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Affari & Finanza / La Repubblica

Rallenta la raccolta rispetto allo scorso anno, tour nel mondo per supportare le vendite ... Rallenta la vendemmia 2005 rispetto allo scorso anno. La produzione di uve registra un calo dell’11%, con una produzione che si attesta a 47,5 milioni di ettolitri contro i 53,3 milioni dello scorso anno. A certificare la diminuzione sono i dati ufficiali di Assoenologi (Associazione enologi enotecnici italiani), presentati a Verona nel corso della XVI edizione del Seminario Renato Ratti, il tradizionale appuntamento dedicato al settore enologico italiano ed internazionale organizzato in collaborazione con l’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero).
«Dal punto di vista quantitativo siamo di fronte ad un’annata scarsa - ha affermato Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi - ma lontana dai risultati del 2002 con 44,6 milioni di ettolitri e del 2003 con 44,1 milioni di ettolitri, che fecero registrare le più basse produzioni degli ultimi decenni. Sotto il profilo qualitativo, invece, c’è molta eterogeneità. Nella stessa regione il buono si scontra con l’ottimo ed il mediocre con l’eccellente».
Le diminuzioni più significative si sono registrate in Veneto ( - 25%, da 8.843.000 ettolitri a 6.620.000), e quindi in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia ( - 20%). In controtendenza la Puglia, la Sicilia e la Sardegna, uniche regioni a crescere del 5%.
Quanto alle esportazioni, Stefano Raimondi, responsabile dell’ufficio Linea Vini&Bevande dell’Ice, ha sottolineato che «nei primi sei mesi del 2005 sono aumentate dell’8,3% in volume e dell’1,4% in valore, con buone performance nel Regno Unito (+ 16,6% in valore), Danimarca (+ 7,6%), Repubblica Ceca (+ 96%) e Svizzera (+ 13%). Scende invece la Germania del 2% in valore, ma cresce nei volumi del 9%. Il mercato statunitense, con il 27% dell’export, rappresenta il principale canale di sbocco per i vini italiani».
Luigi Castelletti e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale di Veronafiere, hanno infine ribadito la necessità di supportare le imprese nel loro processo di internazionalizzazione, aiutandole a conquistare nuove quote di mercato all’estero.

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