02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Affari & Finanza / La Repubblica

In crescita la domanda cli cibo ma i contadini lasciano la terra ...I prezzi dei prodotti salgono, mentre le entrate per gli agricoltori scendono. E c’è chi preferisce dare in affitto gli appezzamenti per installare pannelli solari. Nonostante la fame aumenti … I prezzi dei prodotti agricoli salgono, le entrate per gli agricoltori scendono. Lo scenario che si prospetta è paradossale. Da una parte cresce la consapevolezza dei consumatori che anche nella Gdo vogliono sempre più prodotti di qualità, possibilmente a chilometro zero, non inquinanti. Dall’altra i contadini lasciano la zappa e spengono i trattori mentre il mercato viene invaso da prodotti stranieri di massa e di bassa qualità. La Fao stima che entro il 2050 la popolazione mondiale salirà a 9 miliardi di persone e per far fronte ai bisogni di tutti la produzione alimentare deve aumentare di almeno il 70%. Pannelli solari al posto dei pomodori, invece di carciofi e insalata, centrali coliche; via i vigneti e i frutteti per fare posto a impianti a biomasse. «Per i pannelli pagano 3mila euro l’ettaro, quando a coltivare la terra è tanto se un agricoltore guadagna 400-550 per ettaro», sono i dati diffusi da Claudio Malagoli, docente all’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo-Bra, in provincia di Cuneo, l’università fondata da Slow Food. Quando non sono le energie rinnovabili, ci pensa l’avanzata del cemento. Molte opere sono ritenute necessarie in nome dello sviluppo. Tante altre no. L’unica cosa certa è che i terreni agricoli stanno diminuendo, proprio in un momento in cui aumenta la richiesta di cibo nel mondo.
Dal 1970 al 2010, dicono le elaborazioni Nomisma su dati Istat e Ispra, i terreni agricoli sono passati da 17 milioni e 492 mila ettari a 12 milioni e 885 mila, un po’ di più, 15 milioni e 727 mila se si prendono le rilevazioni via satellite effettuate da Corine Land Cover. «I dati sono ancora insufficienti e c’è un gran buco normativo», ha denunciato Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano nel corso della presentazione a Milano del Rapporto 2012 del Centro di ricerca sui consumi del suolo, fondato da Legambiente e Istituto nazionale di Urbanistica. Il Rapporto, focalizzato in particolare sulla provincia di Milano, evidenzia in questa area un consumo di territorio agricolo al ritmo di 20mila metri quadri al giorno, come dire una azienda in grado di produrre frumento per fare l5otonnellate di pane. «Dopo i campi di sterminio, stiamo assistendo allo sterminio dei campi», parole del poeta Andrea Zanzotto riprese da Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food in un articolo che dalle pagine di Repubblica ha movimentato il dibattito sul “consumo di suolo” lanciando la costituzione dell’Assemblea Nazionale del Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio, con l’apertura di un sito attorno al quale far crescere interesse e adesioni, www.salviamoilpaesaggio.it. Un tema di grande attualità, al centro del dibattito nel corso del Salone del Gusto-TerraMadre che si terrà a Torino. Un tema tanto più rilevante, considerata l’importanza di questo asset per il nostro paese: nel pieno della crisi mondiale il made in Italy ha registrato un boom dell’export del prodotti alimentari. L’Italia brucia 250.000 ettari all’anno, contro i 44.000 della Germania ci 10.000dell’Inghilterraaspe- se di coste, fiumi, valli e non solo. La situazione è intricata. Prendiamo l’housing sociale, nato per offrire soluzioni abbia chi si trova in situazione di difficoltà. Molti comuni, tra i quali Roma, concedono licenzia edilizia su terreni agricoli ai quali viene cambiata ad hoc la destinazione d’uso proprio per progetti di housing sociale. Il reddito agricolo in Italia crolla, i costi di produzione si impennano: interessi sui capitali, affitto del terreno. Solo per il gasolio, l’incremento è stato del 20,5% su base annua secondo i dati Istat. 16.10.2012
Non indifferente è un altro fattore, la spinta speculativa sulle commodity. Confagricoltura ha segnalato proprio in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione le tensioni sui mercati delle materie prime agricole e la volatilità dei prezzi: l’indice dei prezzi delle commodity agricole nel mondo (il Food Price Index), a settembre è ancora cresciuto e si è portato ormai a livelli vicini a quelli della “crisi” del 2008. Ma soprattutto le quotazioni stanno oscillando tantissimo con una volatilità che mina la fiducia delle imprese. Una situazione dei mercati internazionali tesa, su cui pesano le condizioni climatiche e che determina anche difficoltà di approvvigionamento soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che non riescono a garantire cibo sufficiente ai loro abitanti; tant’è che oggi, benché in calo, come denunciala Fao, abbiamo ancora circa 870 milioni di persone sottonutrite, un numero inaccettabile e inquietante.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024