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Affari & Finanza / La Repubblica

Un brindisi per Gran Selezione il vino top del consorzio Chianti ... Già entro fine anno il consorzio del Chianti Classico potrebbe mettere in commercio le prime bottiglie Gran Selezione. E questo il nome scelto da produttori e imbottigliatori del consorzio per valorizzare meglio le proprie eccellenze. Così è stato modificato il disciplinare e sono state introdotte diverse novità con l’intento di migliorare anche la qualità di questo vino italiano, forse tra i più conosciuti al mondo. “Adesso siamo in attesa dell’approvazione da parte del ministero e poi le aziende che lo riterranno opportuno, potranno presentare le prime bottiglie” spiega il presidente Sergio Zingarelli.
Il consorzio stima che fra un paio d’ anni circa il 6 o forse il 7 per cento di tutto il vino prodotto sarà contraddistinto da questa nuova classificazione, che vuole essere sinonimo di alta qualità. Il Gran Selezione dovrà avere trenta mesi di invecchiamento, sei in più del Riserva, e almeno sei mesi di affinamento in bottiglia. Dovrà essere prodotto con uve di una stessa azienda (come già oggi avviene in molti casi). Ma non è solo questa la novità; grazie alle modifiche al disciplinare la destinazione delle uve dovrà essere indicata prima dell’imbottigliamento, già al momento della richiesta della certificazione. Sarà vietato l’uso dei fiaschi (anche per il Riserva). E le varie produzioni dovranno rispondere a specifici requisiti chimico-fisici e organolettici. Il Chianti Classico dunque si divide in tre. Non più in due come ha fatto fino ad oggi: tante sono le tipologie divino esistenti (in tutto 35 milioni di bottiglie per un fatturato di 250 milioni di euro), suddivise per un 25 per cento circa in Chianti Classico Riserva (che da solo vale il 40 per cento del fatturato). E per il restante 75 per cento in Chianti classico d’annata. “La nuova tipologia Gran Selezione, - afferma Sergio Zingarelli - era a nostro avviso necessaria per rappresentare in modo esaustivo il nostro territorio. Le due esistenti, da sole, non erano sufficienti a farlo”. A tutela degli amanti del buon vino toscano arrivano regole più severe anche per quelle aziende che cedono uve ad altri. Se prima si doveva fare semplice richiesta e aspettare il giudizio di una commissione, adesso per via delle modifiche del disciplinare, l’iter si farà più complesso e si darà un beneplacito allo scambio basato su molti più fattori rispetto al passato. Davanti a una concorrenza sempre più agguerrita, il consorzio del Chianti Classico ha sentito l’esigenza di puntare in modo deciso sulla qualità. Le aziende associate non a caso in questi anni hanno fatto importanti investimenti anche per il rinnovo del 60 per cento dei vigneti. E infine ecco l’operazione Gran Selezione, che non è stata semplice e non ha avuto un consenso unanime. “Un po’ come accade nelle grandi famiglie non è stato facile mettere tutti d’accordo sul nome - ricorda il presidente - su oltre cinquecento soci molte sono state le idee e le proposte alla fine, dopo un anno di lavoro e di confronti, la maggioranza però ha deciso”. Per comunicare meglio e in modo più dinamico e moderno le novità decise, il consorzio ha anche fatto una operazione di immagine attraverso il restyling del Gallo Nero, il suo marchio storico, che adesso dovrebbe diventare più visibile sulle bottiglie. All’interno di quella che viene definita dagli associati la ‘Chianti Classico Revolution”.

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