Continua il feeling tra i giovani e l’agricoltura, e arriva nell’anno horribilis per l’economia una notizia sicuramente in controtendenza. Crescono gli imprenditori under 35 nel settore, con un balzo, definito “storico”, del 14% sul 2015. Un dato, frutto di un’analisi Coldiretti, basata sulle iscrizioni al Registro delle Imprese di Unioncamere a settembre 2020, che dimostra come le nuove generazioni vedano il proprio futuro in campagna rispetto a settori come industria e commercio. Grazie agli oltre 55.000 under 35 alla guida di imprese agricole e allevamenti, l’Italia conquista la leadership nella classifica del numero di imprese condotte dai giovani. I motivi di questo trend? La “svolta green” nei consumi e nel lavoro, favorita anche dalla pandemia, ma anche la voglia di mettersi in gioco da parte di tanti ragazze e ragazzi che evidentemente non sognano più il posto fisso o il “colletto bianco”.
Il risultato è che il 10% delle imprese giovanili si dedica ad una attività rivolta ad agricoltura ed allevamento, un “toccasana” per la garanzia di disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie italiane in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione. “La presenza dei giovani - commenta Coldiretti - sta rivoluzionando il lavoro nei campi dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività multifunzionali” che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta; dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche al mondo delle attività ricreative. E poi l’agricoltura sociale per l’inserimento dei disabili, dei detenuti e dei tossicodipendenti; la sistemazione di parchi, giardini, strade; l’agribenessere e la cura del paesaggio oppure la produzione di energie rinnovabili. L’agricoltura, dunque, viene considerata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo.
“La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale - continua Coldiretti - porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione”.
Tutti aspetti che portano alla richiesta di destinare maggiori risorse all’agricoltura che può trasformarsi nel motore di ripartenza dell’Italia. Come spiega la leader dei giovani della Coldiretti, Veronica Barbati, “occorre sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne e per questo va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie”.
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