02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Affari & Finanza / La Repubblica

Dom Pérignon stappa il mercato con Lynch ... Il regista americano ha mosso i primi passi con il celebre marchio di Champagne di proprietà di Lvmh con la campagna pubblicitaria di fine 2011 poche settimane fa a Los Angeles ha firmato preziosi esemplari di bottiglie da lui create ... Nessun compromesso, tendenza assoluto per Dom Pérignon, tra i brand di nicchia in forte ascesa all’interno di Lvmh, il colosso del lusso di Bernard Arnault, il gruppo che anche in piena recessione, nel primo duro trimestre del 2012, ha segnato una crescita del 25% nelle vendite, pari a 6,6 miliardi di euro; solo il settore vino e liquori ha registrato una crescita organica del 16%, per 926 milioni di euro, e del5% nel volume degli affari dello champagne. Accanto a Richard Geoffroy, lo storico chef de cave Dom Pérignon, da qualche tempo c’è il prezioso contributo di David Lynch, regista e anche, semplicemente, artista.
I due non hanno bisogno di introduzioni, hanno unito i loro universi creativi per dirigere un equilibrio perfetto, sintesi di emozioni e immagini, di materia e di misure, per raccontare le loro eccellenze. David Lynch, fotografo della campagna pubblicitaria di fine 2011, per gli scatti del DomPérignon 2003 e del Rosé 2000, è partito dal profondo nero della bottiglia, e l’ha materializzato in un paesaggio fantastico: ha creato un lungo viaggio per descrivere l’anima di quello che era nato nell’abbazia di Hautvillers nel Seicento per essere solo il miglior vino del mondo. Geoffroy non ha mai smesso di ispirarsi alla forza delle origini, a una tradizione lunga secoli che non vuole ammettere rivali: “Nel corso del tempo la sua storia è rimasta la stessa. Cambiano le annate, cambia la prospettiva della visione, ma mai l’essenza - spiega Richard Geoffroy - ecco prender forma il 003, estremo, il 2000, più dinamico, o il 1996 con il suo concentrato di energia; intanto rimane invariato il suo ideale di armonia che tende al concetto di benessere universale. La sfida di Dom Pérignon è l’abilità di sapersi reinventare, e di avere come obiettivo la tendenza verso un ideale di assoluto. È un processo che parte dalla tensione degli opposti, dal bianco e dal nero, dalle migliori uve di Chardonnay e di Pinot Noir, per ottenere quella tensione perfetta che genera lo stato dell’armonia. L’armonia poi non si ferma, si trasforma in intensità, una delle sue caratteristiche, più forte e duratura del potere”. David Lynch non ha abbassato i toni, ha puntato alla pura sperimentazione per toccare i confini tra apollineo e dionisiaco, tra razionalità e sogno, tra sacro e profano: “Ho seguito il libero fluttuare delle idee, sono partito da un oggetto, ho lasciato che diventasse intuizione, luce, energia, azione e reazione, come succede solo nell’arte, per mettere a fuoco l’essenza del Dom Pérignon”. Sempre Lynch, insieme a Geoffroy, il 20 giugno a Los Angeles ha presentato nella serata evento speciale l’edizione limitata di Rosé 2000, e Dom Pérignon 2003, pochi preziosi esemplari disegnati dal regista, in commercio dal prossimo ottobre. Stessa bottiglia di sempre, ma firma argentata di Lynch, con etichetta con riflessi tendenti al viola per trasmettere seduzione e trasgressione, oppure color bronzo per ricreare l’alone di grande mistero: “La creatività - spiega Lynch - attraverso la sperimentazione, deve saper cogliere la natura profonda di una cosa”. Intanto il potere dell’immaginazione diventa rapidamente successo di prodotto, la promessa lanciata nel 1668 dal monaco Pierre Pérignon continua a crescere e punta verso levante, mentre l’Italia mantiene un ruolo da protagonista:
“Per il Dom Pérignon, l’Italia rappresenta il terzo mercato di riferimento in Europa - spiega Marco Ravasi, brand director Dom Pérignon Italia - e il quinto nel mondo”. La regione dello Champagne produce 320 milioni di bottiglie di champagne, sette dei quali esportati e venduti solo in Italia.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024