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Affari & Finanza / La Repubblica

Il gusto di investire in un’ottima annata ... In questa fase turbolenta dei mercati finanziari le etichette prestigiose si sono rivelate un asset alternativo per bilanciare i trend rendimenti a due cifre per il fondo ad hoc di Banca Generali per i clienti facoltosi ... “Abbiamo collocato 22 milioni di euro dallo scorso luglio, sui nostri numeri quasi non si avverte, ma questa nicchia dedicata agli appassionati ci sta dando soddisfazioni, soprattutto sotto il profilo dei rendimenti, la sola parte vini è cresciuta dell’11%”. Giancarlo Fancel, vice direttore generale di Banca generali non ha dubbi: “In questa tempesta finanziaria non sono molte le soluzioni che sanno entusiasmare gli animi e appagare le esigenze degli investitori: alcune tipologie di oggetti di lusso e da collezione sono in grado di farlo, e tra queste, in particolare, il vino”. Vino? Male che va lo puoi sempre bere, amava ripetere l’avvocato Gianni Agnelli quando investire in etichette top era appannaggio di pochi ricchi. Oggi il “bere bene” è diventato una moda, entusiasma una platea sempre più ampia di consumatori anche se non tutti possono permettersi un Romanée-Conti, su e-Bay impazzano le aste divini meno cari e meno pregiati ma che tuttavia sono riusciti a crearsi un proprio mercato. Segno che cresce l’attenzione. In questo scenario nasce l’idea di Banca Generali, che nel portafoglio della holding vanta le tenute di Genagricola, di inserire in un giardinetto titoli anche un bouquet di annate storiche, per diversificare i portafogli, bilanciare gli asset.
“La nostra gestione patrimoniale investe in fondi che hanno dei sottostanti fisici, ci sono bottiglie rare, orologi prestigiosi. La società Elite Advisor, specializzata in “passion investments”, che abbiamo scelto per la grande esperienza e competenza dimostrate sul campo, ha da poco avviato anche un terzo comparto di fondi, Divine Jewels, che ha per sottostanti pietre preziose”.
Le azioni fluttuano, l’euro è sotto attacco, i bund prima alle stelle, oggi crollano. Insomma, di sicurezze ce ne sono poche e tutti si chiedono che cosa fare, e il panico attanaglia piccoli e grandi risparmiatori. Ma intanto i Bordeaux 2009 e2010, non ancora consegnati, due ottime annate, stanno raggiungendo quotazioni interessanti. Aumenta la disoccupazione, diminuiscono i consumi, cresce il tasso di povertà. Ma, paradossalmente, allo stesso tempo le aste di vini, orologi e di arte fanno registrare impennate nelle quotazioni sulle principali piazze mondiali. Segno che chi ha soldi, tanti, non soffre la crisi. Ma preferisce tutelarsi, comprando qualcosa di bello che, oltretutto, acquista valore nel tempo. C’è chi fa da sé echi, non sapendo come, vorrebbe farlo in buona compagnia. “Non sempre l’investimento conviene su scala personale - spiega Fancel - senza contare che non è facile muoversi da soli in questi settori molto specialistici: bisogna spostarsi bisogna seguire le aste, avvalersi di consulenti e della non facile gestione di prodotti che, nel caso del vino ad esempio, necessita di strutture adeguate per il perfetto mantenimento. E per questo che abbiamo pensato di creare una linea di gestione di portafogli destinata a soddisfare le richieste di una clientela qualificata”. La linea ha un nome, Gpm Lifestyle solution, che evoca suggestioni di una vita glamour, suggello di lussi che si traducono nel lusso dì un investimento a prova di crisi, decorrelato dagli andamenti del mercato e perciò finalizzato a fungere da ancora nelle fasi più turbolente. I passion investment, così si chiamano, fanno parte della quota di investimenti alternativi che pesano tra il 7 e il 10% sul portafoglio mondiale degli Hnwi, high net worth individuai. Fino a poco tempo fa facevano la parte del leone tra gli’ alternativi” hedge fund, private equity, ma dopo il grande tsunami finanziario, che non ha risparmiato nessuno, sta crescendo sempre più 1’ attenzione verso questi beni di lusso. I fondi pensione sono quelli che per primi hanno individuato queste “nicchie”, piccole ma solide, a cui ancorare gli investimenti. Diversificati rispetto alle asset class tradizionali, come le azioni, i beni di lusso si confermano piacevoli alternative. Mps, con sede a Siena, terra di vini, con in portafoglio due tra le più prestigiose tenute toscane dove si producono etichette premiate, ha sviluppato una serie di indici di questi beni di lusso. Riguardo al vini registra un andamento su livelli nettamente più elevati delle asset class tradizionali. Il vino resta quello con la più forte carica di attrattività. Soprattutto per gli italiani. Banca Generali ne ha fatto l’asset privilegiato per la nuova linea di gestione, considerato lo storico delle performance. Il funzionamento: chi vuole diversificare una piccola parte del proprio portafoglio può sottoscrivere la gestione patrimoniale che a sua volta investe per la maggior parte in fondi di vini pregiati, un’altra indirizzata al prodotto dedicato a prestigiosi orologi, mentre un 20% investe in bond di società del lusso e il restante in liquidità per valutare ulteriori strategie o fronteggiare eventuali riscatti. Non si entra in possesso del bene. I vini, per esempio, sono conservati secondo i più elevati standard in un caveau di Ginevra. Fondi ad elevata liquidità: le bottiglie di Petrus o Lafite sono meno di quanto il mercato richieda, soprattutto quello asiatico. Perciò per uscire si calcola il Nav, nett asset value, e si prende il corrispettivo. Si possono anche riscattare alcuni beni, ma mai le bottiglie più pregiate.
“In un anno pieno di turbolenze come il 2011 le performance sono state significative: circa 11% per il fondo dei vini Nobel Crus, gestito da Christian Roger, un antesignano in questo ambito”, racconta Fancel. Il fondo legato ai vini, gestito sempre dai professionisti della lussemburghese Elite Advisers, grazie all’esperienza e al contributo di grandi esperti, è stato in grado di ottenere un rialzo di oltre il 20% nel 2008 (al primo annodi lancio), del 9,79% nel 2009 e del 13,4% nel 2010. La commissione di sottoscrizione è in linea con gli altri prodotti finanziari. Ma è la soglia minima di ingresso il vero discrimine: 176.000 euro. Il prezzo di un biglietto da visita che, oltretutto, apre le porte a eventi esclusivi, come visite al porto Franco di Ginevra,Wine & business Club, Cena e Concerto a Clos Vougeot e appuntamenti nei ristoranti pluristellati.

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