio di Amministrazione.
Ma è il “Cancello solare”, posizionato all’ingresso di Ca’ del Bosco, griffe tra le più prestigiose della Franciacorta e pioniera nel legare il vino e l’arte, una delle opere più note e amate di Arnaldo Pomodoro: fu commissionata da Maurizio Zanella, patron di Ca’ del Bosco, nel 1985, quando incaricò il Maestro di realizzare un cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera proprietà. Si tratta di una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno. Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce, rappresenta e introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché, come afferma lo stesso Zanella: “il vero nutrimento dell’uva è il sole che, con i suoi raggi, riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”. Ma il legame tra Ca’ del Bosco e l’arte nasce fin dagli anni Settanta del Novecento, quando Maurizio Zanella percepisce il profondo legame tra il vino e l’immaginazione artistica, entrambi un risultato di un’unione magica tra la natura, il pensiero, l’anima e i sensi.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025